In una fase delicata come questa, in piena emergenza sanitaria, sociale ed economica le aziende alimentari e delle bevande, grazie al fattivo contributo e alla professionalità di lavoratrici e lavoratori che hanno garantito il loro impegno, recandosi ogni giorno al lavoro, hanno assicurato i beni primari alla nostra popolazione. Inizialmente con qualche timore verso la propria salute e non di meno le difficoltà di conciliare lavoro e cura dei figli e/o anziani, con asili, scuole e centri diurni chiusi.
L’elevato valore del lavoro in questa filiera produttiva ha permesso alle Organizzazioni sindacali anche prima della firma del protocollo condiviso del 14 marzo u.s. – di intraprendere tutte le strade per tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori, garantendo nel contempo la produzione stessa.
Con l’amaro in bocca, purtroppo ad oggi, i sindacati constatano che l’atteggiamento propositivo delle direzioni aziendali alimentari e delle bevande sulla condivisione di protocolli sulla sicurezza all’interno degli stabilimenti, non si è esteso nella trattativa per il rinnovo del contratto nazionale scaduto a fine novembre 2019, per dare risposte ai 400mila addetti in Italia e circa 8.000 nella nostra regione.
Un negoziato nazionale interrotto a febbraio u.s. per un atteggiamento ‘altalenante’ e di ‘rimando’ da parte di Federalimentare, ancora prima dell’epidemia covid-19, atteggiamento per il quale le OO.SS. avevano dichiarato lo stato di agitazione, poi ritirato con grande senso di responsabilità per l’emergenza Covid-19, in previsione di una ripresa delle trattative per l’8 aprile, poi non avvenuta.
I Segretari regionali di FAI CISL, FLAI CGIL e UILA UIL del Friuli Venezia Giulia
ritengono che l’impegno espresso dalle maestranze, i risultati raggiunti dal settore che ha raddoppiato l’export negli ultimi 10 anni, con un aumento della produttività del + 4,9% a livello nazionale e + 4,7% a livello regionale nell’ultimo anno, meriti la giusta considerazione.
FAI Cisl, FLAI Cgil e UILA Uil, fortemente contrariate, hanno inviato alle Direzioni aziendali delle Industrie del settore alimentare dell’intera penisola, una nota sindacale unitaria per esprimere tutto il disappunto rispetto alla mancata disponibilità di Federalimentare di dare continuità al tavolo di trattative per andare al rinnovo del CCNL, indicando anche quale data ultima l’8 maggio per la ripresa del negoziato, in caso contrario, riprenderanno le iniziative di protesta e mobilitazione a partire dal 9 maggio p.v. con blocco delle flessibilità, lavoro straordinario e supplementare.