Anna Mareschi Danieli ha dialogato con il fondatore di Eataly per il secondo appuntamento del ciclo di webinar “Confindustria Udine incontra”
Ospite del ciclo di webinar “Confindustria Udine Incontra”, l’imprenditore Oscar Farinetti dialogando con la presidente dell’associazione, Anna Mareschi Danieli ha detto che nell’evoluzione dall’analogico al digitale, l’alta qualità del made in Italy deve esprimersi sulla manifattura di alto rango, agricoltura e cibo, moda, mobili e arredamento, puntando al raddoppio dell’export in 5 anni. Un obiettivo sul quale anche la politica deve fare al sua parte, varando incentivi fiscali per questi settori.
“L’obiettivo – ha spiegato Anna Mareschi Danieli -è quello di offrire alla classe dirigente e ai nostri imprenditori, cui l’iniziativa è principalmente rivolta, uno sguardo indirizzato al futuro”.
Sollecitato dalla presidente, Farinetti ha ripercorso fasi salienti della sua vita.
“Agli inizi degli Anni ottanta – ha raccontato – ho compreso che l’elettrodomestico avrebbe cambiato i destini del mondo ed ho immaginato questo mondo. Da qui la mia scelta di specializzare nell’elettronica il supermercato di Unieuro, fondato da mio padre nel 1967. Poi ho anche compreso che gli italiani non erano mai andati con forme strutturate e organizzate di retail nel mondo per esportare il nostro cibo, che è il migliore del mondo. Da quest’altra analisi è nata l’idea di Eataly, con il primo punto vendita di Eataly che venne aperto a Torino nel 2007. Oggi i punti vendita sono diventati 40, di cui 22 in Italia e 18 all’estero”.
“Con Eataly – ha commentato Mareschi Danieli – non viene esportato solo cibo italiano, ma l’Italia in sé, quella sensazione di benessere che si respira nell’Italia bella, buona, ospitale e calda”.
Farinetti ha poi evidenziato il fatto che in Italia c’è una grandissima voglia di fare impresa. “Tutti facciamo impresa. La voglia c’è, manca forse solo un po’ di coraggio per andare all’estero. La politica va più piano di noi ed è sempre indietro”.
Riflettori accesi anche su Green Pea (“il pisello verde”), il nuovo progetto di Farinetti. “E’ l’analisi di oggi – ha raccontato Farinetti – che mi dice che il vero problema è come far continuare la vita su questo pianeta. Il superfluo in futuro lo giustificheremo solo se sarà un prodotto sostenibile. L’8 dicembre aprirà a Torino il primo department store con prodotti costruiti in armonia con l’acqua, la terra e l’aria. Il nostro slogan sarà “From duty to beauty: dal dovere al piacere” per un nuovo atteggiamento nel mondo consumo. Sarà un edificio a quattro piani: nel primo venderemo auto elettriche, telefonia ed energia pulita; nel secondo piano mobili e arredamento; nel terzo piano abbigliamento e nel quarto livello fashion, libri e ristorazione. L’ultimissimo piano sarà dedicato all’ozio, il contrario di negozio. Partiremo in casa, ma poi – ha assicurato Farinetti – cercherò di esportare questo modello di Green Pea anche all’estero”.
Il discorso è poi scivolato sul marketing: “Il cliente non ha sempre ragione. Neanche Eataly ha sempre ragione. Da questo dubbio nascerà la nostra armonia”. Lo stesso Farinetti ha poi accolto l’idea della presidente di Mareschi Danieli di pensare a “quote verdi” per chi acquista prodotti eco-sostenibili”.
La presidente e Farinetti hanno quindi parlato della necessità di una cittadinanza attiva. “In Italia – ha chiosato Mareschi Danieli – si è persa la voglia di combattere per il futuro”.
“Il problema di noi italiani è che siamo i più bravi nella creatività, ma non sappiamo lavorare insieme. E’ questo è un dato molto negativo perché, in un mondo di 7,5 miliardi di abitanti, sempre di più vincono le attività in branco o le multinazionali. E’ il momento dunque di cambiare le cose – ha concluso Farinetti – usando anche parole nuove. Tra queste, terra, riparare, mutare noi stessi, insieme e avvenire. Perché quest’ultima è una parola più proattiva di quanto lo sia la parola futuro”.