29/11/2023

Si è tenuto un convegno a palazzo Torriani, organizzato da Confindustria Udine, per illustrare il pacchetto di opportunità senza precedenti offerto dai PNRR degli altri Paesi della UE per le aziende italiane.

“Il problema alla base è come le medio-piccole imprese italiane possano affacciarsi sui mercati maturi dell’Ue per cogliere le opportunità dei PNRR degli altri Paesi europei. Io, al riguardo, nonostante tutte le critiche mosse al sistema Italia, resto ottimista. Il nostro Paese rappresenta un modello da non sottovalutare. Abbiamo le carte in regola per giocare un ruolo da protagonisti su scala continentale anche in questa partita”.

così ha esordito il vicepresidente vicario di Confindustria Udine, Piero Petrucco, intervenendo in apertura, a palazzo Torriani, all’evento dal titolo “PNRR nei Paesi UE”.

Petrucco, riferendosi ai PNRR, l’ha definito di “un’importanza straordinaria dal momento che rappresenta una vera e propria svolta nelle dinamiche europee”. Petrucco ha riassunto le caratteristiche che, secondo lui, lo rendono unico: in primis, “la peculiarità del progetto, che guarda a tutti i Paesi dell’UE, che lo devono applicare con concetti e modalità simili”, e poi, “lo sviluppo temporale limitato dei fondi, che devono essere spesi entro il 2026”.

Altra chiave di lettura interessante, secondo il vicepresidente vicario di Confindustria Udine, “è il fatto che l’Italia, con la Spagna, dispongono della metà dei fondi previsti”.

“Certo – ha ammonito Petrucco – restano le variabili capaci di complicare il quadro, quali la crisi energetica e la guerra in Ucraina. Di fatto in questo periodo si è certificata la fine di una globalizzazione senza limiti, fenomeno che già scricchiolava e che, in questi mesi, ha dimostrato tutta la sua fragilità”.

Il vicepresidente degli Industriali friulani ha portato poi anche la sua esperienza da imprenditore alla guida di un’azienda, la I.Co.P. di Basiliano, capace negli pre-Covid di maturare all’estero il 77% del proprio fatturato. La testimonianza di Petrucco è stata un’esortazione alle imprese friulane a non chiudersi in sé, ma a scegliere con convinzione la strada dell’internazionalizzazione.

Ritornando ai PNNR negli altri Paesi UE, il sottosegretario agli Affari Esteri, Manlio di Stefano, collegato da remoto, ha ricordato che Il Ministero degli Esteri ha studiato i PNRR degli altri Stati membri e ha redatto un documento in cui indica le opportunità di investimento per le imprese e le filiere industriali italiane. Per ognuno dei Paesi UE è stata elaborata una sintesi con le informazioni generali e di governance, i settori prioritari perseguiti da ciascun Piano, le opportunità per le imprese italiane e una tabella di dettaglio dei principali stanziamenti previsti da ciascun Piano con indicazioni dell’area o progetto di investimento e relativo importo. Il tutto, in costante aggiornamento. Il documento fotografa, infatti, la situazione al 15 aprile 2022, ma ci sono già importanti novità nei PNRR di Svezia e Romania.

Dal canto suo, Matteo Carlo Borsani, direttore Affari europei di Confindustria UE, nel suo intervento, ha dapprima ricordato l’importanza dell’attività lobbistica di Confindustria a Bruxelles “dove – ha sottolineato – vengono di fatto emanate oltre il 70% delle leggi europee”.

Borsani ha sottolineato come l’adozione dei PNRR abbia anche infranto un tabù in Europa: quello di creare un debito comune europeo per finanziare i progetti.

“ Dal momento che siamo i maggiori beneficiari dei fondi europei, è un dato di fatto che l’Europa sia legata a doppio filo con il successo dei PNRR del nostro Paese. Se fallisce l’Italia con il suo PNRR, fallisce anche tutto l’impianto dei PNRR europei”.

Il direttore Affari Confindustria di Confindustria UE si è infine soffermato sulle implicazioni che la guerra in Ucraina e l’aumento dei prezzi dell’energia potranno avere sui PNRR stessi. “Non sono previste modifiche; semmai è ipotizzabile uno scostamento dai prossimi bilanci pluriennali dell’Unione Europea prevedendo ulteriori fondi a supportare gli Stati alle prese con la crisi energetica”.

Per Marco Felisati, vicedirettore Affari internazionali di Confindustria, non si va incontro ad un gran periodo. “La zona euro resta la più colpita dall’impatto delle sanzioni anti-Russia, che vanno però comunque sostenute e appoggiate. Lo scenario globale non è positivo. La crescita dell’export finora si concentra sui beni strumentali e sui semilavorati; l’aumento dell’export è solo in valore ed è determinato dalla crescita dei prezzi. Infatti, la dinamica dei volumi resta piatta”. “Ben vengano allora – ha concluso Felisati – tutte le misure e le azioni contenute nei PNRR che possono salvaguardare il nostro export e, di conseguenza, la nostra competitività”. Al convegno è intervenuto in collegamento da Tangeri l’imprenditore Claudio De Eccher, della Rizzani de Eccher, al seguito della missione di Draghi. Altra ventata di ottimismo: “Qui in Algeria si intravedono grandi spazi di collaborazione di noi italiani”, controbilanciata anche da un sano realismo: “All’opposto ci sono mercati come la Russia che sono oramai da considerare chiusi”.

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