13/09/2024

“O recuperiamo il bene dell’intelletto, ma basterebbe il semplice buon senso e interveniamo subito, regolamentando gli arrivi già a partire dal controllo dei confini europei e gestendo l’integrazione o la situazione ci sfuggirà completamente di mano e diventerà ingestibile e non solo in Italia”.
Il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, alle prese, come tanti altri sindaci, con una nuova ondata di arrivi che sta creando scompiglio in città, non ha dubbi: “il problema migranti sta arrivando a un punto di non ritorno, quindi o l’Europa reagisce o saremo travolti. Tutti”.
E’ un vero e proprio grido d’allarme quello lanciato dal primo cittadino di Gorizia, che parte da una valutazione a 360 gradi del contesto. “Partiamo da alcuni dati di base, ovvero la natalità italiana in picchiata (da un milione di nati a meno di 400.000 all’anno) ma più in generale europea che non tornerà mai ai livelli dei tempi migliori, cui fa da contraltare la ripresa indiscriminata e numerosa della migrazione sia via mare sia via terra, pilotata, da paesi che mirano a destabilizzare attraverso mercanti di morte l’Europa e favorita da una sinistra che, purtroppo, e lo dico senza spirito polemico ma con dispiacere, è la più grande alleata di questa “invasione” che, per com’è strutturata è impossibile da filtrare e gestire come nelle migrazioni passate.
Quindi, nel giro di poco tempo, – preconizza il sindaco-, se l’Europa non modificherà radicalmente l’approccio a questo fenomeno, ci ritroveremo con città trasformate in vere e proprie bombe sociali e ciò che è accaduto nella civilissima Francia, con dei giovani delle Banlieue che hanno messo a ferro e fuoco il paese, rappresenta un esempio di ciò che succederà ovunque. E’ quindi necessario agire subito su più fronti, il primo, a brevissimo termine, non può che essere quello di cercare di limitare gli arrivi e per questo devono essere presidiati i confini europei con unico esercito europeo che controlla la rotta balcanica, ovvero le vie d’accesso già dalle frontiere della Croazia: bisogna far capire che facciamo sul serio e che non si entra nei paesi dell’Unione europea se l’Unione europea non ti ha prima dato i via libera.
Lì devono essere creati i grandi centri per filtrare e controllare gli arrivi e lì devono essere concentrate risorse economiche ed umane per bloccare queste “bombe umane”. Lo stesso va fatto via mare dove i confini devono essere difesi dall’Europa e un ministro non può essere denunciato perchè ha cercato di impedire l'”invasione”: basta andare a prelevarli ben oltre le acque italiane perchè è anche grazie a questi comportamenti che il fenomeno migratorio è esploso. Basta. Quindi- prosegue il sindaco-, per prima cosa vanno fermati e filtrati e contemporaneamente ma altrettanto velocemente si deve rivedere completamente la politica dell’integrazione avviando un nuovo confronto che porti alla costruzione delle nuove città del futuro, eliminando i ghetti, avviando una formazione veloce ed efficace, sulla base delle esigenze del mondo produttivo, che porti l’immigrato regolarizzato ad essere occupato nel giro di pochissimo tempo.
L’immigrato regolare può, in questi termini, rappresentare un aiuto a quella economia che che oggi senza manodopera non produrrà occupazione e ricchezza per il paese. Non solo. L’immigrato regolarizzato dovrà obbligatoriamente conoscere la lingua del paese che lo ospita e rispettare non solo le leggi italiane ma anche gli usi e costumi: i crocifissi non vanno tolti perchè qualche ottuso pensa che possa spaventarlo ma va spiegata la storia di Gesù, che non era un delinquente. Così per i presepi. Ma vanno creati anche corsi obbligatori di educazione agli usi e costumi dei paesi ospitanti in cui spiegare che le donne sono persone libere alla pari degli uomini e che fare il bagno vestite non è davvero il massimo della vita.
Come dicevo bisogna smantellare i ghetti e città vanno riviste anche urbanisticamente incrociando questo aspetto con quello sociale. Per questo prossimamente ho intenzione di avviare un confronto con i rettori delle Università di Udine e Trieste per creare un laboratorio volto a disegnare le città del futuro con la partecipazione di docenti e studenti dell’ innovativo Corso di Architettura presente a Gorizia e di altri corsi presenti in città ma anche di altre sedi, sia a carattere umanistico ma anche giuridico, per far emergere idee e ragionamenti sulle città e sulla struttura delle comunità sociali che le abitano che affrontino le nuove, eccezionali sfide che ci si trova di fronte.
In questo progetto mi piacerebbe coinvolgere anche i ceti produttivi, a partire da Confindustria Alto Adriatico, il cui presidente, Michelangelo Agrusti ha più volte affrontato questi temi, ma anche gli ordini degli architetti e la Curia.
Per il 2024 mi piacerebbe, con questi soggetti, creare un momento di confronto internazionale, di carattere perlomeno europeo, proprio per porre le basi per la costruzione di una nuova mentalità che si trasformi in progetti volti a gestire in positivo l’immigrazione e tutto il contesto sociale in cui si inserisce.
In questo mi auguro che anche la sinistra cominci ad alzare l’asticella, evitando le sceneggiate che abbiamo visto recentemente, con i bagni di solidarietà alle donne mussulmane che, in realtà, creano ancora più divisioni e malumori e di solidale non hanno proprio nulla. Quelle donne devono poter essere libere di fare il bagno in costume e non obbligate a farlo in quelle penosissime condizioni e solo aiutandole ad essere libere le si aiuta non così. Questa non è solidarietà. La sinistra deve smetterla di predicare un’accoglienza non gestita che finisce solo per creare forti disagi sociali anche in chi si pensa di aiutare. Solo cominciando ad utilizzare il buon senso ne verremo fuori.

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