13/05/2024

Il confine da sempre divide plurimi universi di senso. Separa “noi” da “loro”, il conosciuto dall’ignoto, un popolo da un altro. La travagliata storia d’Europa insegna però che le frontiere non sono barriere naturali ma spazi inclini al mutamento che permangono come snodi di passaggio, di scambio e di confronto.

Il progetto pluriennale ORIENTE – OCCIDENTE La frontiera nel cinema e nella storia 1945-1954-2025 / VZHOD – ZAHOD Meja skozi film in zgodovino 1945-1954-2025 vuole quindi esplorare, attraverso la multiforme prospettiva delle immagini in movimento, ciò che è stata la vita sul confine italo-sloveno in un periodo di particolare rilevanza storica, politica e sociale.

L’iniziativa, ideata e promossa dall’associazione Kinoatelje con numerosi partner e il sostegno della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, viene presentata per la prima volta nel suo complesso il 14 aprile 2022 all’Antico Caffè San Marco di Trieste.

Il progetto muove i suoi primi passi a partire dall’idea di una retrospettiva cinematografica dedicata al confine tra Italia e Jugoslavia nel periodo 1945-1954 che in epoche successive e fino ad oggi. Ai film, ai cinegiornali e ai documentari fin da subito si decide di associare le riflessioni di alcuni affermati storici, sociologi e critici cinematografici. Da qui le tre diverse sezioni del simposio che si terranno dal 9 al 16 maggio a Lubiana (Slovenska kinoteka), Nova Gorica (Kulturni dom), Gorizia (Palazzo del Cinema) e Trieste (Cinema Ariston) con la partecipazione di Raoul Pupo, Jože Pirjevec, Kaja Širok, Štefan Čok, Katia Pizzi, Lorenzo Codelli, Gian Piero Brunetta, Paolo Caneppele, Marcel Stefančič, Alessandro Cuk e altri ospiti che saranno chiamati a portare il loro contributo per approfondire il percorso cinematografico in sala.

Molte delle produzioni che vedremo a maggio coinvolgono il capoluogo giuliano, strategico crocevia nel contesto internazionale dell’epoca nella lotta per il confine dell’Alto Adriatico, segnato dai rapporti problematici tra gli Alleati d’Oriente e d’Occidente e dalla retorica della Guerra Fredda.

Durante il periodo ’45-’54, sia l’Italia che la Jugoslavia hanno dato vita a una raccolta parallela di film e produzioni cinematografiche che, pur documentando gli stessi eventi, li racconta in un modo completamente diverso. Lavori inediti e oggi spesso introvabili che verranno presentati al grande pubblico in una settimana in cui si alterneranno interventi di importanti studiosi di cinema e di storia, nel quadro di una programmazione curata da Kinoatelje, La Cappella Underground e Slovenska kinoteka in collaborazione con il progetto europeo CBA TRIESTE – Cinematographic Battle for the Adriatic: Films, Borders and the Trieste Crisis (H2020 MSCA – Università Ca’ Foscari di Venezia) di Dunja Jelenković.

Tra i selezionati lungometraggi realizzati nel primo Dopoguerra vedremo, tra gli altri, Trieste (Trst, 1951) e Sulla nostra terra (Na svoji zemlji, 1948) di France Štiglic, Cuori senza frontiere di Luigi Zampa, La città dolente di Mario Bonnard e classici mondiali come Il terzo uomo (The Third Man), film di Carol Reed del 1949 ambientato nel dopoguerra in una Vienna divisa in quattro zone alleate, uno dei pamphlet storico-politici più discussi e riconoscibili del noir.

Il percorso così avviato si concluderà fra 3 anni con una retrospettiva internazionale che sarà promossa a livello europeo. La scelta del periodo non è casuale ma rappresenta un chiaro indirizzo culturale e promozionale. Nel 2025, quando Nova Gorica e Gorizia saranno Capitale Europea della Cultura, la retrospettiva potrà contribuire a presentare e promuovere le peculiarità del nostro territorio. Tutto questo va pienamente a integrarsi con il programma culturale di GO! 2025. In particolare i contenuti prodotti dal progetto saranno messi a disposizione all’EPICenter, uno spazio che racconterà ai cittadini locali e ai visitatori internazionali il turbolento passato della regione.

Il progetto è stato  presentato all’Antico Caffè San Marco da Mateja Zorn – Kinoatelje, Lorenzo Codelli – La Cineteca del Friuli, Chiara Barbo – La Cappella Underground, Igor Prassel – Slovenska kinoteka e Dunja Jelenković – Università Ca’ Foscari Venezia.

Ad essere coinvolto è in realtà un partenariato ben più ampio, a testimoniare la complessità di un’iniziativa che si estenderà negli anni allo scopo di valorizzare un patrimonio audiovisivo comune e di mostrarlo a livello internazionale. L’ampia rete di partner testimonia la complessità di un’iniziativa che proporrà convegni, retrospettive, mostre, produzioni editoriali e audiovisive, opere di restauro e digitalizzazione, attività di formazione. Il tutto in collaborazione con istituzioni archivistiche come l’Istituto Luce, il Slovenski filmski arhiv pri Arhivu Republike Slovenije, e numerose cineteche slovene, italiane e straniere.

Nel presentare il programma nel suo complesso Mateja Zorn, responsabile della programmazione del Kinoatelje, ha posto l’attenzione in particolare sulla veicolazione di un patrimonio audiovisivo e culturale capace di dialogare con un pubblico non solo locale ma soprattutto internazionale, in vista di una retrospettiva che si terrà in diverse città dell’Unione Europea nel 2025. Materiali che invitano a riflettere su “una storia che si ripete, importante e sempre attuale, in un contesto in cui riemergono pericolosamente tematiche da Guerra fredda che si credevano superate”. Un progetto dalle molteplici implicazioni che non sarebbe stato possibile senza il fondamentale sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

 Igor Prassel della Slovenska Kinoteka, ha presentato il programma di eventi che si terranno a maggio a Lubiana, sottolineando l’importanza di pellicole come Trst, lavoro di uno dei più importanti registi sloveni girato a Fiume (perché all’epoca non si poteva farlo nel capoluogo giuliano) ma anche di altri film contemporanei che parlano del periodo ’45-’54.

Il critico cinematografico Lorenzo Codelli ha messo in luce il fascino di una Trieste del Dopoguerra, una “città di spie” set per diversi film fra i quali anche Il terzo uomo e universo da riscoprire attraverso materiali di archivio internazionali da rimettere in circolazione.

Chiara Barbo (Cappella Underground) si è soffermata sul programma a Trieste dove è stata organizzata una passeggiata cinematografica sui luoghi che hanno visto la città come fulcro delle attività del Governo militare alleato. Ci si focalizzerà sui film girati in città per far conoscere la vita in quegli anni a un pubblico più ampio ma anche sull’aspetto letterario di Trieste.

Dunja Jelenković ha presentato il suo progetto CBA TRIESTE – Cinematographic Battle for the Adriatic: Films, Borders and the Trieste Crisis (H2020 MSCA – Università Ca’ Foscari di Venezia)  che verrà corredato da un database dove verranno raccolte informazioni non solo sui film, ma anche su documenti, foto e altri materiali d’archivio che emergeranno dalla sua ricerca.

Il critico Alessandro Cuk in chiusura ha aggiunto che questa è la prima volta che si lavora in maniera organica sul cinema di frontiera di diverse nazionalità. Un patrimonio da esportare a livello nazionale e internazionale per far conoscere quanto è stato prodotto nel territorio nel corso del tempo.

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