Stanley Kubrick prima di diventare un regista geniale, fu un fotografo geniale. A soli 17 anni venne assunto da Look Magazine, una fra le più importanti riviste U.S.A. per la quale documentò, tra il 1945 e il 1950, i diversi aspetti della società newyorchese e americana, manifestando una straordinaria sensibilità fotografica e capacità narrativa attraverso le immagini.
Dal I. ottobre 2021 al 30 gennaio 2022, l’Ente regionale per il patrimonio culturale propone al Magazzino delle Idee la mostra, dedicata alla eccezionale carriera da fotoreporter di Kubrick prima che divenisse il celebre regista che tutti conosciamo. In esposizione a Trieste 130 fotografie e circa quaranta numeri Look, in cui compaiono molte delle immagini scattate dal giovane artista. Le immagini testimoniano lo straordinario talento per le storie e le inquadrature di uno dei geni cinematografici del dopoguerra, regista di capolavori come Orizzonti di Gloria, Lolita, 2001 Odissea nello spazio, Il Dottor Stranamore, Arancia Meccanica, Barry Lyndon, Shining, Full Metal Jacket e Eyes Wide Shut.
Attraverso i suoi scatti, spesso organizzati in sequenze narrative, Kubrick racconta i diversi aspetti di una società in rapida evoluzione, le sue contraddizioni, l’evoluzione dei rapporti fra le persone, i protagonisti del mondo dello spettacolo nei suoi diversi aspetti – dalla boxe, alla nascente televisione –
Nel 1950 lascia il suo lavoro Look per dedicarsi ai cortometraggi e al film Paura e desiderio (1953), primo di una straordinaria avventura da regista.
Il primo scatto di Kubrick pubblicato da Look è datato 26 giugno 1945. Si tratta del ritratto di un edicolante affranto per la morte di Roosevelt. Un’immagine che affascinò a tal punto gli editors di Look da indurre la rivista ad offrire al fotografo dilettante la possibilità di entrare nello staff come fotoreporter.
Oltre alle immagini scattate nei vicoli di New York, così come nei luoghi dell’alta società, nei night club e negli stadi, negli studi televisivi e radiofonici, in mostra si possono ammirare i servizi fotografici dedicati a una serie personalità del mondo del cinema, dello sport, della cultura: il giovane attore Montgomery Clift, ripreso nell’appartamento nel quale conduce una vita del tutto ordinaria nonostante la fama ormai raggiunta, e ancora il campione di boxe italo-americano Rocky Graziano, uomo dall’infanzia difficile, colto da Kubrick lontano dai riflettori; Peter Arno, fumettista bohémien nel suo appartamento di Park Avenue; Betsy Furstenberg, simbolo della vita mondana newyorkese contrapposta all’esistenza precaria dei piccoli lustrascarpe che si aggirano agli angoli delle strade di New York con il loro sguardo rivolto alla speranza di una vita diversa e dei giovani ritratti nelle diverse fasi dell’amore adolescenziale.
Kubrick punta la macchina fotografica anche sugli artisti del circo, fotografati durante le prove, mentre negli scatti della Columbia University, il giovane reporter osserva da dietro l’obiettivo il luogo d’élite per eccellenza dove l’America forma la classe dirigente del futuro.
A rendere particolarmente interessante la mostra al Magazzino delle Idee, è la presenza, accanto alle fotografie sviluppate in grande formato, dei numeri di Look in cui le immagini apparvero per la prima volta. È così possibile cogliere il contesto giornalistico per cui furono concepite e metterle in relazione agli articoli o ai testi che le accompagnarono.
L’esposizione non si limita tuttavia a proporre il materiale edito da Look. Molti degli scatti di Kubrick non trovarono spazio nelle pagine della rivista, per lo stile eccentrico, per il carattere anticonvenzionale per i tempi o rispetto alla linea editoriale del giornale. Si tratta tuttavia di immagini straordinarie che documentano l’evoluzione dell’estetica del grande regista e ci permettono oggi di coglierne appieno il precoce talento.
Nella sezione finale della mostra sarà proiettato un cortometraggio di Stanley Kubrick, il documentario incentrato sul pugile e attore Walter Cartier, Day of the Fight (1951). Il lavoro fotografico su questa personalità del Bronx divenne lo storyboard del film e consentì a Kubrick di elaborare le scene, gli angoli di ripresa, le inquadrature e le luci. Kubrick continuò ad affidarsi alle fotografie per l’elaborazione delle proprie sceneggiature per tutta la vita. Questa sezione comprenderà anche un estratto dal suo secondo lungometraggio, Killer’s Kiss (1955) fortemente legato all’estetica e ai temi del film noir – boxe, crimine, sale da ballo e showgirl – già oggetto dei suoi servizi per Look.
Mostra organizzata da Erpac in collaborazione con il Museo della Città di New York e l’Archivio Stanley Kubrick, a cura di Sean Corcoran e Donald Albrecht.