24/07/2024

Lunedì 5 marzo 2018, ore 08.00

Domenica mattina, neanche tanto presto, parto per votare e poi prendere l’aperitivo. Parcheggio davanti al seggio, entro direttamente nella prima cabina elettorale libera e passando la carta regionale dei servizi (tessera sanitaria per intenderci) nel lettore digitale, dal tablet esce una voce sintetizzata, robotica, che pronuncia il mio nome e mi chiede se ho bisogno di assistenza (per non vedenti), mentre sul display appare la domanda rivolta ai non udenti. Procedo e alla schermata successiva e mi appare la scheda elettorale per la Camera. Tocco lo schermo per esprimere il mio voto, poi “continua” e si presenta la scheda per il Senato. Un altro tocco per votare e me ne posso andare. In tutto avrò perso un paio di minuti, solo perché c’erano tantissimi simboli tra cui scegliere. Saluto il carabiniere seduto davanti a un monitor che presenta le immagini in tempo reale di tutte le cabine, senza riprendere il display touch utilizzato per votare, quindi massima correttezza e sicurezza. Stupendo, poi parcheggio davanti al bar e vado a festeggiare con alcuni amici.
Poco prima delle 10 però mi sono svegliato e, dopo essermi reso conto che sino ad allora avevo solo sognato, mi sono tuffato nella realtà. Trovare un parcheggio in prossimità del seggio elettorale era impresa impossibile, lasciando l’auto parcheggiata su un muro, appropinquandomi vicino alla porta, scorgevo la coda di elettori sino fuori la scuola. Vedo uscire un’amica che, con l’espressione di chi ha appena perso un incontro di pugilato, mi racconta che dopo due di coda era riuscita a votare. Anziché sentirsi sollevata, la rabbia era motivata dal trattamento ricevuto: facevano entrare un uomo e una donna alternativamente, nonostante ci fossero molte più donne, senza rispettare la coda. Io però ho rinunciato andando direttamente al bar, ripromettendomi di ritentare nel pomeriggio. Alle 18 si è ripetuta la medesima situazione: una coda disarmante mi ha fatto fuggire di nuovo. Torno verso le 20 e mi arrendo. Aspetto in coda il mio turno e scopro che nella mia sezione non fanno differenze di sesso. Alcuni colleghi mi hanno raccontato addirittura di cabine differenziate per maschi e femmine, giustificate dalla necessità di convalidare il voto in elenchi diversi per uomini e donne. La mia risposta è stata che ormai ci hanno ridotto in mutande e probabilmente le cabine differenziate servivano per agevolarli nel servizietto.

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Code ai seggi per votare

Dovremmo essere nel 2018, ma in Italia non sembra davvero. Presentarsi ai seggi con la carta d’identità e una tessera elettorale che ricorda la carta annonaria della seconda guerra mondiale, trattiene la realtà talmente lontana dal mio sogno notturno che viverla sembra un incubo. Se a questo aggiungessimo gli scandali reiterati che sembrano essere stati scoperti (programma Le Iene) sulle schede elettorali all’estero intercettate e comprate, potremmo davvero vergognarci di tutta la politica coinvolta.
Sono talmente tanti i partiti a livello nazionale, compresi quelli che si presentavano solo in determinate circoscrizioni, che sicuramente non possiamo pensare d’aver sentito tutti durante la campagna elettorale. Sicuramente i mass media nazionali, in primis le reti RAI, hanno interpretato la legge sulla par condicio comprendendo solo i principali tre partiti, ovvero le coalizioni, relegando le formazioni minori a spazi infinitesimali o in fasce orarie indecenti.
I risultati delle elezioni rispecchiano senza dubbio tutte le aspettative di chi segue con attenzione la politica nazionale. Qui sopra la tabella con la percentuale dei seggi scrutinati.
Grazie alla legge elettorale firmata da Ettore Rosati ora dovremo attendere per vedere cosa succederà, dato che dalle elezioni non possiamo stabilire con certezza assolutamente chi governerà l’Italia, ma al massimo chi non governerà di sicuro giacché non ha raggiunto nemmeno il 3%.
Marco Mascioli

In aggiunta alla riflessione di Marco Mascioli, direi che la pessima legge elettorale è scoppiata tra le mani di chi l’aveva voluta in funzione anti 5 stelle. Solamente che ha anche creato i presupposti della “tempesta perfetta” che tutti si apprestano a consegnare nelle mani del presidente Mattarella. I numeri così come si sono presentati all’alba ci restituiscono un’Italia praticamente ingovernabile se non si stabiliranno alleanze che, viste le forze in campo e le linee di proncipio sulle quali sui muovono, necessiterebbero di pesanti compromessi. Un dato, per ora il più interessante, emerge su tutto…gli italiani sono tornati a votare, facendo la differenza ( e si è visto) su quanti pensavano di strumentalizzarli in un gioco della politica a tavolino. Il mio auspicio sincero è questa tendenza si consolidi, costringendo la politica ad essere una volta per tutte nuovamente al servizio del Paese.
Gianfranco Biondi

 

AGGIORNAMENTO ore 18.30

Alla luce dei risultati elettorali, Matteo Renzi con una conferenza stampa ha comunicato le sue dimissioni da segretario del Partito Democratico, ma non con decorrenza immediata. Gestirà l’organizzazione del prossimo congresso e le primarie. Avendo incassato il posto da senatore grazie al sistema elettorale adottato, per l’area della sua Toscana, ha annunciato che farà il senatore “semplice” dell’opposizione, come da volontà espressa dagli italiani con il voto.

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