29/09/2023

IL ciclo di incontri Future forum promossi dalla Camera di Commercio di Udine, hanno anche quest’anno contribuito al dibattito sul futuro sociale ed economico, mettendo a confronto esperti e politici.

Tra gli ultimi appuntamenti del fine settimana quello con il presidente dell’Inps, Tito Boeri che, sul tema del lavoro, in videomessaggio ha detto che “La disoccupazione giovanile è un fenomeno tutt’altro che inevitabile”.

“Cambia la geografia del lavoro, cambia la fisionomia delle mansioni: abbiamo bisogno di un mercato del lavoro e un sistema di istruzione in grado di reagire a queste sfide. Su questo piano l’Italia è in ritardo: abbiamo un sistema universitario che fatica a creare competenze spendibili o crea delle competenze astratte.” Lo ha detto  il presidente dell’Inps, partecipando con un video messaggio all’edizione Future Forum organizzato dalla Camera di Commercio di Udine, appena conclusasi.

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“Bisogna investire sulla formazione” insiste Boeri: “In Italia è crollata la formazione sul posto di lavoro e ciò condanna i lavoratori precari ad un futuro molto difficile: d’altra parte – spiega il Presidente – un datore tenderà sempre a  liberarsi del giovane lavoratore con contratto a termine, concentrando su di lui tutto il rischio di mercato”.

“I problemi dei giovani nel mercato del lavoro – aggiunge – dipendono da un sistema educativo non adeguato, regole d’ingresso penalizzanti e un atteggiamento sbagliato rispetto alla scelta dell’Università”.

Per quanto riguarda il nostro sistema pensionistico, spiega inoltre Boeri “troppo spesso si è intervenuti guardando solo ai costi dell’immediato e non alle conseguenze di lungo periodo, che sono poi quelle che interessano ai giovani”. Riferendosi ad esempio alle baby pensioni, afferma: “in origine ebbero un impatto sul bilancio pubblico praticamente irrisorio: eppure ci hanno lasciato in eredità un peso molto molto forte, determinando gran parte del debito pubblico”.

“E’ importante dunque che si discuta di queste cose – conclude –  ma voglio sottolineare che il nostro è un sistema pensionistico sostenibile, un sistema che gli altri paesi ci vorrebbero copiare”.

Future Forum ha visto anche la partecipazione dell’ex ministro Elsa Fornero, Carlo Borgomeo ed Eldar Shafir per parlare di lavoro, welfare e previdenza

Rispondendo alle domante del direttore  de Linkiesta Francesco Cancellato e dal vicedirettore del Messaggero Veneto Giuseppe Ragogna, la Fornero ha detto che «Il lavoro oggi è il tema dei temi, ma spesso non se ne comprende la complessità. Sul lavoro incidono moltissimi fattori, a partire da quelli demografici, per cui viviamo una trasformazione che cambierà l’aspetto della nostra società. Viviamo con la prospettiva tremenda di una stagnazione secolare e mentre nel mondo c’è bisogno di creare ricchezza c’è questa minaccia che incombe. Metà dei lavori di oggi, nel prossimo decennio, sono destinati a cambiare o a sparire con l’ingresso massiccio dei robot e la rivoluzione del digitale. Minaccia o opportunità? Di fronte a questa complessità, che ho solo tratteggiato, cosa possono fare i politici?».Monestier-Ryner-Iacop-Ferragina-Recchi-Giua-Future-Forum-Udine

Fornero ha dato anche alcune risposte. «Politiche macroeconomiche spingono al rilancio: ma quando sei molto indebitato è difficile poter spendere. Ci restano perciò le riforme del mercato del lavoro e poi c’è un altro elemento di cui parliamo molto, ma senza collegarlo a questo tema: è istruzione, istruzione, istruzione».

Per Elsa Fornero, è questo un aspetto chiave. «Formare le persone è essenziale. Sono però politiche con risultati di medio termine.  E il passaggio dall’enunciazione alla pratica non è facile: può accadere che le persone rimangano senza lavoro e noi dobbiamo mettere in pratica misure per aiutarle a trovare nuove professionalità, magari vicine alle loro, anche grazie alla formazione continua. In molti Paesi questo è diventato realtà».

Delle riforme del lavoro, Fornero ha sottolineato come «ci si aspetta sempre che, appena fatta la riforma, subito si crei lavoro, ma servono invece periodi più lunghi perché se ne dispieghino gli effetti». Della riforma delle pensioni, l’ex ministro ha detto  è stata l’unica cosa che ha ridotto il debito pubblico.

Chi è al governo deve avere la possibilità di fare, ma siccome nulla è perfetto e tanto meno lo sono le riforme del governo, serve un controllo, un monitoraggio e un aggiustamento. Una riforma senza investimenti comunque non crea lavoro. Nessuna riforma crea posti di lavoro. Ma, se funziona bene, ne facilita la creazione, facilita l’incontro tra domanda e offerta, l’orientamento che i giovani devono avere»

Dell’Europa, Fornero ha ribadito: «Diffidate da chi ve ne parla male. Perché la nostra salvezza sta nella miglior integrazione in Europa. Proviamo a vedere che cosa l’Europa può fare in più, lavoriamo su questo, ma non proviamo ad abbandonarla. È facile dire che l’Europa ci ha imposto l’austerità. Ma il debito non l’ha fatto l’Europa, il nostro debito è tutta opera nostra».

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Ed è tornata per qualche istante al 2011 e alla nascita del Governo Monti. «Tanti parlano di cospirazione, ma quale cospirazione? Nel 2011 il problema era trovare i soldi per il mese dopo. Il governo di prima era bloccato, non riuscivano più a prendere decisioni, e questa non è una cospirazione. La mia idea che l’Italia abbia perso la bussola da vari decenni: la politica deve tornare a riconoscere una direzione e questo Paese deve recuperare un forte senso di coesione».

L’incontro successivo, moderato  dal giornalista Rai Marco Ventura, è stato animato da Eldar Shafir, scienziato comportamentista e professore all’Università di Princeton, coautore del best seller Scarcity (Il Saggiatore), e Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione per il Sud.

Secondo Shafir, il tema è quello della scarsità o di diverse scarsità, che ci pongono comunque tutti nello stesso stato mentale: mancanza di tempo, di cibo, di relazioni sociali, di denaro. Queste mancanze contribuiscono a creare uno stato psicologico in grado di influenzare capacità cognitive e comportamenti. Ogni forma di povertà, come hanno dimostrato studi ed esperimenti di Shafir, concentra risorse mentali su ciò che manca, sull’emergenza del momento, ci porta a massimizzare la prestazione e l’efficienza nel rispondere al bisogno.

Contemporaneamente, ci “ruba” ogni energia intellettuale, riduce le capacità cognitive e lascia poca attenzione a tutto ciò che ci circonda. Se vivi in povertà, sei portato a utilizzare il denaro con più oculatezza, perché sei concentrato sul problema, ma secondo Shafir «è come guidare attraverso una tempesta, tutto il resto, la periferia non entra nel nostro campo visivo».

Anche per Borgomeo serve un cambio radicale di prospettiva e ha parlato in particolare della situazione dell’Italia del Sud. «Non c’è sufficiente consapevolezza della povertà reale dell’Italia e del sud in particolare e dunque poca attività di denuncia e pochi interventi per combatterla. Il welfare, come sistema che serve a riparare danni del sistema economico capitalista, è un modello ormai superato che non può più andare bene. Non si può parlare di nuovo sviluppo economico su territori in cui c’è profonda diseguaglianza. È necessario rovesciare la gerarchia delle priorità: gli investimenti per il sud vanno focalizzati sulla formazione e l’istruzione dei giovani, sull’inclusione dei disabili e progetti di rafforzamento della comunità. Se ci convinciamo che questa è la prima battaglia da combattere per lo sviluppo collettivo, allora si può cambiare rotta anche economicamente».

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