Il bando Restauro 2022 della Fondazione Friuli mette a disposizione per le contribuzioni un importo complessivo di 600 mila euro. Con l’obiettivo di conservare e valorizzare i beni storico artistici di particolare valore presenti nelle ex province di Udine e Pordenone, incentivandone la conoscenza e la fruizione.
Il bando è aperto anche a progetti di intervento edilizio per strutture inutilizzate o inadeguate, da destinare alla socializzazione e creatività giovanili e ad attività di promozione socio-culturale. Al bando possono concorrere istituzioni, enti pubblici, enti religiosi, fondazioni ed associazioni legalmente riconosciute senza scopo di lucro e associazioni iscritte al registro regionale delle organizzazioni di volontariato. Le domande vanno presentate in via telematica entro le ore 23:59 del 2 maggio.
Nel presentare il bando ai media in una delle sale del visionario di Udine, luogo simbolico alla cui pregevole ristrutturazione in funzione sociale ha contribuito anche la Fondazione Friuli, il presidente della stessa , Giuseppe Morandini ha commentato la mappa degli interventi dal 2018 ad oggi, per un totale di 189 progetti per i quali sono stati erogati 2.184.347 euro, che hanno prodotto a livello economico un effetto moltiplicatore di 8 volte superiore. Rispetto ai progetti di altri bandi della fondazione , che pure moltiplicano il valore dei contributi, quello del restauro eccelle particolarmente.
Il presidente della fondazione Morandini ha parlato di patrimonio aritistico complesso e articolato e il suo restauro rappresenta fattore sia di stimolo del senso di appartenenza che veicolo di socialità, in particolare nei casi di recupero edilizio in zone geograficamente disagiate, che ha restituito spazi all’aggregazione giovanile. (una trentina gli interventi fino ad oggi). Morandini ha anche sottollineato l’importanza del dare continuità a questi interventi e della reiterata sinergia tra Fondazione, Soprintendenza, Regione e Intesa San Paolo che è lla base di questa continuità.
Tutto il patrimonio storico artistico recuperato in questi anni sarà ripercorribile sul sito della Fondazione in un album digitale, corredato non solo di dati tecnici ma di informazioni sul vissuto dei caantieri di restauro e sulla leva sociale che hanno prodotto.
In quanto all’Art Bonus regionale, Morandini lo ha definito non solamente una leva fiscale ma un segnale culturale che interpreta il patrimonio aritistico come patrimonio comune.
Anche la soprintendente all’Archeologia, Belle arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, Simonetta Bonomi ha parlato di valore indentitario del patrimonio culturale e questo si lega anche alla capillarità territoriale degli interventi che il bando Restauro di Fondazione Friuli consente, contribuendo alla sopravvivenza di beni culturali altrimenti destinati al degrado. Questo bando non va solamente visto come leva economica ma anche come opportunità di valorizzazione del lavoro qualificato perchè i paramentri richieste -ha aggiunto la Bonomi – sono quelli della qualità dell’intervento , sia da parte dei restauratori che degli architetti e delle imprese edili specializzate. Bonomi ha anche ringraziato Intesa San Paolo per l’attenzione che continua a riservare a questo bando Restauro, anche per il fatto che contempla il recupero di beni storico artistici minori e periferici ma assolutamente importanti, che non potrebbero ambire ad essere inseriti nel grande programma nazionale denominato “Restauri” lanciato da intesa San Paola per le grandi opere, geniale per la sua formula restauro-mostra- catalogo e restituzione al territorio.
Nel confermare l’appoggio di Intesa San paolo Francesca Nieddu, direttore regionale Veneto Est e Friuli Venezia Giulia rappresentata in conferenza da Massimo Quaglia, direttore del’area Exclusive, ha ricordato che il recupero del patrimonio culturale crea opportunità di crescita e cosesione sociale ed è strategico per il paese. Per questi motivi trova spazio a pieno titolo nel piano d’impresa 2022 -2025 di Intesa San Paolo.
L’assessore regionale Tiziana Gibelli ha ribadito che il bando Restauro viene incontro alle ingenti risorse necessarie per la conservazione del patrimonio culturale, che va amato e mantenuto se si vuole che sia anche motivo di attrattività turistica. Gibelli ha parlato di collaborazione integrata a tutti i livelli per raggiungere obiettivi di sviluppo del territorio. I soggetti della produzione culturale presenti in regione hanno capito che collaborando tra loro diventano più forti. Li abbiamo fatti crescere bene tant’è che potremo presentarci ad aprile – ha detto Gibelli – con un cartellone regionale per Nova Gorica-Gorizia 2025.
Il passaggio che manca riguarda però – ha osservato l’assessore regionale – i piccoli comuni che, proprio a causa delle carenze organizzative, spesso, non sono in grado di esprimere progettualita culturale e per questo dovrebbero allearsi con il mondo associativo.
Gibelli si è poi soffermata sull’utilità dell’ Art bonus regionale, che per il 2021 – 2022 ha incluso anche le Fondazione di origine bancaria, prima escluse, per compensare la riduzione temporanea dell’impegno regionale sul versante della cultura, causata da priorità legate all’ambito dell’emergenza sociale.