04/09/2024

“Il Partito Democratico al Senato ha ottenuto, attraverso l’approvazione della mozione 1-00586 (testo 2), l’impegno del Governo ad agire in sede comunitaria per porre con determinazione una forte posizione politica tesa a riaprire un negoziato per tutelare il sistema balneare, difendendo la legittimità della proroga al 2020 e ad adottare, entro le prossime settimane, un provvedimento di indirizzo e di iniziativa legislativa, attraverso una legge delega, che recepirà le indicazioni arrivate dalla discussione in Aula”, lo dichiara in una nota la Senatrice Laura Fasiolo.

L’incertezza normativa sulle concessioni demaniali marittime si trascina da troppi anni e sul comparto turistico produce effetti negativi, con un rallentamento degli investimenti da parte degli operatori balneari mettendo a rischio l’elevato standard qualitativo dei servizi offerti ,” prosegue Fasiolo.

Gli stabilimenti balneari sono diffusi in tutto il territorio costiero del Paese e rappresentano un patrimonio imprenditoriale frutto del lavoro di generazioni di operatori del settore che, in alcune aree ha raggiunto livelli di qualità eccellenti. Questo vale anche per il Friuli Venezia Giulia, dove gli stabilimenti balneari in zone come Grado e Lignano, sono strutture frutto di importanti investimenti basati sulla lunga durata delle concessioni demaniali e su una passione per questo lavoro che si è tramandata tra generazioni.

Nella Regione FVG questo settore produttivo conta circa 100 concessionari con un migliaio di addetti diretti e dell’indotto. Si tratta in gran parte di imprese familiari. Non è tollerabile che si sia aperta contro l’Italia una procedura d’infrazione per il mancato rispetto della “direttiva servizi”, la cosiddetta direttiva Bolkenstein, che prevede l’esplicito divieto di qualsiasi forma di automatismo nel rinnovo delle concessioni, a fronte di evidenti disparità di trattamento con altri Paesi europei come Spagna e Portogallo, dove sono state prorogate per 30, 50 o 75 anni, a seconda della tipologia e fino ai 99 anni per la Croazia contro i nostri soli sei anni.

E’ nostra ferma volontà, continua Fasiolo, far comprendere alla Commissione europea che il sistema degli stabilimenti balneari italiani è un patrimonio unico in Europa, con caratteristiche specifiche e peculiari dove la dimensione familiare e artigianale della gestione, storicamente tramandata per generazioni, rappresenta l’elemento caratterizzante che va preservato davanti al rischio del prevalere delle speculazioni di mercato da parte di grandi investitori economici.

Pertanto la mozione sostiene la necessità di introdurre una normativa che preveda una fase transitoria di lungo periodo nel corso del quale gli attuali gestori avrebbero garantito il principio della tutela, mentre le nuove, e solo le nuove concessioni seguirebbero procedure di evidenza pubblica.

“In questo periodo di graduale armonizzazione, l’Agenzia del Demanio dovrebbe predisporre una ricognizione su tutto il territorio nazionale dei beni demaniali marittimi disponibili e non ancora utilizzati a fini turistico ricreativi, mentre i Comuni costieri dovrebbero aggiornare o predisporre i Piani di utilizzo degli arenili”.

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