di Gianfranco Biondi
Nel ricco patrimonio architettonico della città di Trieste, il castello di Miramare occupa un posto speciale. Realizzato tra il 1856 e il 1860 in pietra bianca d’Istria in stile medieval eclettico e con ricchi interni di richiamo rinascimentale, con grande ricorso a boiseire, legno, tappezzerie e decorazioni ad intarsio , il castello riflette la personalità dalla nobile coppia che lo volle e lo abitò, Ferdinando Massimiliano d’Asburgo Lorena, fratello minore dell’imperatore Francesco Giuseppe, e la consorte Carlotta del Belgio. Note le vicende che ne segnaono il triste destino. Lui fucilato in Messico a 35 anni come imperatore di quel paese e la conseguente infelicità profonda di Carlotta, che finì i sui giorni nel 1927, nel castello di Bouchot in Belgio. Trieste ha ereditato lo splendido castello, con le sue suggestive prospettive, incorniciato dal mare e da un parco storico di 22 ettari con essenze rare ed esotiche, recuperato al degrado, come ancjhe il castello, grazie all’impegno e alla passione dell’attuale gestione del museo e del parco che fa capo al ministero dei beni culturali ed ambientali e che ha fatto di questa meta storica una tra le più visitate in Italia. E le sorprese continuano a non mancare, grazie all’amore per ricerca che premia con delle scoperte. E così è stato. La biblioteca del castello, indagata per porre mano al recupero filologico del parco storico, ha fatto emergere una bibliografia ottocentesca con straordinarie illustrazioni, dedicata alla botanica, con atlanti, manuali, studi su specie vegetali e testi relativi alle ricerche compiute da Massimiliano durante le sue spedizioni scientifiche. Tra le piu importanti una spedizione in Brasile con la scoperta di piante e fiori che oggi portano il suo nome. Perchè Massimiliano e Carlotta erano grandemente appassionati di botanica.
Il parco come anche l’iconografia degli arredi in tutto il castello ne sono testimonianza. Nella sala del Trono del castello la direttrice del museo e del parco di Miramare, Andreina Contessa ha illustrato i contenuti della mostra Ars botanica, che pone all’ammirazione del pubblico una parte dei libri che appartennero a Massimiliano e Carlotta. La Mostra, appena inaugurata, è ospitata all’interno del castello e sarà visitabile fino all’11 giugno…
Un bel calalogo curato da Andreina Contessa ripropone i contenuti della mostra, testi ed immagini sulla maestria degli illustratori ottocenteschi, la botanica nell’arte e le particolari tecniche di riproduzione litografica e tipografica con l’utilizzo di piante vere come la fisiotipia fino all’avvento della fotografia. Tra le curiosità in mostra, come anche nel catalogo, un essicato di pinus sabiniana con infiorescenza raccolto nel 1872, di un albero tutt’ora esistente nel parco di Miramare e la riproduzione di una palma fossile altra tre metri rirtovata nel vicentino nel 1863 e che Roberto De Visiani, allora prefetto dell’orto botanico di Padova, volle dedicare a Massimiliano, essendosi egli guadagnato una certa fama tra i botanici dopo il suo viaggio in brasile.