11/09/2024

Una grande folla presente ai funerali officiati dall’arcivescovo Giampaolo Crepaldi nella chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo a Trieste ha testimoniato la vicinanza della comunità alle famiglie dei poliziotti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, uccisi nella sparatoria alla Questura di Trieste dello scorso 4 ottobre. Insieme ai cittadini moltissime autorità. Tra queste il presidente dell’Assemblea regionale Piero Mauro Zanin insieme con il vicepresidente Francesco Russo, i componenti l’Ufficio di Presidenza e i capigruppo delle forze politiche presenti nel Consiglio regionale.

“Una presenza doverosa – il commento di Zanin – per rendere omaggio a due giovani Servitori dello Stato e condividere, come persone ed Istituzione, lo strazio delle famiglie ferite da una tragedia assurda, e anche partecipare con profonda costernazione al dolore della Polizia di Stato e di una intera città che da giorni si stringe in un lungo, affettuoso e dolente abbraccio ai congiunti di Matteo Demenego e Pierluigi Rotta e alle forze dell’ordine.

“Il loro è il sacrificio di due giovani che erano impegnati con dedizione ed entusiasmo a garantire la sicurezza di tutti i cittadini e questo tributo di sangue deve rimanere da qui in avanti per tutti noi un monito a fare in modo che simili tragedie non si ripetano”.

Il Partito democratico ha reso l’estremo omaggio rappresentato dal viceministro all’Interno Matteo Mauri, dalle parlamentari Roberta Pinotti e Debora Serracchiani, dal segretario regionale Cristiano Shaurli e da altri dirigenti e militanti, il Pd ha voluto “testimoniare vicinanza ai familiari e a tutte le forze dell’ordine oggi raccolte a fianco dei loro colleghi uccisi nel compimento del dovere”.

Serracchiani, che ieri sera si era recata alla camera ardente allestita in Questura ha formulato “sentimenti di commossa partecipazione per una tragedia che rimarrà impressa nelle coscienze dei cittadini. Il segretario Shaurli, che ha seguito i feretri nel corteo funebre dalla Questura alla chiesa, si è detto “colpito da una partecipazione popolare folta e sentita, un segno di civiltà diffusa che nella sciagura dev’essere colto e fatto proprio dalle istituzioni e dalla politica”.

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