L’orticaria. E’ questa che teme la presidente del Friuli Venezia Giulia al solo pensiero di avere un ulteriore e nuovo tavolo permanente per la revisione dello statuto regionale e per i temi legati alla specialità.
E’ stato il presidente regionale Debora Serracchiani chiudere il confronto in consiglio regionale del Friuli Venezia giulia, richiesto dal consigliere Colautti sull’ordine del giorno dal senatore Raffaele Ranucci che rilancia l’accorpamento delle regioni. Attacchi alle specialità negli anni ce ne sono sempre stati- ha detto la Serracchiani, ricordando quello nel 2009 dell’allora ministro Brunetta.Venendo al testo dell’ordine del giorno, la presidente ha messo in evidenza come esso impegni il Governo “a considerare l’opportunità di proporre ”: basterebbe questo per capire di cosa stiamo discutendo. Chi avesse seguito i lavori parlamentari, ha aggiunto, avrebbe visto che l’assenso all’odg da parte del ministro Boschi è arrivato solo dopo il ritiro di tutti gli ordini del giorno che riguardavano (e attaccavano) le Regioni. Il sistema delle Regioni, la nostra specialità non sono messe in discussione – così ancora la presidente – perché il nuovo Titolo V della Costituzione specifica che la riforma si farà solo quando ci sarà la revisione degli statuti e l’intesa con le Regioni. Molto più di una clausola di salvaguardia.
Il sistema delle Regioni, la nostra specialità non sono messe in discussione – così ancora la presidente – perché il nuovo Titolo V della Costituzione specifica che la riforma si farà solo quando ci sarà la revisione degli statuti e l’intesa con le Regioni. Molto più di una clausola di salvaguardia.
La presidente Serracchiani ha voluto toccare anche un argomento più volte emerso nel corso del dibattito, quello che riguarda le riforme e, in particolare, il superamento delle Province e l’accorpamento dei Comuni.
Già nel 1979 l’allora presidente Comelli, in audizione al Senato, affermò tre cose: le Regioni non possono muoversi in modo disarticolato rispetto alla programmazione nazionale; nel rapporto con gli enti locali bisogna evitare di esagerare con un certo tipo di difesa della loro autonomia, perché altrimenti ne andrebbe della bontà della programmazione regionale; le Province sono il nodo più grosso, anche sul piano politico.
Problemi sollevati più di 35 anni fa, ai quali noi oggi stiamo finalmente dando una risposta.
Oggi – ha affermato avviandosi alla chiusura dell’intervento – mi sarebbe piaciuto ragionare piuttosto sulle nuove sfide per esercitare la nostra specialità: mi riferisco al Porto di Trieste, ai flussi migratori, a una riflessione sull’opportunità o meno di avere una banca regoinale. Invece abbiamo parlato ancora una volta del contenitore invece dei contenuti, ma così non si va molto lontano.
Sugli strumenti per affrontare la sfida della specialità – ha tenuto a precisare – c’è già una Commissione tecnico-politica ed è stata istituita una sottocommissione specifica: vogliamo fare un altro tavolo? Per di più permanente? Mi viene l’orticaria solo a pensare a un ulteriore tavolo, che poi non ha un inizio e nemmeno una fine. Facciamo lavorare quello che c’è.
In chiusura di seduta, il centrosinistra ha quindi respinto l’ordine del giorno proposto da Alessandro Colautti (Ncd) e poi firmato anche dai rappresentanti degli altri Gruppi di centrodestra e del M5S, dopo che la presidente Serracchiani si era espressa negativamente su più parti del documento, in particolare sulla richiesta di costituire “un organismo dedicato per redigere una proposta di riscrittura dello Statuto attraverso un processo partecipato che rinnovi il patto sociale tra società e istituzione”.
fonte arc