23/07/2024

Fare massa critica per riconquistare un nuovo livello di leadership globale, un processo che può avvenire agendo su prodotto, internazionalizzazione e ristrutturazione. Gli Stati generali del Legno – Arredo, promossi da Unindustria Pordenone con la collaborazione ed il contributo di ASDI / Distretto del Mobile del Livenza e Camera di Commercio di Pordenone (partnership della Bcc Pordenonese), hanno messo all’evidenza di imprenditori e istituzioni, descrivendola in un Piano di rilancio straordinario, la necessità per le imprese di uno dei Distretti di settore più importanti d’Italia, di fare davvero sistema. Le soluzioni proposte sono numerose: aggregazione sui progetti, contratti di rete e fusioni societarie. Subito disponibile, al fine di incentivare questa auspicabile tendenza aggregatrice, una Task Force (già esistente) che potrà e dovrà fornire supporto operativo e, cosa assai importante in questo particolare momento di sofferenza del credito e della finanza, ricercare finanziamenti europei, nazionali, regionali e privati.

AGRUSTI: DALLA CRISI NUOVE OPPORTUNITÀ’ di COESIONE. Il Presidente di Unindustria Pordenone, Michelangelo Agrusti, ha ricordato di come un anno fa, analizzati i numeri del comparto, che aveva già lasciato per strada oltre il 20% del fatturato pre-crisi, si decise d’intervenire come mai in passato. «L’avvio di un processo di rilancio non era procrastinabile – ha detto –, ci mobilitammo per individuare una politica industriale e una strategia operativa realizzabili. Un’operazione complessa confezionata da Unindustria, da Asdi / Distretto del Mobile Livenza, dalla Camera di Commercio e col supporto delle imprese che hanno partecipato attivamente al processo, una trentina circa. Le crisi – ha detto ancora parlando a un auditorium Concordia gremito in ogni ordine di posto – sono sempre un fattore di sofferenza personale per tanti di voi e noi, ma sono anche straordinarie opportunità perché ci obbligano a fare cose che non avevamo mai fatto in precedenza. Per cui, tante tirchierie spirituali che abbiamo avuto tra noi, tante gelosie, tante ritrosie a mettersi insieme, ora possono venir meno perché la necessità è inderogabile. Non possiamo immaginare di seguire la stessa storia di altri Distretti – ha spiegato ancora il Presidente – c’è un territorio vitale con imprenditori forti, motivati, con visione… costoro debbono essere il traino per le migliaia di lavoratori e le centinaia di imprese che operano mantenendo famiglie e coesione sociale di un territorio intero. Vogliamo essere impresa delle imprese, stare al vostro fianco per costruire un futuro imprenditoriale migliore e più competitivo». Parlando dello stretto legame tra impresa e cultura e ricordando felici esperienze di altre macro aree produttive, Agrusti ha auspicato la creazione, a Nord Est, di un grande Politecnico capace di supportare un sistema industriale complesso ed evoluto qual è quello triveneto. L’augurio – ha concluso il Presidente di Unindustria – è di uscire da questa giornata di lavoro diversamente da come siamo entrati considerando questo come l’inizio di un lavoro assai faticoso che avrà successo solo se una parte di voi, quella importante, ci crederà. Allora, ne sono sicuro, tutti vi seguiranno». Coesione, leadership e fiducia, quindi.

ETICA E FIDUCIA. Riprendendo alcune delle linee – chiave dell’intervento di Presidenza, Fabio Simonella, presidente della Sezione Legno – Arredo di Unindustria Pordenone, ha dapprima descritto l’impatto del sistema – Legno / Arredo sul territorio spiegando che «Il 25% della popolazione è collegato direttamente o indirettamente al settore del mobile, difendere il settore significa salvare il territorio. Non dobbiamo spezzare la filiera del legno ma ritrovare la fiducia tra noi imprenditori, è necessario guardarci negli occhi e fare sistema. Aggregarci senza gelosie – ha proseguito Simonella – e andare insieme sui mercati esteri». Frasi importanti per numeri importanti, snocciolati dal presidente di Sezione: il nostro territorio rappresenta il 10% del macro – sistema arredamento italiano, impiega circa 17.500 persone e coinvolge, direttamente o indirettamente, oltre 1.700 imprese (1.739). Il fatturato è di circa 2 miliardi di cui un 30% all’estero.

CONGIUNTURA E PREVISIONI. Un compito duro, quello descritto da Agrusti e Simonella come testimoniato, ancora una volta, dai numeri. Rispetto a inizio crisi c’è un 10% di imprese in meno, il calo del fatturato è del 20%, del 12% per quanto attiene l’occupazione e, infine, una flessione dell’export che ha raggiunto il 14%. Mauro Manassero, Presidente di Asdi / Distretto del Mobile Livenza, a commento di numeri che impietosamente hanno fotografato lo stato di salute del comparto, si è comunque detto ottimista: «La nostra situazione, se confrontata al manifatturiero, è migliore. L’analisi congiunturale relativa al secondo trimestre dell’anno, infatti, ci restituisce un +0,6% di produzione, una crescita degli ordini esteri (+4,3%) e del fatturato estero (+4,8%), con sostanziale stabilità degli altri indicatori. Per quanto concerne il Mobile, l’export è ancora la sua locomotiva (+4,9% il fatturato), mentre nel Legno registriamo fatturato in crescita (+4,9%) per il fattore prezzo delle materie prime ma indicatori di performance senza slancio, sia sul mercato interno sia estero. Nello spaccato per dimensione di impresa, invece, chi soffre meno sono le Pmi con numero d’addetti compreso tra 10-49, con segni positivi su ordini e fatturato estero nonché produzione. Risultati positivi solo dall’occupazione per le aziende con 3-9 addetti mentre per le medie (50-249 addetti) la tenuta è solo sul fronte estero. Le previsioni per il terzo trimestre sono positive sul fronte occupazione e performance di fatturato su estero. Non vi è infine nessuna differenza sostanziale con i risultati di previsione del manifatturiero pordenonese sui saldi (tenuta sostanziale dell’occupazione, già ordini interni, fatturato e produzione)». Manassero ha colto l’occasione per comunicare l’allargamento del Distretto a 18 degli 11 comuni originari, un fatto, ha aggiunto, che allarga in maniera importante la base geografica del nostro organismo.

CRISI E CAUSE. La crisi del mobile è legata a numerosi fattori, non necessariamente legati alla contingenza economica. Tra di essi, per esempio, la necessità di far approdare ai mercati di riferimento proposte di prodotto differenti, funzionali a un nuovo stile di vita. «All’evoluzione sociale e al mutamento degli stili di consumo – ha spiegato Paolo Candotti, direttore generale di Unindustria Pordenone – vanno poi sommati la globalizzazione dei mercati, il cambiamento dei canali distributivi e la polarizzazione della domanda. La difficoltà a dialogare commercialmente con l’estero, unita al crollo del mercato interno, ha rapidamente provocato la riduzione dei fatturati, l’insaturazione degli impianti, un aumento dei costi a fronte della diminuzione della redditività e, quindi, la forte stretta creditizia. Il generalizzato calo dei consumi è più evidente tra i beni durevoli, classe di prodotto maggiormente colpita dalla flessione». La cronica mancanza di liquidità ha mortificato qualsiasi velleità di rilancio. Ed anche di questo si è parlato nel dettaglio. «La stretta creditizia in Friuli Venezia Giulia – ha aggiunto ancora Candotti – ha fatto registrare il saldo peggiore nel raffronto tra impieghi vivi concessi a società non finanziarie con almeno venti addetti. Se l’erogazione di liquidità destinata dalle banche alle imprese si è contratta, in soli 6 mesi (06–12 / 2011), del 4,2% contro l’1,8% della media nazionale, c’è poco di cui stupirsi e molto di cui preoccuparsi».

LINEE di INTERVENTO E INIZIATIVE. Le leve di intervento individuate nel Piano, che come ripetuto più volte da tutti non può prescindere dalla volontà o meno delle aziende del Distretto a fare o rifare sistema, sono tre: ristrutturazione, innovazione e internalizzazione. Della prima fanno parte le progettualità per la centralizzazione degli acquisti, l’introduzione del Livenza Production System e le tecnicalità necessarie a favorire la razionalizzazione industriale. L’innovazione punta invece su sostenibilità ambientale, ricerca e migliore accesso al credito. Nell’ultimo cluster è finita la promozione sui mercati esteri accanto alla creazione di nuovi canali distributivi, politiche di licensing e una maggiore presenza in ambito contract.

FINANZA E IMPRESE. Quanto mai efficace e diretto l’intervento di Gianmarco Zanchetta, direttore della finanziaria regionale Friulia secondo il quale «mondo dell’impresa e del credito parlano lingue completamente diverse. Per noi le banche, diversamente dal passato, sono divenute controparte». Secondo il manager pubblico «da questo empasse possiamo uscirne solo facendo fattor comune, mettendoci in testa che la finanza, in futuro, non sarà più erogata come è avvenuto nel recente passato, sono venuti meno i presupposti di sistema. Dobbiamo, tutti insieme, costituire un nuovo modello di lavoro e relazioni tra impresa, finanza pubblica e sistema bancario, altrimenti l’impresa muore». Zanchetta, plaudendo all’iniziativa congiunta di Unindustria Pordenone e Distretto ha detto, rivolgendosi ad Agrusti, «siete partiti con il piede giusto e la Regione, attraverso gli strumenti che sono già disponibili, potrà in qualche modo inserirsi nelle logiche operative del vostro Piano».

FEDERLEGNO. Gradito fuori programma da parte di Roberto Snaidero, presidente di Federlegno che ha riportato l’umore di altri distretti italiani visitati di recente (ha fatto l’esempio di Salerno) dove la situazione è simile a quella descritta poco prima dai colleghi di Pordenone. «Le problematiche sono importanti – ha detto – ma abbiamo la forza per uscirne».

Ha concluso i lavori il Presidente della Regione, Renzo Tondo, il quale, oltre ad aver condiviso la visione sistemica di Unindustria e del professor Philippe Daverio, moderatore che ha catturato a tratti la platea con una serie di spunti assolutamente interessanti, parte di quali sintetizzati durante gli interventi di Fama, Luxottica e Pasta Zara, chiamate a portare un contributo di successo sistemico al di fuori del core business della giornata, ha illustrato, come poco prima di lui aveva fatto la collega alle Attività Produttive, Federica Seganti, gli strumenti che l’Esecutivo regionale mette, ha messo e metterà a disposizione delle imprese del Friuli Venezia Giulia in materia specifica.

Ufficio Stampa
Massimo Boni

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