LA SPESA PUBBLICA LIEVITERA’
L’impatto del trasferimento alla Regione dei dipendenti delle Province ed il conseguente riconoscimento dei vantaggi economici previsti dall’ordinamento dell’Amministrazione regionale (ed esclusi in quello provinciale) faranno lievitare la spesa pubblica, aveva denunciato nei giorni scorsi il Presidente dell’UPI FVG, Pietro Fontanini, smentendo così la ‘bufala’ della riduzione significativa dei costi di gestione, ovvero il motivo principale dello svuotamento delle competenze delle Province in vista della loro eliminazione.
RISCHIO DI DISSERVIZI PER I CITTADINI
In occasione della riunione degli assessori provinciali al Lavoro, tenutasi nella sede udinese dell’UPI, durante la quale si è analizzato il testo del Ddlr 91 licenziato dalla Commissione, in approdo mercoledì prossimo in aula consiliare, sono emerse altre criticità, legate soprattutto alla fretta con cui la Giunta regionale intende procedere al trasferimento delle funzioni, con il concreto rischio della creazione di disservizi per cittadini ed imprese.
L’UPI VUOLE CHIAREZZA DA PANONTIN
L’UPI esige la verità sui costi: “Chiederemo all’assessore regionale Paolo Panontin che al prossimo Osservatorio per la riforma, deputato anche al monitoraggio dei costi della riforma, porti i dati del maggior costo derivante dal trasferimento del personale in materia di lavoro e di collocamento”, in applicazione dell’ultimo punto del Protocollo d’Intesa sottoscritto dallo stesso Assessore con le organizzazioni sindacali di comparto (Cgil-Cisl-Uil-Ugl-Cisal) a fine aprile.
14ma MENSILITA’ E BENEFIT
In esso si legge, infatti, che al personale che passa dagli enti provinciali alla Regione verrà applicato l’istituto normativo economico in essere per i dipendenti regionali, il che significa il pagamento della quattordicesima mensilità, come pure vari benefit, dalle indennità premiali, passando per l’accesso al Fondo sociale per sussidi, contributi e spese mediche. “E così il mega apparato regionale – commenta Fontanini – da 160 milioni l’anno si appesantirà ancora di più e i presunti risparmi ‘al chilo’ di cui Panontin aveva dato notizia in Consiglio regionale – dove aveva sventolato risparmi per più di 30 milioni di euro all’anno – vengono sconfessati al primo banco di prova della riforma”.
“Se questo è quel che oggi si profila per circa 250 dipendenti dell’area lavoro e collocamento, quale sarà l’impatto sui conti pubblici delle centinaia di funzionari e impiegati che transiteranno in Regione quando questa si accollerà la gestione di innumerevoli altre funzioni, oggi gestite dalle Province ?” si domanda ancora Fontanini.
Gli assessori provinciali, per parte loro, evidenziato i problemi concreti legati al processo di ri-centralizzazione dei servizi in materia di lavoro: non risulta chiaro quale sarà il livello di autonomia e come sarà organizzata la nuova struttura regionale che per quanto definita ‘Agenzia’ di fatto costituisce un’area della Direzione centrale del lavoro.
Le preoccupazioni, poi, riguardano i tanti adempimenti legati al processo di unificazione di modelli organizzativi oggi definiti su scala provinciale, che la data fissata per il trasferimento delle funzioni non consentirà di affrontare e risolvere adeguatamente, con inevitabili contraccolpi sui servizi erogati.
I DATI DELL’ULTIMO ANNO
Solo nell’ultimo anno sono stai quasi 50 mila gli ingressi in stato di disoccupazione registrati dai Centri per l’Impiego, con 40 mila piani di azione individuali (PAI) e quasi 60 mila colloqui di orientamento realizzati. In un anno le Province stimano che il 19 per cento delle assunzioni in FVG sono state rese possibili grazie alla disponibilità degli oltre 250 operatori degli sportelli.
UN PICCOLO SEGNALE DI ATTENZIONE
In tale contesto, rilevano gli Assessori provinciali, un piccolo segnale di attenzione è venuto dalla Commissione regionale che ha accolto la richiesta delle Province – avanzata in audizione – di prorogare la funzionalità delle Commissioni costituite localmente con le istituzioni e le parti sociali, non previste nel testo presentato dalla Giunta regionale.