Oggi alle 18.00 sulla piattaforma ZOOM.US un tema di stringente attualità, quello della crisi economica come conseguenza della crisi pandemica. L’argomento sarà trattato nella conferenza online organizzata dall’Università Popolare di Udine e avrà come ospite il professore Carlo Cottarelli direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici italiani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e visiting professor presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi.
Il titolo della conferenza è “L’economia italiana durante e dopo la pandemia”. L’appuntamento è per oggi alle 18.00 online, sulla piattaforma Zoom (www.zoom.us): l’invito è sia per gli associati e sia per i non iscritti. Per ricevere l’invito a partecipare bisogna mandare un’ E-mail a unipop.udine@gmail.com. La registrazione sarà visibile in differita anche sul canale YouTube ufficiale dell’Università Popolare.
La pandemia ha portato e sta portando molti settori sull’orlo della crisi, cosa c’è di buono e cosa no nel recovery plan approvato dal Governo? Come analizzare la situazione attuale e le prospettive future del dopo pandemia?
Parlerà di Italia soprattutto ma anche di Europa, perché i soldi vengono non tanto dallo stesso recovery plan, quanto dalla Banca Centrale Europea. La nostra situazione finanziaria, il fatto che ci stiamo indebitando, cosa dobbiamo fare perché questo debito sia sostenibile, quali sono i rischi per il futuro e quali le sfide per il nostro paese.
L’Italia, vista la sua debolezza in campo economico, è uno dei principali beneficiari degli interventi europei e il dibattito sul migliore utilizzo degli aiuti è ampio e diversificato. Come sarà il dopo? Una volta risolto il problema del contagio tornare al 2019 non sarà difficile, secondo Cottarelli, il problema è invece quello di andare oltre. Erano vent’anni che l’Italia non cresceva, l’ultimo è stato il peggior ventennio dall’Unità d’Italia. Sarà fondamentale intraprendere tutte le riforme che non sono state fatte, quelle della giustizia, della pubblica amministrazione, della tassazione, dell’istruzione: sono previste ma ora occorre realizzarle.
Il 39% delle risorse del recovery plan hanno iniziative “verdi” mentre tutte le altre devono essere quantomeno neutrali. Detto ciò l’Italia è l’ultimo paese che si deve occupare di avere troppa crescita: con la pandemia c’è stata una caduta del 10% del nostro reddito, nel 2020 siamo tornati al reddito dei primi anni novanta. Il rapporto tra consumo energetico e PIL è sceso negli ultimi trent’anni, qualche iniziativa dunque è stata fatta.