24/07/2024

Chiusaforte, 27 lug – Col Badin rappresenta una indubbia risorsa storica e culturale, in quanto consente un tuffo nel passato che permette di conoscere le tragiche vicende umane di chi ha combattuto in Valcanale e Canal del Ferro durante la prima guerra mondiale. E parallelamente rappresenta un elemento importante per una attrazione turistica, peraltro  destagionalizzata, di un territorio in qualche modo penalizzato
dalla presenza dell’autostrada, che tende a tagliare fuori le vallate dai tradizionali flussi di visitatori.
Sono questi alcuni dei concetti espressi dal presidente della Regione, Renzo Tondo, intervenuto assieme all’assessore
all’istruzione Roberto Molinaro all’inaugurazione dei lavori di restauro del forte Col Badin, che domina l’abitato di Chiusaforte e la valle del Fella e durante la Grande Guerra è stato un
baluardo della difesa italiana contro l’allora nemico asburgico.
Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Chiusaforte Luigi Marcon, diversi primi cittadini della vallata, il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini, con l’assessore Luca Marcuzzo, i consiglieri regionali Sandro della Mea e Enore Picco, il presidente di Promotur Stefano Mazzolini.  Quello attuato a Col Badin, con il contributo della Regione per
3,4 milioni di euro e con l’aiuto della Fondazione Crup e del Consorzio Bacino Imbrifero Montano del Tagliamento, è un recupero conservativo, per non cancellare del tutto gli effetti del
trascorrere del tempo allo scopo di permettere ai visitatori di comprendere meglio come i militari che occupavano la fortezza dovevano convivere, nelle postazioni dei cannoni e delle
mitragliatrici, con il freddo, il caldo, l’umidità oltre che con le bombe e i proiettili.  Ma Col Badin, come ha sottolineato il sindaco Marcon, non è solo un museo ricco di reperti bellici, di foto, di filmati,  perché lo studio di C&C dell’architetto Fulvio Caputo, che ha curato il restauro, vi ha anche sistemato, oltre a un punto ristoro, a un’area multimediale e a una sala conferenze, anche una foresteria, con 25 posti letto. Una opportunità non solo per i
turisti, compresi quelli che transitano lungo la ciclovia Alpe Adria che passa proprio ai piedi del forte, ma anche e forse soprattutto per gruppi di scolaresche, ha evidenziato l’assessore
Molinaro, che così  possono letteralmente vivere a contatto con i
fatti di un secolo fa, conoscendo non solo muri ma anche vicende e persone: perché capire da dove veniamo è assolutamente utile per capire dove andiamo.
Specialmente alla vigilia del centenario dall’inizio della Grande Guerra, che cadrà nel 2014 per i friulani che hanno combattuto dalla parte dell’Austria-Ungheria e un anno più tardi per i
friulani che sono stati impegnati da parte italiana, come ha rimarcato il presidente Fontanini. Un centenario in vista del quale la Regione, sotto la regia
dell’assessore alla cultura Elio De Anna, sta mettendo a punto un programma importante che punta anche sulla collaborazione transfrontaliera, hanno ricordato Tondo e Molinaro, per mettere
in rete tutti i siti storici legati alla prima guerra: in Friuli enezia Giulia, come Redipuglia, le trincee sul Carso, Timau; e quelli in Slovenia, come Caporetto, o in Carinzia.
Per promuovere assieme, nell’ottica dell’Euroregione,  una realtà
in cui la storia ha lasciato delle vestigia di assoluto interesse per un pubblico sempre più vasto. Da qui l’annuncio di Tondo di voler presto rivolgere al governatore della Carinzia, Gerhard
Doerfler, l’invito a visitare Col Badin.
ARC/PPD

271534 LUG 12

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