Piero Mauro ZANIN sindaco di Talmassons, un comune del Medio Friuli con poco più di quattromila residenti, è spesso alla ribalta della cronaca per rappresentare oltre 56 sindaci (in verità sono quasi 70) della nostra regione che hanno presentato una serie di ricorsi al tribunale amministrativo regionale contro la Regione Friuli Venezia Giulia. Sostanzialmente si tratta della legge regionale 26/2014 sulle unioni territoriali intercomunali e le diverse forme di prepotenza gestionale.
Dal TAR si attendono ancora molte risposte, ma due punti sono stati chiariti: la legge non è anticostituzionale, ma la Regione non può commissariare i comuni retti da sindaci regolarmente eletti, solo perché non vogliono sottostare alla volontà delle imposizioni triestine.
La situazione attuale viene descritta come idilliaca da entrambe le parti: l’assessore regionale alle autonomie locali Paolo Panontin esalta la possibilità di continuare per la sua strada di riforma, i sindaci “ribelli” sono fieri di aver avuto la conferma dell’inammissibilità del commissariamento, solo perché non condividono l’utilità delle UTI.
I rappresentanti della Regione e della delegazione dell’ANCl FVG (associazione nazionale comuni italiani) condividono la validità della proposte contenute nel documento del direttive dell’ANCI FVG approvato in data 30 marzo 2016, come integrato dall’esecutivo dell’ANCI FVG in data 15 giugno 2016. Valutano positivamente le modifiche alla legge regionale 26/2014 apportate in sede di commissione consiliare al DDL stralcio 106-02. Prendono atto che la cancellazione del Fondo perequativo 2016 ristabilirebbe le condizioni di leale collaborazione che costituiscono il presupposto per mantenere aperto il dialogo fra Regione e autonomie locali per la realizzazione delle riforme.
Che si tratti della fine della “lotta” tra alcuni sindaci e la Regione Friuli Venezia Giulia, non ci crede nessuno, ma che questa tregua, possa stimolare la revisione della legge regionale e per facilitare il superamento degli ostacoli residui alla partecipazione dei Comuni al processo di riforma, potrebbe rappresentare già un passo avanti. Intanto la prospettiva di sentenze definitive da parte dei portatori di ermellini sembra rientrare nelle tempistiche normali (chissà quando?).
Marco Mascioli