La Slovenia è al collasso. Due giorni fa un incendio è divampato in un campo profughi che ospita circa 2mila migranti che continuano ad arrivare mentre Budapest ha fatto sapere che non ha intenzione di aprire un corridoio per i migranti che cercano di entrare illegalmente in Europa all’interno della zona di Schengen. Lo ha detto il portavoce del governo, Zoltan Kovacs, dopo una riunione con i capi di polizia di Croazia, Slovenia, Austria e Ungheria stessa che si è tenuta a Vienna. In Slovenia già si sono registrati circa 25 mila ingressi dalla Croazia. I centri di accoglienza continuano a essere strapieni e contano oltre 11mila immigrati, provenienti per lo più da Siria, Afganistan e Iraq. Il parlamento di Lubiana ha votato una legge che concede all’esercito maggiori poteri per controllare i confini. Intanto il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker ha convocato un incontro dei leader a Bruxelles di fronte alla crisi dei profughi lungo la rotta balcanica, per domenica 25 ottobre. Partecipano i leader di Austria, Bulgaria, Croazia, Macedonia, Germania, Grecia, Ungheria, Romania, Serbia e Slovenia, secondo la nota ufficiale.