Nel periodo 2011-2015, l’aeroporto del Friuli Venezia Giulia ha registrato una costante perdita di fatturato (-21% nei 5 anni), soprattutto per la continua perdita di passeggeri (Cagr, ovvero tasso di crescita annuo, negativo pari a -3,6%). Scarso appeal commerciale, struttura dei costi insostenibile, struttura organizzativa rigida e inefficiente. Il flusso di cassa operativo, che passa dai 2,1 milioni di euro del 2011 ai 720mila euro del 2015. Il patrimonio netto che si è ridotto del 52%, perciò oggi la società ha un valore pari a zero.
Questa è l’analisi presentata dagli attuali Antonio Marano e Marco Consalvo, rispettivamente presidente e direttore generale dell’Aeroporto del Friuli Venezia Giulia ai componenti La prima e la quarta Commissione del Consiglio regionale.
Antonio Marano
Marco Consalvo
Negli ultimi 13 anni (2003-2015) – ha sottolienato Consalvo -, l’azienda ha accumulato perdite superiori a 8 milioni (mln) di euro, il costo del personale si è incrementato del 30%, ha fatto investimenti per 17 mln rispetto ai 25 programmati per il periodo 2016-2019.
Inoltre, negli anni 2011-2015 emergono criticità strutturali: tutti i principali parametri del conto economico (ricavi, costi e margine operativo) riportati al passeggero sono peggiori degli altri aeroporti del Nord-Est; la struttura dei costi è insostenibile e il costo del lavoro (personale) per passeggero è quasi il doppio degli aeroporti Save di Venezia e Treviso, ovvero 4,48 euro contro 2,75, mentre i ricavi sono di 9,27 euro contro i 12,76 di Save; con la configurazione gestionale del 2015, AFVG perde 7 euro per ogni passeggero in arrivo.
Otto, allora, gli obiettivi inseriti nel Piano industriale 2016-2020: incrementare il volume dei passeggeri sino a superare il milione di persone; diventare una moderna infrastruttura di trasporto aereo integrata con altre modalità regionali; migliorare le performance delle attività cosiddette “non aviation”; rendere efficienti i costi operativi; partecipare alla copertura degli investimenti, per sviluppare il relativo Piano, attraverso un apporto minimale di capitale da parte dell’azionista Regione; far crescere il Pil regionale anche prevedendo un contributo regionale per sostenere lo sviluppo turistico che farà attrarre nuovo traffico all’aeroporto; riorganizzare l’azienda per recuperare l’efficienza della struttura; introdurre un sistema di incentivi che premi i dipendenti sulla base dei risultati raggiunti.
Se, nel 2015, il flusso operativo di cassa è stato di 720mila euro, la previsione per quest’anno è di passare a 1,07 mln, che salgono ancora nel 2017 sino a 2,47, 3,67 l’anno dopo, 3,44 nel 2019 e infine 4,86 nel 2020.
Non solo, perché si prevede pure che, nel periodo di regolamentazione tariffaria 2016-2019, il traffico raggiunga i 985mila passeggeri, con una crescita media del 7,2%. I voli di linea dovrebbero aumentare del 6,9%, i charter del 15,7%, i cargo del 6,4%.
Suddividendo gli investimenti in macro-aree, per il terminal passeggeri sono previsti 7 mln nel 2016 e 1,45 nel 2017, per un totale di oltre 10 mln nel periodo 2016-2019 (soprattutto si prevede di ristrutturare i servizi igienici, riqualificare i gate, posizionare nuovi ascensori, creare nuove aree, semplificare la logistica, offrire nuovi controlli per la sicurezza).
Alle infrastrutture di volo andranno quasi 2,22 mln nel 2016 e 5,1 nel 2017, per oltre 12 mln al 2019; per lo sviluppo dell’intermodalità si spenderanno 2,5 mln nel 2016 e 7,4 nel 2017, per totali 16,8 mln circa a fine quadriennio. Per il polo intermodale, ci saranno finanziamenti per un milione di euro, nel 2016-2017, anche da parte di Rete ferroviaria italiana (Rfi), si tratta di creare una infrastruttura mirata di interscambio tra le forme di trasporto aria-gomma-ferro: nel 2017 sarà realizzato il primo lotto del polo intermodale, il secondo terminerà nel 2019.
A chiusura del suo intervento, Consalvo ha garantito che AFVG non perde passeggeri con l’aeroporto di Lubiana ma con Save Venezia.
Per l’Amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia va apprezzata l’analisi che è stata offerta dai vertici della società di gestione dello scalo di Ronchi dei Legionari.
In base a quanto osservato dall’assessore regionale alle Finanze, Francesco Peroni, essa è frutto di un indirizzo metodologico che la Giunta rivendica, perché come primo atto d’avvio della nuova governance ha prescritto una due diligence aziendale che consentisse di comprendere lo scenario su cui si trovava la struttura e quindi di elaborare una strategia. Questo è stato fatto e ha prodotto dati che occupano metà del
documento presentato ai consiglieri regionali, dati certo non lieti, ma veri e ormai noti.
Il secondo aspetto apprezzabile è stato il contenuto ‘terapeutico’, cioè la strategia di rilancio declinata nei
diversi fronti d’intervento, che risponde tra l’altro agli indirizzi che la Giunta aveva dato a suo tempo.