Nel 2015 in Fvg sono state perse più di 1000 imprese, eppure, stando ai dati dell’Osservatorio sull’andamento delle imprese regionali curato da Format Ricerche per Confcommercio Fvg, il sistema imprenditoriale della regione, un totale di 70.681 aziende regge anche in tempi di crisi. Il segno più evidente della volontà di ripresa? I dati sull’occupazione: il Jobs Act è stato utilizzato in Fvg più che nelle altre regioni (da gennaio a novembre 2015 sono stati attivati 11.366 contratti a tempo indeterminato in più rispetto allo stesso periodo del 2014, +87%) e continuerà a esserlo anche nel 2016 nonostante la riduzione del bonus.
Fiducia
Il livello di fiducia delle imprese verso la situazione italiana migliora in Fvg più velocemente che nel resto d’Italia. Le imprese dell’industria della regione hanno un livello di fiducia maggiore rispetto a quello delle altre industrie del paese e maggiore rispetto a quello delle imprese del terziario Fvg, che hanno un livello di fiducia più basso rispetto al resto del terziario in Italia. Il fenomeno, spiega il direttore scientifico di Format Pierluigi Ascani, «è dovuto alla lentezza con la quale le microimprese e le piccole imprese del commercio, del turismo e dei servizi della regione stanno uscendo dalla crisi».
Ricavi e occupazione
L’andamento dei ricavi delle imprese della regione, sia dell’industria, sia del terziario è sostanzialmente stabile, pur essendo comunque migliore rispetto al dato medio nazionale. A utilizzare il Jobs Act è stato nel terziario l’8,9% delle società.
Domanda e offerta di credito
Il Fvg è al secondo posto in Italia con riferimento alla percentuale delle imprese che si sono rivolte al sistema bancario nel corso del 2015 per ottenere un finanziamento, un affidamento o la rinegoziazione di un finanziamento o di un affidamento esistente (27,9% su una media Italia pari al 18,8%). La regione è seconda anche nella percentuale di imprese che hanno visto accogliere la propria domanda da parte del sistema bancario (46,7% su una media Italia del 31,4%). Il Fvg si colloca invece undicesima per quanto concerne il costo del credito, ovvero i tassi di interesse al quale il denaro viene prestato dalle banche alle imprese, e al quinto posto sulle garanzie richieste agli imprenditori a copertura dei finanziamenti concessi.
Orizzonte 2016
Facendo uguale a 100 il valore aggiunto in regione, il 28,3% è dovuto a lavoratori delle microimprese (fondamentale il contributo degli operatori con uno o due addetti, pari al 13,4% del totale). «Sono le stesse imprese che hanno risentito di più della crisi, che hanno tenuto duro e resistito ma continuano a essere in difficoltà – afferma il presidente regionale di Confcommercio regionale Alberto Marchiori –. Per questo rimarchiamo l’urgenza di provvedimenti di detassazione e semplificazione della burocrazia. Il 90% del terziario continua ad avvertire la pressione fiscale come un vero e proprio impedimento alle possibilità di sviluppo. Lo stesso vale anche per chi riesce ad avere bilanci in positivo».