Rispetto ad una manciata di giorni fa tutto è cambiato, la realtà ha superato l’immaginazione; il mondo è cambiato e ci costringe a prendere atto di una realtà in cui si fa largo sempre più l’angoscia del dopo emergenza. Sì, perché se oggi la preoccupazione è concentrata sul contenimento sanitario della pandemia e sulla ricerca dei suoi anticorpi, con l’obiettivo di salvare le vite umane, già ci sono evidenti segnali di una “tragicità” di quel baratro che si sta producendo dal prolungato fermo economico e sociale su base planetaria. Oggi le misure cosiddette “draconiane” sono in riferimento alle decisioni prese e da prendersi sul contenimento della pandemia ma eguali misure dovranno essere assunte nel dopo emergenza, per far ripartire l’economia, altrimenti il prezzo da pagare sarà altissimo e come sempre ricadrà sulle spalle della maggioranza delle popolazione e di chi imprende e non sulle èlites.
Se l’Italia, pur nelle inevitabili approssimazioni ed errori, pensa di ritagliarsi un ruolo guida nelle scelte che oggi si compiono per debellare la pandemia, allora lo faccia anche su quelle strade che andrebbero subito percorse, per non assistere impotenti al crollo dei sistemi socio-economici che fino ad oggi hanno comunque garantito la tenuta delle democrazie. Nel bollettino di guerra, oltre ai numeri di contagiati, guariti e morti, si aggiungono quelli sempre più da brivido, relativi agli indici negativi delle borse, delle manifatture e dei commerci che ci stanno indicando la direzione di una schianto finale se non si adotteranno misure epocali, ben superiori ai proponimenti abbozzati o insufficienti da governicchio.
Siccome gli altri paesi due settimane fa ci prendevano in giro dandoci degli “appestati” ed ora invece prendono le stesse nostre misure drastiche chiamandole “Metodo Italia” (cfr. Macron, Merkel ecc…) noi proponiamo che con coraggio, determinazione ed unitarietà politica, gli italiani diano tre esempi, sia al mondo che per il rilancio del loro Paese che potrebbero diventare il “Metodo Italia per l’Economia” anche per gli altri paesi.
I trattati europei prevedono il superamento del “patto di stabilità” ed anche aiuti diretti a fondo perso agli stati colpiti da emergenze come questa.
Prima decisione da prendere è la CANCELLAZIONE per l’esercizio 2020 di “TUTTE LE TASSE NAZIONALI E LOCALI A TUTTI “, tranne che alle attività che dall’emergenza hanno tratto utili grazie al mantenimento dei servizi ( GDO, farmacie, telefonia, industria farmaceutica ecc.ecc) che andranno definite precisamente.
Secondo punto è il varo di un piano Marshall imperniato su un colossale piano per la costruzione di opere pubbliche e rifacimento/ristrutturazione del patrimonio edilizio: abbattimento e ricostruzione di tutti gli edifici pubblici costruiti dal dopoguerra in poi utilizzando tecniche di bioedilizia e risparmio energetico
Terzo punto è invertire drasticamente il principio secondo il quale chi guadagna di più paga più tasse: accendere l’imprenditorialità, più utili meno tasse,meno utili più tasse. Ovviamente gli utili non distribuiti ai soci sui quali dovrà gravare una tassa non inferiore al 25%. In altre parole, nel tentativo di recuperare terreno rispetto alle disastrose conseguenze di un dissesto sociale, si dovrà premiare ed incentivare la parte più intraprendente della società perchè il benessere possa essere ricostruito e redistribuito.
Questa rivoluzione farebbe rientrare in circolo anche gran parte del “sommerso” che in Italia si stima in 120 miliardi all’anno.
E non ultimo anche investimenti esteri che sono mancati negli ultimi 20 anni.
Basta bonus che non sono altro che un voto di scambio legalizzato ma briglie sciolte all’imprenditoria e ai lavori pubblici, piccoli e grandi.
euroregionenews