12/09/2024

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Una manifestazione di protesta e di promozione, nei confronti della gestione attuale e per le provincie autonome del Friuli e di Trieste, domenica davanti al Municipio di Udine, con tantissimi partecipanti armati di bandiere, del Friuli e non solo. Protestare per difendere la propria terra in via Lionello davanti al municipio di Udine.
Alcuni comitati sono sorti solo recentemente sul territorio a favore delle provincie autonome del Friuli e Trieste, a sostegno della sanità pubblica, a difesa delle acque pubbliche e contro le UTI. Si sono riuniti insieme e intendono ripresentare i quesiti referendari respinti dal Consiglio Regionale a luglio 2016 e che riguardavano in un caso l’eliminazione delle 18 nuove Uti o mini-province e la loro sostituzione con due realtà amministrative, ossia la Provincia autonoma del Friuli e quella di Trieste, seguendo l’esempio di Trento e Bolzano e parallelamente per l’abrogazione della riforma sanitaria e della nuova disciplina del servizio idrico e dei rifiuti.

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La giunta Serracchiani è accusata di aver messo il bavaglio ai cittadini, impedendogli di esprimere le proprie volontà tramite i referendum previsti dalla costituzione e proposti dai comitati unitamente, che ora hanno scelto di diffondere le loro proteste in piazza.
Il sindaco di Rivignano Teor, Mario Anzil, è sempre in prima fila nella promozione dell’iniziativa. Adesso però abbiamo visto tanti altri esponenti della provincia di Udine, di tutta la regione e anche dal vicino Veneto partecipare per nome e conto di partiti politici o movimenti sorti all’uopo. Presente il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini, il consigliere Marzio Giau, il presidente regionale della Lega Nord Senatore Mario Pittoni e tantissimi partecipanti con comitati e gruppi in difesa dei cittadini che si sentono defraudati e depredati dei loro diritti, come Pietro Bazzo (Fronte per l’indipendenza)

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Avviata un’altra nuova raccolta di firme per quattro referendum regionali, tre abrogativi (delle Uti, della riforma sanitaria e della legge regionale sull’acqua) e uno propositivo, per un modello di Regione basato sulle due province autonome del Friuli e di Trieste analogamente a quanto avviene in Trentino Alto Adige.
Un modello tornato ora prepotentemente d’attualità giacché, nonostante la bocciatura del referendum costituzionale del 4 dicembre, nella Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia sono state costituite le Uti, cui sono stati assegnati alcuni dei compiti previsti per le province, mentre altri incarichi sono stati demandati direttamente alla gestione Regionale come la cultura.

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Le province che comunque non saranno più oggetto di elezione diretta da parte dei cittadini, rimangono impotenti a guardare le scelte operate dalla giunta Serracchiani, la cui bocciatura popolare sembra palpabile, sia per l’amministrazione del territorio, sia per la sanità, sia per altri aspetti che, sebbene già sottoposti a referendum consultivo nazionale come la privatizzazione dell’acqua, procedono nello stravolgimento delle norme.

Marco Mascioli

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