10/09/2024

In questi giorni sto scrivendo un articolo che definirei alquanto “cattivo”. Ogni giorno, se non più volte al giorno, aggiungo riflessioni, fatti e novità che attirano la mia attenzione. Dalla storia della sanità in Friuli Venezia Giulia, ai decreti quotidiani o quasi, dalle conferenze stampa alle statistiche, dai post fantasiosi alle infrastrutture informatiche. Forse alla fine sarà più un tomo che un articolo. Adesso però non  è il momento. Innanzi tutto perché non c’è proprio bisogno di rattristarci, oltre a tutto quello che propinano i mezzi di comunicazione per dovere di cronaca, piuttosto vado alla ricerca di soluzioni per coloro che hanno maggiori difficoltà nell’affrontare la nuova quotidianità. 

Sono in moltissimi a sentire il peso del cambiamento, disarmati contro un pericolo invisibile, catapultati improvvisamente fuori dalla vita che avevano costruito. Per autodifesa siamo portati a vedere e sentire le notizie che non ci coinvolgono in prima persona, come lontane. Poi si aggiungono dichiarazioni fuorvianti che parlano di anziani, malati, già condannati, mentre noi siamo in salute, ancora forti e pieni di difese immunitarie. Già è sempre difficile empatizzare con chi sta peggio di noi, che si tratti di situazioni sanitarie, economiche, logistiche, famigliari, ma quando queste arrivano all’estremo, possono portare a situazioni di grave disagio anche se non ce ne rendiamo conto. 

Intanto per strappare un sorriso e se possibile, inorgoglirci in quanto italiani, giacché chi non ha avuto a che fare con l’estero, in qualsiasi posto del mondo, probabilmente non si rende conto di come l’Italia sia vista fuori dai confini, riporto alcune riflessioni. Una nazione bistrattata da molti, ma probabilmente più per invidia e gelosia. In questi giorni di pandemia, qui molti si stanno dando da fare per arginare e risolvere l’emergenza, così da noi ci sono camici monouso fatti da Armani e Calzedonia; respiratori fatti a Maranello in Ferrari; mascherine realizzate da Lamborghini, Gucci e Prada; gel disinfettante di Bulgari; Carlo Cracco è nella cucina dell’ospedale di Milano; per reperire 300 medici a rimborso spese si sono candidati in 1.500 e per 500 infermieri hanno risposto quasi in 10.000; da molte parti del mondo arrivano aiuti economici, materiali e volontari e tutti insieme cerchiamo soluzioni più o meno improvvisate, che però funzionano! 

Ci sono poi professionisti di ogni settore che si rendono disponibili per aiutare il prossimo (certo non grazie al bonus di 600 euro) mettendosi in gioco personalmente magari tramite web, telefono o messaggi (un idraulico mi ha guidato in videochiamata per una riparazione urgente e ci sono riuscito).

Tutti son bravi a dare consigli (se non possono più dare cattivo esempio – diceva De Andrè) ma rivolgersi a un professionista è sempre la cosa migliore da fare. Così ho interpellato uno psicologo, consulente aziendale, formatore e autore di diversi saggi, per consigli diretti principalmente a chi si è trovato sbalzato fuori dal mondo del lavoro, anche temporaneamente, ma vive sicuramente male l’incertezza del futuro. Il dottor Piero Vigutto, attraverso la HR&O Consulting, (per approfondire si può andare sul sito  https://www.hroconsulting.it) è da anni vicino alle imprese nell’implementazione della gestione del personale tramite un servizio di consulenza fondato su innovazione, competenza e qualità del servizio. Punta sulla formazione a richiesta, nel riconoscimento delle specifiche necessità, nell’innovazione, nell’uso di strumenti analitici specifici creati e sviluppati negli anni. Partner che accompagnano l’azienda in un percorso di sviluppo integrato basato sulla valutazione, la formazione e la gestione ottimale delle risorse umane. HR&O Consulting di Piero Vigutto si occupa di supportare la direzione nei processi di cambiamento interno attraverso: la formazione; la valutazione delle risorse umane; lo strategic and change management. 

Marco Mascioli   

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