Dopo aver fatto svanire in un clic la mole di informazioni che un professore aveva accumulato sul suo account universitario, cancellazione di materiali privati ma anche documenti preziosi probabilmente legati a ricerche e studi, avvenuta a causa del decesso del docente e delle normative sulla privacy, l’Istituto universitario di architettura di Venezia intende porre all’attenzione pubblica nazionale il delicato problema dell’identità digitale. E lo farà nel 2017 attraverso una serie di dibattiti pubblici e preparando una «Carta dei diritti e dei doveri» in materia di gestione degli account e della loro trasmissione ereditaria. Il primo incontro pilota dal titolo «Eredità digitale. A chi lasci le chiavi della tua vita?» si è tenuto qualche settimana fa a Venezia. Nel caso dei materiali del docente finiti in fumo, i familiari dello stesso ed anche un suo collaboratore avevano i codici di accesso al suo account ma non si erano dedicati al salvataggio dei dati prima che l’Istituto universitario fosse costretto a sospendere l’account. In termini generali, il problema della preservazione delle identità e dei materiali digitali non è di poco conto. Secondo una indagine della Magnews, sono 71 milioni in Italia le caselle di posta elettronica, quindi superano il numero stesso di abitanti del paese.