Aprire uno sguardo sulla più stretta attualità – dai cambiamenti del costume all’evoluzione geo-politica internazionale, dalle trasformazioni sociali, ai nuovi linguaggi mediatici fino alla situazione dell’ambiente che ci circonda – è da sempre il centro del festival di Cinemazero Le Voci dell’Inchiesta, che torna a Pordenone tra mercoledì 13 e domenica 17 aprile con la sua nona edizione dopo un anno di stop. L’appuntamento con uno dei festival più originali del panorama nazionale, quest’anno vede nel “cinema del reale” il cardine attorno al quale ruoteranno gli incontri ed omaggi ai protagonisti del cinema e del giornalismo, articolati in una trentina di appuntamenti, tra eventi e proiezioni di documentari italiani e internazionali, selezionati nei più importanti festival del mondo (IDFA, Scheffield Doc/Fest, Götheborg, Toronto, Tribeca, New York Doc…), molti dei quali in anteprima assoluta per l’Italia. Il ricco palinsesto offrirà un’ampia panoramica sui temi oggi cruciali, a partire dal fenomeno migratorio senza precedenti che sta attraversando l’Europa: una fuga dalle guerre e dalla miseria che si infrange davanti a nuovi confini, nuovi muri di filo spinato che percorrono Paesi che ancora portano i segni di una guerra vicina e sconvolgente, come racconta la prima delle anteprime nazionali che qui a seguire si svelano: The fog of Srebrenica, film sui sopravvissuti al più grande massacro avvenuto in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale. Di sconcertante impatto è anche Credit for Murder dell’ex soldato israeliano Vladi Antonevicz, che getta un’inquietante luce sui gruppi di neo nazisti presenti e tollerati in Russia, fenomeno in rapida crescita in tutta Europa. Tutto inizia nel 2007, quando su YouTube appare un video shock dal titolo «Decapitazione di un daghestano e di un tagiko». Due anni dopo il regista decide di indagare sul caso, infiltrandosi – lui, ebreo – per sei lunghi anni in uno di questi gruppi di neo nazisti,
mostrando al mondo le atrocità che compiono nella totale impunità e con la collusione del governo russo. La ricognizione sui festival internazionali ha poi fatto emergere la necessità di raccontare i nuovi modelli di famiglia che si impongono ormai in tutto l’occidente, o analizzare i nuovi media e i fronti più innovativi del giornalismo e dell’analisi politica, come con “Requiem for the American Dream”: un dialogo durato 4 anni tra i registi Peter Hutchison, Kelly Nyks, Jared P. Scott e il filosofo, linguista e attivista politico Noam Chomsky, in cui si espone il profetico decalogo che ha portato la società americana (ma forse l’occidente tutto) a una disuguaglianza senza precedenti nella Storia. Non poteva mancare un argomento “must” delle Voci dell’Inchiesta: la coscienza ecologica. È lo chef-attivista austriaco David Gross a mostrare in Wastecooking: make food, not waste, come combattere lo spreco alimentare creando deliziose pietanze con l’utilizzo di alimenti destinati alla spazzatura. Un omaggio sarà dedicato alla regista e sceneggiatrice Liliana Cavani, di cui si vuole ricordare la produzione documentaristica d’inchiesta, meno conosciuta, ma che segnò l’esordio della sua carriera cinematografica (12 i documentari realizzati, tra il 1961 e il 2012), facendo proprio lo strumento dell’“indagine della realtà”.