21/08/2024

Durissima la condanna del Sindacato

Prima di dare seguito alla nota ufficiale del sindacato rilanciamo alcune righe tratte dal sito del Gruppo Carraro:
Il Gruppo, la cui holding Carraro SpA è quotata alla Borsa Italiana da 1995 (CARR.MI), ha sede principale a Campodarsego (Padova), impiega al 31.12.2012 4.010 persone – di cui 1.843 in Italia – ed ha insediamenti produttivi in Italia (7), India (2), Cina (2), Argentina e Germania.
Carraro è un gruppo internazionale leader mondiale nei sistemi per la trasmissione di potenza altamente efficienti ed eco-compatibili, con un fatturato consolidato 2012 di oltre 874 milioni di Euro.

Sarà pure leader ma anche impegnato in una ritaratura organizzativa a causa – leggiamo ancora dal sito- “di un profondo mutamento delle caratteristiche dei mercati di riferimento, che pur mantenendo ottime prospettive di crescita, risultano caratterizzati da elementi di maggiore dinamicità, richiedendo alle aziende di dotarsi di strutture ancora più agili, allo scopo di sostenere la competitività del prodotto e allo stesso tempo di migliorare l’efficienza. A seguito di un’accurata analisi, il Gruppo ha varato quindi un progetto di riorganizzazione”.

Una riorganizzazione che si gioca, purtroppo anche sulla pelle delle persone…(ndr)

e quindi chiude un’altra azienda del goriziano. E’ la SIAP del Gruppo Carraro. La perdita di bilancio di 7,9 milioni di euro del gruppo Carraro non lascia speranze sul dietrofront. L’azienda ha proposto il riassorbimento di 70 lavoratori altrimenti destinati alla discoccupazione negli stabilimenti di Maniago e Campodarsego, dove ha sede la testa del Gruppo. Soluzione che molto difficilmente potrà essere condivisa dai lavoratori.

Soncerto tra i sindacati e forte preoccupazioni dei lavoratori

Questa la nota emessa dai sindacalisti Liva (Cgil) e Brusciano (Cisl):
E’ un altro pezzo di industria goriziana che se ne va, consegnando la città di Gorizia ad una drammatica desertificazione: la chiusura della Siap, storica azienda del gruppo Carraro, lascia sgomenti
all’interno del Sindacato.

“Siamo estremamente preoccupati per le 70 famiglie messe in ginocchio da questa decisione scellerata ed anche per le conseguenze che si registreranno su un territorio sempre più sacrificato all’industria” – commentano amareggiati i segretari di Cgil e Cisl, Paolo Liva e Umberto Brusciano. “Siamo di fronte all’ennesima chiusura, ma quello che fa più rabbia è che ancora una volta i lavoratori pagano il prezzo salatissimo di piani industriali traditi o mancati e di una finanza spietata che non tiene in conto valori e persone”.

Non va, infatti, giù che la chiusura della Siap sia la risposta del gruppo Carraro a banche, azionisti e soci che per rilanciare il gruppo chiedono riduzione dei costi, guarda caso quelli più semplici da individuare , ovvero il“il personale”. Grande sforzo!. ”E’ una situazione paradossale” – rincarano Luva e Brusciano. “Per rispondere alla banche oggi si preferisce licenziare anziché proporre piani industriali seri e credibili e puntare puntare su fattori di maggiore produzione per meglio competere sul mercato.

Eppure sarebbero queste le vie naturali per alzare il valore delle azioni”. Insomma, per il territorio un altro duro colpo. “Siamo passati da un’epoca in cui ci dicevano che tutto andava bene tanto che ristoranti ed aerei erano sempre pieni ad una dove ci spiegano che dobbiamo essere sereni e fiduciosi e che tornetemo presto a crescere. La realta’ dei fatti ci dice invece che ogni speranza di poter intercettare una minima ripresa sta purtroppo venendo meno”. Un quadro drammatico, dove a farne le spese sono i lavoratori. “A loro, che stanno presidiando giorno e notte l’azienda, vanno tutta la nostra solidarietà ed impegno”.

(ndr) E così, mentre la città di Gorizia cerca di riscattarsi dal un sonnolento immobilismo, rendendosi piacevole ed attrattiva, il suo tessuto economico si impoverisce, alimentando inquetudine, preoccupazione e disagio tra i suoi cittadini. Il rilancio della città, per quanta volontà ci sia nel portarlo avanti, appare come una partita giocata fuori tempo massimo. Sarà necessario continuare a correre ancora più velocemente nel tentativo di costruire un futuro che i grandi gruppi industriali che si definiscono leader non riescono più a garantire.

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