10/09/2024

La violenza ostetrica, cioè il trattamento fisico e verbale non rispettoso subito dalle partorienti nelle strutture sanitarie. È il tema di un progetto internazionale quadriennale vinto e coordinato dall’Università di Udine e finanziato con 598mila euro dall’Unione europea. Campo d’azione della ricerca sarà l’Europa e l’America Latina. L’Ateneo friulano guiderà un partenariato di 19 istituzioni di nove Paesi, sei europei e tre latinoamericani. Responsabile scientifica della ricerca è Patrizia Quattrocchi, docente del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale, esperta di antropologia medica. Da anni Quattrocchi studia le politiche del parto e della nascita in vari contesti e guiderà un team di 39 specialisti, tra cui ricercatrici e docenti, professionisti della salute e membri di organizzazioni civili. Il progetto vinto dall’Università di Udine, intitolato “Obstetric Violence (IPOV): an innovative tool for a respectful maternity and childbirth care”, rientra nel programma europeo Horizon–Marie Sklodowska Curie Actions.

Gli obiettivi – Il principale obiettivo dell’iniziativa è realizzare una piattaforma digitale internazionale, interdisciplinare e intersettoriale.

Uno strumento che connetta ricerca, formazione innovativa dei professionisti della salute – basata su prospettiva di genere e diritti umani – e politiche pubbliche attente alla prospettiva delle donne e della società civile. La piattaforma metterà a disposizione un’ampia gamma di esperienze, frutto del trasferimento di conoscenza tra i membri del team.

«Lo scopo – spiega Quattrocchi – è contribuire al dibattito sociale, politico e medico su questo tema, considerato dall’Organizzazione mondiale della sanità un rilevante problema di salute pubblica e alla costruzione di un’alleanza tra comunità scientifica, professionisti della salute, decisori politici, donne e società civile, per ripensare le modalità di un atto fondatore per eccellenza: come veniamo al mondo».

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