L’appello dei genitori delle studentesse Erasmus rimaste vittime dell’incidente dello scorso marzo in Spagna non è rimasto inascoltato, si legge in una nota invisata dall’avvocato Cesare Perosa alla stampa, dopo che I genitori e i familiari sono stati ricevuti a Palazzo Chigi dal Presidente del CDM Matteo Renzi.
A nome di tutte le famiglie, il presidente dell’associazione da esse costituita “Genitori Generazione Erasmus 20 marzo 2016 Uniti perché non accada mai più” ha manifestato a Renzi tutta la loro preoccupazione e indignazione relativamente a quanto recentemente accaduto nell’inchiesta della magistratura spagnola.
Le famiglie si chiedono, incredule, come sia stato possibile archiviare il caso nonostante la evidente incompletezza delle indagini. E’ sconvolgente che il Giudice istruttore, che poco meno di un mese fa ha sostituito il precedente magistrato che aveva condotto le indagini dall’inizio, non abbia neanche atteso due giorni per ascoltare l’autista, unico indagato, il cui interrogatorio era stato da tempo fissato per l’11 novembre 2016. Perché non aspettare solo due giorni, dopo oltre 8 mesi di indagini e poi prendere la decisione di archiviare o meno il procedimento?
I genitori hanno inoltre evidenziato altri aspetti di incompletezza delle indagini: nessuna perizia è stata svolta sulla conformità dell’autostrada alle normative europee; non è stata valutata l’eventuale responsabilità di ESN, l’associazione Studentesca internazionale che ha organizzato il viaggio e delle stesse Università nelle quali questa Associazione svolge la propria attività.
Quello che le famiglie chiedono è un giudizio equo e un’assoluta chiarezza su quanto accaduto, perché questo caso tocca vari aspetti ed evidenzia lacune dell’ordinamento giuridico europeo: dalle garanzie offerte agli studenti quando si recano all’estero per i loro studi nell’Unione Europea, alla sicurezza dei trasporti, come ad esempio l’obbligatorietà del doppio autista sui pullman, alla sicurezza delle autostrade.
Ultimo ma non meno importante aspetto, quello del disallineamento delle normative europee in tema di risarcimento dei danni, con la conseguenza, in questo caso, che, con l’applicazione della normativa spagnola, le famiglie delle ragazze italiane decedute in Spagna si vedrebbero ridotto di tre, quattro volte il risarcimento a cui avrebbero avuto diritto se il sinistro fosse accaduto in Italia. Viceversa, se delle ragazze spagnole fossero rimaste vittime di un incidente in Italia, le loro famiglie avrebbero avuto diritto ad un risarcimento di tre, quattro volte superiore rispetto a quello che sarebbe spettato loro secondo la legge del loro Paese.
E’ stato consegnato a Renzi un dettagliato promemoria contenente una puntuale sintesi dei principali aspetti critici riscontrati nel corso delle indagini sino ad oggi espletate nel processo penale, nonché l’evidenziazione di alcune lacune e carenze normative a livello europeo in materia di garanzie e di sicurezza dei giovani studenti.
Alla richiesta formulata dalle famiglie al Presidente del CDM di far pesare le loro preoccupazioni in sede europea e presso il Governo spagnolo, Renzi ha assicurato il pieno appoggio suo personale e del Governo e l’impegno a chiedere alle autorità spagnole i dovuti chiarimenti sulla vicenda, nonché a riportare in sede europea i temi esposti dalle famiglie nel corso della riunione.
Il legale di una delle famiglie delle vittime è stata ricevuta a Madrid dall’ambasciatore italiano in Spagna. L’ambasciatore ha dimostrato grande disponibilità e partecipazione alla vicenda, che conosce nei minimi dettagli. Ha confermato che l’ambasciata segue con molta attenzione il caso, che è stata informata immediatamente del provvedimento di archiviazione e che da allora ha lavorato senza sosta per sensibilizzare le autorità spagnole sulla vicenda, anche perché si è trattato di un provvedimento assolutamente inatteso.
Il ricorso avverso il provvedimento è stato presentato ed ora si attende la decisione del giudice
(NDR) Vale sottolineare di questa nota, il passaggio relativo alle responsabilità indirette ma gravi che hanno originato la tragedia. Non solamente l’autista con le sue ammissioni del colpo di sonno, ma il grado di sicurezza garantito o meno a monte dalla mancanza di normative adeguate o dal loro mancato rispetto. E questo aspetto coinvolge persone ed organizzazioni a vario titolo dei viaggi ERASMUS. Ci si chiede, a questo punto, se e quali “pressioni” siano eventualmente giunte sul tavolo del giudice che, in fretta, ha archiviato il caso. Una ipotesi che muove proprio da questa decisione assurda e quindi più che sospetta, a meno che il magistrato non sia un “impedito totale”, cosa che riteniamo altamente improbabile. Una vicenda sulla quale, quindi, va fatta piena luce e che, come avevamo anticipato in una recente intervista all’avvocato Perosa ( che difende la famiglia della vittima friulana), si sta trasferendo sui tavoli della politica e della diplomazia.
GFR