La prevenzione non si fa quando le botte sono già state date. Bisogna farla prima, nella testa delle persone». Per Sandra Savino, candidata alla Camera di Forza Italia, anche se in lieve flessione rispetto al passato, i quasi 9 milioni di donne che tra i 14 e i 65 anni hanno subito una qualche forma di molestia o violenza non sono degni di una nazione civile.
A commento dei dati pubblicati questa mattina dall’Istat sulle molestie alle donne, Savino afferma che «la nostra società ha urgente bisogno di combattere la violenza di genere. E lo può fare solo con un percorso condiviso di educazione alla relazione. Un corretto rapporto inizia nella famiglia e dalle strutture che danno supporto all’educazione dei figli, un’educazione che deve essere rispettosa della libertà e dell’autonomia di genere».
Quando si arriva al pronto soccorso continua Savino, «significa che quella donna ha già subito violenza, che la sua vita è già stata devastata da rapporti di forza che non ha saputo o potuto gestire. Questo innesca una catena ingovernabile: perché se ha figli questi saranno stati già costretti a vivere in un ambiente malato, perturbato da molestie, soprusi, angherie. E a loro volta saranno essi stessi dei violenti, perché sono cresciuti in un ambiente malato».
Allora va ribadito il totale rispetto per il lavoro degli operatori che sono in prima linea ad accogliere il dramma di queste donne. Ma va fatto un lavoro a monte: «ci vuole educazione, aiuti alle famiglie, supporto alle ragazze affinché siano fin da giovani siano abituate ad essere attente e pronte nel rifiuto di rapporti di forza. E ci vogliono pene severe e, soprattutto, applicate in modo esemplare: all’omicida di Nadia Orlando che non può continuare a godere dei domiciliari, al professore che ha abusato solo pochi giorni fa di una studentessa a Trieste, a chiunque non rispetti l’integrità della donna e della persona».
foto di copertina
Di Sand Paper – victims of acid attacks, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3591024