24/07/2024

A seguito dei risultati referendari sulla fusione tra Fiumicello e Villa Vicentina le dichiarazioni del sindaco di Fiumicello, Ennio Scridel e del sindaco di Villa Vicentina, Gianni Rizzatti.

Ennio Scridel, sindaco di Fiumicello

Il referendum consultivo per la fusione dei Comuni di Fiumicello e Villa Vicentina si è concluso con il 55,68% di pareri favorevoli espressi dagli elettori.
A Fiumicello è prevalso il “sì” con il 59,49% con 987 volti favorevoli, 9 schede bianche, 3 nulle e 672 i contrari su un totale di 1.671 i votanti.
Esprime soddisfazione il sindaco Ennio Scridel: “Il nostro lavoro è stato premiato dal risultato che ha visto un’ampia maggioranza esprimersi a favore del progetto di fusione. Considero ottimo anche il risultato di Villa Vicentina – dove il sì ha raggiunto il 47,47% – e mi sento di poterlo affermare in quanto, dal mio punto di vista, le previsioni di voto proiettavano uno scarto ben più importante, mentre alle urne anche i cittadini di Villa Vicentina hanno dimostrato di essere in larga parte favorevoli alla fusione”.
Scridel analizza anche l’affluenza al voto per il Comune di Fiumicello che si è attestata al 39,65%. “Il dato mi lascia un po’ perplesso ma a Fiumicello buona parte dei cittadini sente di fatto che la fusione già c’è, come se fosse un processo già innescato e non è facile spiegare questo atto amministrativo”.

Gianni Rizzatti, sindaco di Villa Vicentina

A seguito dell’esito referendario che ha visto per Villa Vicentina 405 voti contrari e 366 favorevoli, il sindaco Gianni Rizzatti rimetterà al consiglio comunale la decisione sull’opportunità di proseguire o meno con la fusione che ha visto complessivamente, tra i due Comuni, un esito favorevole del 55,68%. “Non posso non tenere conto dei 39 voti contrari alla proposta di fusione – spiega il primo cittadino – dopo essermi confrontato con la mia giunta, abbiamo deciso di portare l’esito referendario in consiglio comunale in modo che tutti i consiglieri possano esprimersi sull’opportunità di far applicare la legge regionale in base alla quale il “sì” complessivo del referendum porti alla fusione tra i due enti locali”.

La legge regionale prevede infatti che il quesito del referendum sia approvato quando la risposta affermativa (il SÌ alla fusione) raggiunge la maggioranza dei voti validi espressi. Pertanto, per valutare l’esito del referendum, gli elettori dei comuni che intendono fondersi vengono considerati complessivamente.

La legge prevede inoltre che l’esito negativo del referendum non precluda l’esercizio dell’iniziativa legislativa della Giunta regionale e degli altri soggetti legittimati. Ciò significa che l’iniziativa legislativa della Giunta regionale e degli altri soggetti legittimati potrebbe essere portata avanti anche in caso di esito negativo del referendum. La decisione passerà quindi in questo caso al Consiglio regionale, che deciderà se approvare o meno la proposta di legge che dispone la fusione dei comuni.

Dopo lo svolgimento del referendum ed entro 60 giorni, se l’esito dello stesso è stato favorevole, la Giunta regionale presenta al Consiglio regionale un disegno di legge sull’istituzione del nuovo Comune mediante fusione. L’iter si conclude con l’approvazione della legge-provvedimento che istituisce il nuovo Comune nato dalla fusione.

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