Il taglio di deputati e senatori è stato approvato e i pentastellati esprimono la loro “gioia” per aver fatto vincere questo pluriennale cavallo di battaglia che porterà risparmi per appena 100 milioni. Non tutti, però, esprimono altrettanta “gioia”, anche se costretti a votare il sì, compresi alcuni cinquestelle.
Debora Serracchiani del PD, ha affidato ad una nota il suo “non entusiasmo”, scrivendo chiaramente che “Abbiamo fatto un accordo politico con il M5S per far nascere un Governo di salvezza nazionale, abbiamo dovuto fare un compromesso in cui c’era anche questo taglio. Ho rispettato l’impegno preso ma il mio voto è un sì senza entusiasmo”.
“Nelle garanzie che abbiamo ottenuto e messo nel documento di maggioranza – continua la
parlamentare – ci sono molti correttivi imprescindibili, dato che ci sono Regioni in cui la rappresentanza rischia di essere ridotta drasticamente. Non dimentico che il Friuli Venezia Giulia avrà un taglio del 42,9% dei rappresentanti in Senato e che rimane aperta la questione delle minoranze linguistiche”.
Per Serracchiani “la legge elettorale sarà il luogo in cui dovremo lavorare per ritrovare un equilibrio che adesso non c’è, come sempre accade quando si fanno ‘tagli lineari’”.
Serracchiani ben sottolinea quanto ora diventi importante accelerare la riforma della Legge elettorale, che però non si farà dall’oggi al domani Intanto rimangono le penalizzazioni di rappresentanza, di cui il Friuli Venezia Giulia è tra le vittime. Insomma un carro davanti ai buoi che ci allontana da Roma.