“Un momento storico, un atto di straordinaria importanza che Trieste e i triestini attendevano da troppo tempo, frutto di un eccezionale lavoro di squadra”. Così la presidente della Regione, Debora Serracchiani, ha commentato la firma del documento che sancisce il nuovo confine tra la città e l’area portuale, premessa per la sdemanializzazione del Porto Vecchio.
Alla firma, che si è tenuta nella Centrale idrodinamica del Porto Vecchio, erano presenti i rappresentanti di tutte le istituzioni coinvolte, che hanno lavorato di comune accordo per arrivare a stabilire la mappa del confine: accanto alla presidente Serracchiani, il sindaco di Trieste Roberto Cosolini, il presidente dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino, il direttore
generale dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi, Capitaneria di porto e Genio civile Opere marittime.
E poi ancora il commissario di Governo, il prefetto di Trieste Francesca Adelaide Garufi, che avrà un ruolo determinante nell’atto successivo, il trasferimento del punto franco, e il
senatore Francesco Russo, protagonista del decisivo passaggio parlamentare che ha messo in moto il processo di sdemanializzazione.
“Ci rendiamo conto – ha detto ancora la presidente Serracchiani – di avere adesso una grande responsabilità, perché quest’area rappresenta una straordinaria potenzialità non solo per Trieste e per il Friuli Venezia Giulia, ma per l’Europa”.
“Dobbiamo – ha aggiunto – essere all’altezza della storia di Trieste, non dobbiamo trasformare questo momento in un’occasione persa. Abbiamo il contenitore, dobbiamo adesso metterci il
contenuto. Ci giochiamo un bel pezzo del nostro futuro, e siamo partiti col piede giusto”.
Il sindaco Cosolini non ha nascosto “emozione” e “gioia” per questo momento, con il quale Trieste coglie due risultati: “Sconfiggere l’immobilismo, di cui il Porto Vecchio era il
simbolo, e creare le condizioni per rilanciare gli investimenti, pur in un momento di crisi. Trieste può tornare grande”.
Per l’Autorità portuale, come è stato ricordato, il trasferimento dell’area rappresenta in realtà un “plusvalore” perché, secondo le indicazioni della legge di stabilità 2015, gli introiti del
Comune per la vendita degli immobili sdemanializzati saranno destinati a opere infrastrutturali per potenziare il porto commerciale.
ARC/PF
ED MTL DIFFIDA………
Iniziativa del Movimento Trieste Libera
contro Serracchiani, Reggi, Cosolini, Rosato, Russo
Il Movimento Trieste Libera, che si oppone a tali operazioni, ha notificato perciò oggi, 8 luglio, una durissima diffida penale e civile ai firmatari ed al Commissario del Governo che esercita a Trieste i poteri legislativi ed amministrativi affidati al Governo italiano dal Memorandum di Londra del 1954 in esecuzione del Trattato di Pace di Parigi del 1947. La diffida, che si richiama anche ad atti precedenti e procedure in corso a livello italiano, europeo ed internazionale, afferma che la conseguente eliminazione del Porto Franco Nord è illecita per diritto internazionale e diritto italiano.
La diffida contesta perciò ai politici e funzionari italiani responsabili «ipotesi di reati organizzati e continuati commessi con abuso d’ufficio, falso ideologico in atti pubblici, abuso della credulità popolare, frode, turbativa di gare di concessione, associazione per delinquere, violazione dell’art. 1 della Legge n. 17/1982 e con rilevanti interrogativi anticorruzione ed antimafia, allo scopo di distrarre a profitto di terzi un grande complesso produttivo internazionale di beni pubblici indisponibili del valore immobiliare circa 1,5 miliardi di euro, con danno enormemente maggiore per la conseguente sottrazione permanente di traffici marittimi, di lavorazioni produttive e di lavoro».