Pubblichiamo una lettera di segnalazione-reclamo giunta alla nostra redazione, come anche all’Azienda per i Servizi Sanitari n.4 e per conoscenza all’Ordine dei Medici della Provincia di Udine.
La lettera è firmata da una collega giornalista che ha voluto descrivere quali risposte e consigli di “medicina creativa” ha ricevuto da due guardie mediche per far fornte ad un malore notturno. Che non sono servite a nulla, costringendo l’autrice della lettera a rivolgersi al Pronto Soccorso, dove il problema è stato risolto.
Le motivazioni e le domande che ci portano a pubblicare la lettera sono di ordine più generale rispetto al caso specifico.
La prima è nell’esempio che rappresenta per tutti coloro che, ritenendo di aver vissuto una inadeguatezza nell’assistenza sanitaria, devono saper reagire. Non è necessario avere una presunta “marcia in più” come nel caso della collega ma ogni cittadino può e deve rivolgersi agli organi di controllo e denuncia nel caso ne ravvisi l’opportunità, (dal tribunale del malato alle forse dell’ordine fino agli organi di informazione).
Questa lettera potrebbe moltiplicarsi in tutti quei casi dove invece, risolto il problema, rimane il silenzio su questa o quella anomalia… perche non si sa mai…
C’è poi la questione legata alla consulenza medica telefonica e alle responabilità che comporta la consulenza a distanza.
Se è vero che un consulto medico a distanza può ridurre al giusto ambito casi di ipocondria o casi facilmente inquadrabili e risolvibili dal punto di vista diagnostico, è anche vero che l’allungamento dei tempi su casi più sospetti che si pensa di curare con la camomilla, può portare ad esiti fatali.
Quindi, come nel caso descritto, il mix tra il non voler alimentare un intasato pronto soccorso da parte di chi sta male e le indicazioni creative delle due guardie mediche he coinvolte al telefono nell’episodio, può essere foriero di esiti anche nefasti. Fortunatamente tutto si è risolto per il meglio.
Non volendo in nessun modo generalizzare gettare discredito su una sanità regionale di cui possiamo ben vantarci in Italia, dobbiamo però essere sempre coscienti e convinti che questi risultati dipendono dalla qualità del servizio (infrastrutture, risorse uamne, competenze, sensbilità, attenzione) e dalla attiva vigilanza collettiva su tutto questo.
GFB
Ecco il testo della lettera, indirizzata a URP ASS4 Medio Friuli, media locali e Ordine dei Medici della Provincia di Udine.
Oggetto: segnalazione e reclamo relativi a indicazioni sanitarie ‘creative’ da parte di due Guardie Mediche in servizio la notte del 16 maggio.
Borsa dell’acqua calda prima. Camomilla poi.
Mi sono sentita fornire queste indicazioni “sanitarie”, si fa per dire, da due medici contattati nella notte del 16 maggio per crampi addominali fortissimi che non mi consentivano di stare in piedi e mi creavano dolori di forte intensità.
Prima di ‘intasare’ il Pronto Soccorso, credendo ancora nella funzione elimina-code della Guardia Medica, contatto il servizio territoriale ed espongo la situazione punto per punto.
Telefonicamente una dottoressa, verso le 2 di notte, mi dice di assumere la tachipirina 1000, non avendo io in casa altri farmaci, e, cosa ancora più importante – lo sottolinea più volte nel corso della chiacchierata – di tenermi una borsa di acqua calda sull’addome…
Mi dice di aspettare un’ora e poi richiamare. I dolori aumentano e dopo 45 minuti sono costretta a ricontattare la Guardia Medica. Mi risponde un dottore (la sua collega della borsa d’acqua calda aveva terminato il turno) e mi rivela che per questi problemi la tachipirina non va bene e dunque la sua collega aveva sbagliato.
Che devo fare?, domando.
“Provi con la camomilla, se non passa vada in ospedale”.
Con la camomilla?
Credo non servano parole ulteriori per commentare queste indicazioni ‘terapeutiche’ davvero particolari…
Morale: alle 3.15 mi reco in Pronto soccorso a Udine dove per fortuna vengo trattata non con camomilla o borse d’acqua calda, ma con flebo.
Quanto indicato in questa lettera/reclamo – relativamente alla quale ho informato preventivamente l’Ordine dei Medici di cui sono addetto stampa – serva per una riflessione sul comportamento deontologico di certi medici e sull’utilità del servizio svolto in siffatto modo.
Grazie per l’attenzione e gli opportuni provvedimenti in merito.