12/09/2024

Una delle ferite rimaste aperte nelle tragiche vicende legate alla giornata del Ricordo sono gli indennizzi che gli sfollati italiani dalla ex Jugoslavia non hanno mai ottenuto dallo Stato italiano. Questo argomento viene affrontato in un disegno di legge, primo firmatario il senatore Mario Pittoni,vicepresidente della commissione Cultura a palazzo Madama, in cui vengono proposte “Disposizioni concernenti la concessione dell’opzione di acquisto di beni del demanio e del patrimonio pubblico dello Stato in favore dei titolari di beni, diritti ed interessi abbandonati nei territori italiani ceduti alla ex Jugoslavia”. Dopo la tremenda, bestiale violenza fisica di allora – sottolinea in una nota il senatore Pittoni – si ponga fine alla violenza morale che si trascina ormai da oltre sessant’anni, chiudendo una volta per tutte la questione degli indennizzi a coloro che, nati e cresciuti nei territori ceduti alla ex-Jugoslavia dopo il trattato di pace del 1947 e i loro eredi, non hanno ancora ottenuto, a distanza di tanto tempo, giustizia per avere perso i loro averi, le loro case, i loro ricordi. Un dramma senza fine, se è vero che il nostro Paese, persa la guerra, ha risarcito la Repubblica federale jugoslava con i beni degli sfollati. Non possiamo dimenticare – continua Pittoni – che il debito di guerra è un debito nazionale. E la Convenzione di Ginevra (articoli 46, 47, 53) dice che per i territori ceduti (non dal privato proprietario, ma dallo Stato) l’espropriato ha diritto a un pronto, adeguato ed effettivo rimborso. Cosa mai concretizzatasi. Gli indennizzi sono un dovere del nostro Paese. Non un atto di generosità. Come hanno evidenziato le sezioni unite della Corte di Cassazione con sentenza n. 1549 del 18 settembre 1970, la quale afferma che, in virtù della normativa internazionale (gli accordi bilaterali italo-jugoslavi del 1949 e 1950) e di quella nazionale (legge n. 1064 del 1949) gli esuli, i cui territori sono stati ceduti alla Jugoslavia, hanno diritto al controvalore dei beni perduti secondo i principi dell’integralità e della proporzionalità».

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