“Un piccolo grande bando per progetti sperimentali che possano contribuire all’attrattività e al rilancio della montagna friulana”. È stato definito così dal presidente Giuseppe Morandini il nuovo bando ideato dalla Fondazione Friuli, che da quest’anno si va ad aggiungere ai collaudati tre destinati, rispettivamente, a Welfare, Istruzione e Cultura. Il Bando Montagna 2021, che conta su un fondo da 200mila euro, intende sostenere iniziative di sistema, sperimentali e fortemente innovative promosse nelle aree montane, ovvero in 46 comuni delle province di Udine e di Pordenone. Anche in questo caso, l’iniziativa si avvale della collaborazione della Regione e del sostegno di Intesa Sanpaolo. La presentazione del bando si è tenuta in modalità digitale da una antica segheria di Ovaro recuperata e diventata un innovativo esempio di attività turistica, con la partecipazione dell’assessore regionale alla Montagna Stefano Zannier e Renzo Simonato, direttore regionale Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige di Intesa Sanpaolo.
LE CONSEGUENZE DI UNA STALLA CHE CHIUDE
L’idea nasce da una riflessione maturata all’interno dell’organo di indirizzo che riguarda una parte rilevante del territorio di competenza della Fondazione, penalizzato da uno spopolamento che è soltanto il segno più evidente di un fenomeno molto più complesso. Infatti, l’abbandono della montagna ha rotto un equilibrio economico, sociale, culturale e ambientale costruito nei secoli.
“Una stalla che chiude – ha sottolineato Morandini – significa non solo meno posti di lavoro, ma anche impoverimento delle relazioni sociali, abbandono dei prati con le relative conseguenze sull’assetto idrogeologico e ridotta attrattività turistica”.
I 3 PILASTRI DEL BANDO MONTAGNA
Da qui l’impegno aggiuntivo della Fondazione Friuli a sostegno di progetti ad hoc per la montagna friulana, che possono essere presentati entro il 31 marzo sia da soggetti del Terzo settore sia da enti pubblici. Saranno sostenuti progetti di evoluzione digitale dei negozi di prossimità e di innovazione e ampliamento dei servizi offerti; saranno finanziati anche servizi alla persona in zone particolarmente disagiate e attività zootecniche con promozione delle relative produzioni, in quanto presidi per la salvaguardia, valorizzazione e manutenzione del territorio nonché elementi di motivazione per vivere pienamente la montagna.
TREU: UN BANDO DEDICATO A CHI HA DECISO DI RESTARE
Vanni Treu, socio fondatore della cooperativa Cramars, introducendo gli ospiti del webinar, ha ricordato le cifre dello spopolamento della montagna, che dal 1871 ad oggi hanno toccato punte del 45 per cento e chi ha deciso di restare e di vivere la montagna non è mai stato così celebrato come, invece, coloro che hanno scelto di emigrare. Questo bando è deidicato a chi ha deciso di restare.

BURICELLI: LA SOLIDARIETÀ È NEL DNA DELLA GENTE DI MONTAGNA
A testimoniare un aspetto particolare della vita in montagna è stato chiamato il presidente regionale del Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico Sergio Buricelli.
“Nella nostra attività quotidiana ci scontriamo frequentemente con l’insufficiente copertura tecnologica nelle aree di montagna – ha spiegato – e comprendiamo bene come questo handicap penalizzi tutti coloro che vogliono vivere, lavorare e intraprendere in queste vallate. Ma è su un altro fronte, altrettanto strategico, che assieme alla Fondazione Friuli ci impegneremo nei prossimi mesi: quello dell’educazione al vivere e frequentare in sicurezza la montagna, perché crediamo che per il suo rilancio la cultura e la conoscenza siano fondamentali al pari delle infrastrutture”. Buricelli ha ben espresso il concetto di solidarietà e comunità che sono tratto caratteristico del DNA della gente di montagna, di chi ha deciso di viverla e che, nel fare un esempio, si realizza nei 380 tecnici volontari con competenze trasversali che prestano la loro opera nel soccorso alpino e speleologico.
ZANNIER: LA MONTAGNA NON HA BISOGNO DI CURE PALLIATIVE
L’assessore Zannier, dicendosi soddisfatto del coordinamento tra l’iniziativa della Fondazione Friuli e le azioni regionali al fine di poter intervenire in ambiti in cui per la regione sarebbe difficile agire con formula diretta, ha voluto sottolineare come una questione che ha radici profonde e che è molto complessa, come quella dello spopolamento della montagna, richieda il coinvolgimento sinergico di tutti gli attori presenti sul campo, sia pubblici sia privati. “Le iniziative coordinate per il sostegno ai territori montani sono la chiave per ottenere i risultati sperati” ha dichiarato l’assessore regionale. Occorre guardare con preoccupazione – ha aggiunto l’assessore – non solamente ad una montagna definita come parco giochi di chi non ci vive ma anche a quelle regole per la montagna che chi non ci vive vuole dettare e che, quindi, rischiano di essere un freno ad attività che già si vi si svolgono in modo del tutto sostenibile. Sul tema di modelli aggregativi che, in altri territori montani, hanno dato risultati, e che invece sono un problema per la montagna friulana in quanto non esistono a sufficienza , l’assessore Zannier ha detto che si lavora ad una norma che sostenga le coopertive di comunità, che oggi non ci sono. Se si guarda a 10 anni di finaziamenti -ha ancora detto Zannier – vediamo come siano stati ingenti ma non è la quantità dei fondi che è importante ma gli obiettivi, che non sono quelli delle cure palliative per mantenere l’esistente, soprattutto a fronte di una realtà diversa, come dimostrata dell’enorme adesione al bando Giovani agricoltori, che ha dimostrato che c’è voglia di vita, di impresa e di residenza in montagna.
SIMONATO: PIENO SOSTEGNO DI INTESA SAN PAOLO AL NUOVO BANDO DELLA FONDAZIONE. IN MONTAGNA BISOGNA PORTARE IL LAVORO.
“Come banca del territorio, ci sentiamo responsabili anche del patrimonio naturale delle nostre montagne, in particolare in Friuli Venezia Giulia, vista la nostra presenza storica e diffusa – ha detto Simonato -. Perciò siamo orgogliosi di sostenere la Fondazione Friuli in questa importante occasione per fare sistema e mettere in campo azioni concrete per valorizzare le potenzialità delle nostre montagne e rilanciarne il tessuto economico. Siamo molto attenti a tutti gli aspetti legati allo sviluppo sostenibile e all’economia circolare, per essere motore di un sistema il più possibile sostenibile e rispettoso dell’identità dei territori”. Simonato, che andrà a coordinare un nuovo settore di Intesa San Paolo esclusivamente dedicato al Green Business, ha ricodato l’impegno del gruppo sia sul fronte creditizio al mondo agricolo che su quello dell’attività sociale di impresa, in particolare l’iniziativa di raccolta fondi, anche attraverso 4000 disegni di bambini sul tema del bosco, pubblicati sul sito di Intesa, abbinati ciascuno a 30 euro resi disponibili dall’istituto di credito, sono andati a formare un fondo complessivo di 130 mila euro, destinato a tre interventi nei territori colpiti dalla tempesta Vaia, sul lavo di Cavezza, a Enego sull’altopiano di Asiago e a Forni Avoltri. Simonato, richiamandosi anch’egli a modelli di aggregazione che in Trentino hanno portato benessere , ha detto che la chiave del recupero della residenzialità in montagna è, prima di tutto, il lavoro ed è lì che bisogna portarlo.