23/07/2024

A 35 anni di distanza dalle prime, sorprendenti scoperte in quella che si  sarebbe poi rivelata un’imponente necropoli altomedievale, in ampia percentuale riconducibile  alla popolazione longobarda, il Comune di Romans d’Isonzo compie un passo fondamentale per  la valorizzazione e la promozione del suo prezioso patrimonio archeologico, frutto di ripetute ed  estremamente proficue campagne di scavo. Coronando un percorso graduale, avviato – era il  2007 – con l’inaugurazione di uno spazio espositivo nella sede municipale e proseguito con una  serie di importanti e apprezzate mostre, l’amministrazione del sindaco Davide Furlan ha deciso  di fare il grande salto e di realizzare una sede permanente per il Civico Museo Archeologico,  che avvalorerà ulteriormente l’attuale status di “deposito museale” riconosciuto dal Ministero  per i beni e le attività culturali in funzione di un’adeguata conservazione dei reperti.

La portata e le potenzialità dell’operazione sono tali che il Comune, che pure già dispone di una  considerevole posta a bilancio, lancia un appello alla collaborazione: determinante sarebbe  infatti il sostegno di partner esterni, pubblici e privati, per sviluppare al meglio, nella forma più  completa possibile, un progetto che farà leva, con forza, anche sulla multimedialità e che potrà  rappresentare uno straordinario volano per il territorio, arricchendo il percorso archeologico  locale e regionale di una nuova, rilevante tappa.

Prestigioso lo spazio individuato per il Museo, che prenderà forma al secondo piano di Casa  Candussi Pasiani, immobile a vocazione polifunzionale, già sede della biblioteca civica, di un  auditorium e una ludoteca. «Locali ampi, che si prestano perfettamente allo scopo – commenta  il vicesindaco Michele Calligaris, che fin dal 2006, quando rivestiva il ruolo di assessore alla  cultura, segue costantemente il settore archeologico locale -. Disponiamo già del progetto  definitivo dell’opera e stiamo completando quello esecutivo: due distinti contributi, pari a  complessivi 550 mila euro circa, ci hanno consentito di finanziare la progettazione e ci  permetteranno di iniziare i lavori strutturali per la predisposizione delle sale museali. Nel  prossimo bilancio, invece, stanzieremo una posta per poter concretizzare l’allestimento».

Seguito, ovviamente, dalla Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia, con la quale il Comune  intrattiene stretti e proficui contatti, il progetto permetterà di esporre un’importante quantità  dei reperti affiorati dalle oltre 300 sepolture della necropoli, parecchie delle quali erano custodi  di ricchi corredi funerari: si sta al momento valutando quali e quanti, esattamente, inserire  nelle bacheche.  Un importante contributo  arriverà dall’Associazione Invicti Lupi, che fornirà  materiale filmico di particolare interesse, prodotto nell’ambito di un suo progetto in fase di  realizzazione proprio in questi giorni.

Nell’insieme, dunque, l’operazione si annuncia impegnativa, ma senza dubbio promettente: e  sono proprio le sue grandi potenzialità a far sperare che più soggetti – istituzionali e non – si  prestino a sostenerla. Già abbozzata una sinergia con l’Arlef, l’Agenzia regionale per la  lingua friulana, ai fini della traduzione anche in marilenghe del materiale didattico e  divulgativo.

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