Trieste, gen 23 – “Le iniziative che si svolgono a Trieste, città simbolo della Memoria, non possono essere solo un momento per ricordare i drammi vissuti dalla comunità ebraica e da tutti i cittadini di religione ebraica, perchè la verità è che oggi l’antisemitismo esiste ancora e si nasconde dietro alcune posizioni violentemente antisioniste. Il contrasto feroce allo Stato di Israele spesso non ha infatti radici solo politiche ma nasconde un contrasto etnico. L’antisionismo che vediamo diffondersi nelle nostre comunità deve quindi trovare un netto contrasto, perchè c’è una profonda differenza tra avere un confronto politico e sprofondare nell’antisemitismo. Si tratta di un messaggio chiaro, senza possibili interpretazioni, che tutte le istituzioni devono lanciare e condividere, perchè chi si nasconde nel non detto non è realmente al servizio della libertà, della democrazia e della pace, che sono i valori fondanti del nostro territorio”.
E’ il pensiero espresso dal governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga durante il convegno “1938- 1945. La persecuzione degli Ebrei in Italia e a Trieste. Documenti per una Storia”, tenutosi alla Prefettura di Trieste prima dell’inaugurazione dell’omonima mostra allestita alla Camera di commercio della Venezia Giulia in piazza della Borsa, con la partecipazione di tutte le cariche istituzionali del capoluogo regionale tra cui il prefetto Pietro Signoriello e il sindaco Roberto Dipiazza e la partecipazione, tra gli altri, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, oltre all’ambasciatore di Israele in Italia Alon Bar, al presidente della Comunità Ebraica di Trieste Alessandro Salonichio e alla presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni nonchè dell’assessore regionale alla Sicurezza Pierpaolo Roberti.
Il governatore ha quindi sottolineato che “il Friuli Venezia Giulia ha un rapporto stretto con Israele che non è solo economico ma anche culturale”.
Dal canto suo, il ministro dell’Interno Piantedosi ha rimarcato come la Giornata della memoria sia un momento universale di rigenerazione delle coscienze e spiegato che mantenere viva la memoria della Shoah non può essere solo non dimenticare bensì continuare a rinnovare il codice di condotta della nostra umanità.
E a margine della cerimonia solenne per il giorno della Memoria che si è tenuta a TResite nell’ex campo di concentramento della risiera di San Sabba, il governatore regionale ha detto che “Se è vero che l’antisemitismo di Stato, almeno nell’Occidente democratico, rappresenta un fenomeno storicamente rilevante ma fortunatamente inattuale, altrettanto non può dirsi in merito alla persistenza, in seno alle nostre società, di sacche di intolleranza, strisciante o manifesta, nei confronti delle comunità ebraiche e di Israele. Il 27 gennaio non è quindi esclusivamente un’occasione per ricordare le vittime della Shoah, ma anche per rammentare a noi tutti che il passato, se dimenticato, è destinato a ripetersi”.
“Quando si parla di Shoah – ha spiegato Fedriga – Trieste vanta un doloroso duplice primato: qui, nel 1938, fu annunciata la promulgazione delle leggi razziali e sempre qui, nella Risiera di San Sabba, si consumò una delle pagine più buie della nostra Storia”.
“Particolarmente significativo è quindi il fatto – secondo il governatore – che proprio qui, in queste terre così profondamente segnate da una delle massime tragedie del Novecento, venga una volta di più ribadito con forza il nostro più fermo rifiuto al linguaggio dell’odio e della segregazione”.
“Un ‘mai più’ – ha concluso Fedriga – che deve rimanere scolpito nella pietra, a imperituro monito per noi stessi e per chi ci succederà”.