Tanti nomi in base alla zona: pignarûl, pirola, parola, casere, pan e vin, para guoi, brusa la vecia, fèmenate, cabossa, seima, foghere, fogarisse, arbolat. Alla fine c’è chi brucia la Befana o semplicemente le sterpaglie e il fieno in un falò epifanico che dovrebbe dare indicazioni sul nuovo anno in base alla direzione del fumo.
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Sono tantissimi i contadini che organizzano falò di sterpaglie più o meno grandi che per aderire alla tradizione o per cogliere l’occasione di bruciare sterpaglie. Girando la sera del 5 del 6 gennaio si sono visti tantissimi fuochi ovunque. Intanto il Medio Friuli può vantare sicuramente il record (involontario) del falò più grande in assoluto: a Lestizza (UD) 300 balle di fieno incendiate hanno impegnato i vigili del fuoco di Codroipo e Udine dalle 17 di sabato alle 11 di domenica mattina (e ancora usciva il fumo).
A Codroipo il rito si è ripetuto a Iutizzo con una scenografia straordinaria. Un cumulo di legna e fieno era sovrastato da un Befana di pezza, mentre la vera Befana è arrivata volando sulla sua scopa dal campanile e dopo essere atterrata, ha distribuito oltre duecento calze ai bambini presenti, mentre il vin brûlé e la cioccolata calda, con panettone e pinza, erano per tutti.
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La temperatura si è alzata notevolmente quando un razzo, sempre partito dal campanile, ha colpito l’enorme covone, incendiando il falò che a sua volta ha dato il via ai fuochi d’artificio che hanno illuminato tutta l’area.
La pro loco di Iutizzo – San Marco di Codroipo con il presidente Roberto Tubaro e tutti i volontari, in collaborazione con la parrocchia e l’amministrazione comunale rappresentata dall’assessore Giancarlo Bianchini e il consigliere Vincenzo De Rosa (intento a miscelare la cioccolata calda, hanno fatto davvero un evento fantastico per tutti, dai più piccoli a più grandi.
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Unica titubanza da parte del razzo, che evidentemente era vanitoso, giacché si è fermato qualche metro prima di colpire e incendiare l’ammasso sotto la Befana, solo per farsi fotografare.
Marco Mascioli