Oggi si tiene la commemorazione con solenne deposizione di corone di alloro al Monumento dedicato al 55mo Reggimento Fanteria “Marche”, di cui 52 ufficiali e 1764 soldati perirono l’8 giugno 1916 nell’affondamento del piroscafo “Principe Umberto”. 521 furono i morti trevigiani. Fu la più grande tragedia navale italiana.
La Prefettura di Treviso e i Comuni di Treviso e di Casier parteciperanno alla cerimonia – che sarà in forma strettamente privata – e vedrà la presenza delle massime autorità civili e militari e delle bandiere, dei gonfaloni e dei labari delle amministrazioni comunali e delle associazioni combattentistiche e d’arma.
Alle 20.30 in Piazza dei Signori (in caso di pioggia all’Auditorium del Museo di Santa Caterina) è invece in programma un momento storico-culturale aperto a tutta la cittadinanza e alla stampa, con l’orazione del professor Daniele Ceschin sull’affondamento del piroscafo “Principe Umberto” e il concerto della banda cittadina “D. Visentin” e del Coro A.N.A. di Oderzo.
L’AFFONDAMENTO DEL “PRINCIPE UMBERTO”
Dopo la partenza del 56° fanteria, nei primi giorni di giugno del 1916 il 55° reggimento di fanteria facente parte della Brigata Marche, che si travava in Albania per gestire i prigionieri dell’esercito austroungarico, ricevette l’oridne dal generale Cadorna di rientrare in Italia per andare a formare un Coprpo d’armata di Irserva nella pianura vicentina.
Nella notte tra il 7 e l’8 giugno 1916 il 55° Reggimento Fanteria si portò sulla spiaggia di Valona, dove venne imbarcato sui Piroscafi “Principe Umberto” e il “Ravenna”.
Poco prima della partenza,come da prassi, il Comandante navale – il Viceammiraglio Enrico Millo a bordo della torpediniera “Alcione”, aveva ispezionato la baia senza aver rilevato alcunché di sospetto. L’intero convoglio ,diretto a Taranto e Brindisi ,era composto da nove Unità.
Il convoglio salpò alle ore 19.00 dell’8 giugno 1916, la navigazione stava procedendo tranquillamente quando il Piroscafo “Principe Umberto”, ancora in vista delle luci del porto di Valona, 10 miglia a sud-est di Punta Linguetta, avvertì una forte esplosione. Il panico si diffuse su tutto l’equipaggio, si gridò “al siluro”. La nave colpita al centro si spaccò in due ed affondò nel giro di pochi minuti.
Il sommergibile austriaco che aveva silurato il “Principe Umberto” era l’U5 il quale faceva la spola tra Taranto e Valona alla ricerca di navi nemiche, civili o militari, che navigavano in quella zona di mare.
Furono lanciati due siluri:uno andò a vuoto, l’altro colpì la nave e successivamente provocò lo scoppio delle caldaie. Fu la più grande tragedia navale italiana: perirono 52 Ufficiali e 1764 soldati del 55° Reggimento Fanteria “Marche” e 110 marinai dell’equipaggio. Per alcuni giorni emersero dal mare sulla spiaggia di Valona decine di corpi straziati sepolti senza nome furono sepolti tra gli ulivi ai bordi della strada che da Valona sale verso Kanina. Da tutti fu chiamato “il cimitero del 55° Reggimento”.
In quella che è la più grave tragedia navale militare italiana, trovano la morte complessivamente 521 soldati trevigiani. 24 sono originari di Treviso, 20 di Oderzo, 19 di Vedelago, 15 di Paese, 11 di Montebelluna, 11 di Roncade, 11 di Spresiano, 10 di San Biagio di Callalta, 10 di Fontanelle.