Crisi,diseguaglianze e soldi in banche e materassi. Commento di Marco Mascioli con intervento di Cristiano Shaurli, capogruppo PD.
Ribadito che la situazione a livello globale non vede grosse differenze se non l’aumento delle diseguaglianze tra Paesi ricchi e popolazioni povere, in costante lotta per sopravvivere alla denutrizione, si rende indispensabile l’adozione di un nuovo modello di sviluppo che modifichi questa tendenza inaccettabile, nel rispetto dei fondamentali valori riconosciuti e sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
A livello regionale si registra l’iniquità del sistema economico e sociale, si dibatte da qualche tempo sulle opportunità, la scelta di rinunciare all’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria, ovvero sostenere la libertà del singolo, esclusivamente in relazione con le sue capacità. I
In ogni caso è molto comodo poter scaricare sugli altri le responsabilità, su quanto è stato fatto finora, sul fatto che stiamo pagando le conseguenze degli errori altrui, senza che nessuno debba assumersi colpe e rischi (come è sempre stato). La gravissima crisi economica, che dura ormai da oltre sette anni, continua a prolungare le sue nuvole nere ben oltre i pur timidi segnali di ripresa, che troppo spesso sono raccontati dalle varie autorità governative e finanziarie, assolutamente colpevoli di superficialità. Ci preoccupiamo più degli immigrati che degli emigranti (o potenziali tali)?
NON CAMBIANO LE COSE CHE SI DOVREBBERO
Le parole che riecheggiano con maggior frequenza sono sempre le stesse: le tasse, il credito, le banche, il governo, i cattivi pagatori, i privilegi. Non cambiano le cose che dovrebbero, giacché proprio chi è incaricato di gestire le mutazioni, sarebbe maggiormente penalizzato. Così si continuano a penalizzare, tassare, vessare i poveri (o comunque meno abbienti), mantenendo le spese del settore pubblico, in particolare a livello centrale, invariate. La maggioranza delle persone è ormai sul punto di perdere ogni residua speranza nel futuro, anche perché è consapevole del fatto che sono perfino cresciute nel Paese, le già intollerabili diseguaglianze patrimoniali, reddituali e finanziarie, mentre si sono ristretti ulteriormente i valori di giustizia sociale, che sono la base della democrazia.
I CARTELLI “VENDESI” SBIADISCONO
In Friuli Venezia Giulia e in particolare nel Medio Friuli, da sempre considerato a ragione un paradiso per molti aspetti, la crisi è stata come le mode: arrivata tardi e seguita poco. La dimostrazione per esempio nei prezzi delle case come negli affitti di abitazioni e negozi: da mesi ovunque stanno calando vertiginosamente, qui rimangono fermi, anche se il mercato è bloccato.
Evidentemente non c’è tutta questa necessità di vendere o di locare. Capannoni sfitti, negozi chiusi da anni, case col cartello vendesi ormai quasi illeggibile per il passare del tempo, non spingono ancora a ribassare i prezzi, così si popolano le periferie, si costruiscono nuovi alloggi “tana”, altri centri commerciali, mentre in centro a Codroipo ci sono appartamenti, negozi e magazzini chiusi e utilizzati come vetrine per la polvere.
DENARO IN BANCHE E MATERASSI
Prestando molta attenzione alla statistica, vediamo che l’aumento dei residenti, delle attività commerciali, artigianali o di qualsiasi altro tipo, non trova corresponsione col numero dei posti di lavoro. Chiudono aziende medie che avevano dipendenti, aprono attività unipersonali o quasi.
La ricchezza diminuisce, la disoccupazione è in continuo aumento, la recessione colpisce quasi tutti i settori economici e, incredibilmente, il denaro si accumula. In estrema sintesi, è proprio la gravità e la durata della crisi a far sì che il denaro sia accantonato nei forzieri delle banche (oppure all’estero, ma anche il materasso funziona ancora), invece di entrare in circolo nel sistema economico sotto forma di consumi. Le banche, a loro volta, registrano un crescente aumento delle perdite sui prestiti e, di conseguenza, riducono l’erogazione dei finanziamenti alle imprese, costrette a limitare ulteriormente gli investimenti, se non a chiudere.
COSA FA LA CLASSE POLITICA?
Tuttavia, mi chiedo da anni se la classe politica, in particolare quella della nostra regione, a prescindere dal colore di turno, mentre gira con auto blu…. di tutti i colori, sia in grado di gestire, indirizzare, dirigere, governare un cambiamento di rotta, per esempio evitando il proliferare di centri commerciali periferici, possibilmente di proprietà estera, anziché migliorare la situazione dei residenti, Così ho chiesto un aggiornamento sulle nuove manovre a livello economico, orgogliosamente presentate dalla presidente Serracchiani, al capogruppo del PD, consigliere regionale Cristiano Shaurli.
Marco Mascioli