23/07/2024

Le vicende dell’Est Europa, ormai da mesi al centro delle cronache quotidiane a causa della guerra in Ucraina, diventano protagoniste anche al Friuli Storia.  Ad aggiudicarsi la nona edizione del Premio è infatti Claudia Weber con Il patto. Stalin, Hitler e la storia di un’alleanza mortale. 1939-1941, Einaudi, 2021.

Un volume dedicato a uno dei più straordinari colpi di scena della storia diplomatica del XX secolo: il patto di non aggressione tra la Germania nazista e l’Unione Sovietica dell’agosto del 1939. Un patto che ebbe terribili conseguenze per l’Europa orientale e soprattutto per ebrei, polacchi e ucraini, a causa della politica demografica e di reinsediamento della popolazione in base all’appartenenza etnica condotta dalle due potenze. Temi che aiutano a comprendere meglio la complessità e le contrapposizioni odierne nell’Est Europa e che non hanno mancato di appassionare i 550 lettori – provenienti da tutta Italia e anche dall’estero – della giuria popolare che ogni anno decreta il vincitore del Premio.

Un momento della cerimonia di premiazione a Udine

Claudia Weber è docente di Storia dell’Europa contemporanea all’Europa-Universität Viadrina di Francoforte sull’Oder. Il volume di Claudia Weber ha ricevuto 180 voti, un solo voto in più rispetto al volume di Paolo Macry (Storie di fuoco. Patrioti, militanti, terroristi, Il Mulino, 2021), che si è aggiudicato il secondo posto con 179 voti. Il volume di Gianluca Falanga (La diplomazia oscura. Servizi segreti e terrorismo nella Guerra Fredda, Carocci, 2021) ha ricevuto invece 126 voti.

Si conferma così la grande varietà dei temi premiati al Friuli Storia, che negli anni ha visto protagonista l’intero arco temporale della Storia contemporanea: si è spaziato infatti dalla storia del Risorgimento (ottava edizione, con Jacopo Lorenzini, L’elmo di Scipio. Storie del Risorgimento in uniforme, Salerno Editrice, 2020) a quella degli anni di piombo (terza edizione, con Vladimiro Satta, I nemici della Repubblica. Storia degli anni di piombo, Rizzoli, 2016). Nel mezzo sono state esplorate le vicende legate al primo e al secondo conflitto mondiale: vincitore della quinta edizione è stato Marco Mondini con Il Capo. La Grande Guerra del generale Luigi Cadorna, Il Mulino, 2017, mentre nella sesta edizione Raoul Pupo ha trionfato con il suo saggio Fiume città di passione, Laterza, 2018; il rapporto tra Mussolini e il Vaticano (con Lucia Ceci, L’interesse superiore. Il Vaticano e l’Italia di Mussolini, Laterza, 2013) e la campagna di Russia (con Maria Teresa Giusti, La campagna di Russia. 1941-1943, Il Mulino 2016) sono invece stati al centro rispettivamente della prima e della quarta edizione.

Non solo storia italiana. Fin dall’inizio non è mancato un occhio di riguardo per le vicende europee ed internazionali, come testimoniato dal vincitore della seconda edizione (Leonardo Campus, I sei giorni che sconvolsero il mondo. La crisi dei missili di Cuba e le sue percezioni internazionali, Le Monnier, 2014) e dal volume che si è aggiudicato la settima edizione, indagando i fenomeni di collaborazionismo e resistenza nell’Europa occupata dalla Germania nazista (Istvan Deak Europa a processo. Collaborazione, resistenza e giustizia fra guerra e dopoguerra, Il Mulino, 2019). Insomma, in nove anni un vero e proprio compendio di Storia contemporanea.

I temi del rapporto tra storia e politica sono stati al centro   della cerimonia di premiazione, che si è tenuta  martedì 6 settembre alle 18.30, nella cornice di palazzo Garzolini di Toppo Wassermann a Udine   Durante la serata, i tre finalisti hanno dialogato  assieme al giornalista e conduttore televisivo Massimo Bernardini, affrontando il tema “Le forze della storia: passione, ideologia e politica”.

 La serata è stata  anche l’occasione per ricordare il Presidente di Friuli Storia, Giulio Giustiniani, mancato dopo una breve malattia il 28 agosto.  

Il Premio Friuli Storia ha scommesso sul coinvolgimento di nuovi lettori e appassionati. Una scommessa che quest’anno può dirsi del tutto vinta, visto il numero record di partecipanti alla giuria, ben 550, tra cui 100 studenti dell’Università di Udine. Sono stati proprio questi lettori “comuni” a decretare il vincitore.

L’assegnazione del Premio, infatti, avviene attraverso un peculiare processo di votazione in due fasi. In un primo momento, la giuria scientifica composta da Elena Aga Rossi, Roberto Chiarini, Ernesto Galli della Loggia, Ilaria Pavan, Paolo Pezzino, Tommaso Piffer, Silvio Pons, Andrea Possieri e Andrea Zannini seleziona una rosa di tre finalisti tra le opere candidate dagli editori. Invece, nella seconda fase una giuria popolare stabilisce il vincitore votando online, dopo aver ricevuto gratuitamente a casa i volumi finalisti.

La crescita della giuria del Premio è stata possibile grazie a nuove collaborazioni sul territorio. Dopo la sperimentazione dell’anno scorso, nel 2022 sono dieci i comuni del Friuli Venezia Giulia che hanno partecipato al Premio Friuli Storia, grazie al prezioso tramite di Anci Fvg. Si tratta di Aquileia, Cassacco, Chions, Montenars, Palmanova, Pavia di Udine, Porcia, Ragogna, Tricesimo e Udine. Sono stati ben 100 i lettori delle rispettive biblioteche comunali che hanno preso parte alla giuria popolare del Premio. Al tempo stesso, grazie al sostegno del Rotary club di Udine, per la nona edizione sono stati aggiunti 50 posti nella giuria riservati agli studenti dell’Università di Udine.

Il Premio Friuli Storia è realizzato con il contributo della regione Friuli Venezia Giulia, della Fondazione Friuli, del Comune di Udine, di Poste Italiane S.p.A.. Ai sostenitori storici si aggiunge quest’anno Banca di Udine, a testimonianza ancora una volta del sempre maggior radicamento del

Premio sul suo territorio di riferimento.

Comprendere la storia non è mai stato così importante, in un periodo segnato da guerra, crisi energetica e pandemia. Lo ha detto Pier Mauro Zanin,  presidente del Consiglio regionale a margine della cerimonia di premiazione.  Troppo spesso   si sentono valutazioni superficiali, che mettono a nudo una scarsa conoscenza della storia recente e passata, ha aggiunto il massimo esponente dell’Assemblea legislativa

L’importanza della storia come maestra di vita e come insegnamento che quanto successo nel passato può ripetersi, come dimostrano gli avvenimenti geopolitici degli ultimi mesi.

Così l’assessore regionale alla Cultura, Tiziana Gibelli che, al pari del presidente del consiglio, ha tratteggiato la statura di Giulio Giustiniani, ricordando anche il direttore del Messaggero Veneto Omar Monestier, anche lui recentemente scomparso.  Due personalità – ha affermato l’assessore – che mancheranno molto al mondo della cultura e che sarebbero state contente nell’apprendere che oltre cento studenti hanno fatto parte volontariamente della giuria di Friuli Storia.

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