Il Friuli Venezia Giulia ha imboccato la strada della ripresa. Ma, a rappresentare ancora un ostacolo per la crescita delle imprese, è la persistente pressione fiscale. Quella apparente è del 44,1%, quella effettiva del 53,2%, numeri nazionali che valgono anche per la regione. «La realtà economica rimane di sofferenza – commenta il presidente di Confcommercio Fvg Alberto Marchiori alla luce dell’elaborazione trimestrale realizzata da Format Research –. Non a caso oltre il 90% del terziario regionale continua ad avvertire l’elevata tassazione come un vero e proprio impedimento alle possibilità di sviluppo. Lo stesso vale anche per chi riesce ad avere bilanci in positivo». Lo evidenzia uno dei focus dell’indagine presentata dal direttore scientifico della società di ricerca Pierluigi Ascani. Secondo il 54,5% degli intervistati la pressione fiscale ha inciso significativamente sulla crescita dell’impresa «più di altri fattori», mentre secondo il 40,1% lo ha fatto «al pari di altri fattori». Un dato negativo in un quadro generale che conferma però alcuni segnali di inversione di tendenza. In particolare si riduce il saldo negativo tra iscrizioni e cassazioni. In Fvg a fine 2015 si prevede la nascita di 5.988 nuove imprese e la cessazione di 7.026 attività, per un saldo negativo di -1.038 imprese (-175 del terziario e -863 negli altri settori), un dato che vale un terzo rispetto al -3.500 di fine 2014. «Ci sono vari riscontri che ci fanno intravedere la luce – sottolinea il presidente Marchiori –; quello che chiediamo alla politica è di lavorare per il bene comune andando oltre le divisioni di schieramento». «I segnali positivi non giungono inaspettati e rafforzano il ritrovato ottimismo – aggiunge Sergio Bolzonello –. Ma si tratta ora di assecondare la crescita». Il vicepresidente della Regione, alla conferenza stampa di presentazione dell’indagine, in Cciaa a Trieste, ha così annunciato per l’inizio del 2016 nuovi canali contributivi (10 milioni per le infrastrutture turistiche e 2 milioni per investimenti nei negozi) e un ddl sul terziario, da calendarizzare il prossimo febbraio, che conterrà tra l’altro nuove norme sulle chiusure obbligatorie delle attività nelle località non turistiche. «L’intervento a favore di alberghi e strutture ricettive – spiega il vicepresidente – intende sfruttare il volano offerto dallo straordinario riconoscimento di Lonely Planet al Friuli Venezia Giulia, al quarto posto al mondo tra le mete regionali. Quanto al ripristino delle chiusure obbligatorie, non ci faremo trovare impreparati e predisporremo una norma che consenta di recepire immediatamente la nuova legge nazionale sugli orari dei negozi. Siamo convinti che si debba necessariamente rispettare il giorno di festa almeno in 6-7 giorni dell’anno a partire ovviamente da Natale e Pasqua».