22/07/2024

di Gianfranco Biondi
Partiamo dalla domanda. Può il responsabile maschio di un servizio di trasporto, anche se gestito da privati, interromperlo subitaneamente perchè decide di raggiungere la moglie entrata in travaglio? Iodirei di no per le possibili conseguenze più o meno gravi, in seguito all’interruzione di servizio, e non si tratta di cinismo. Si potrebbe dire che tutto è plausibile, tutto è relativo…ma lo è anche per il dovere di assumersi le responsabilità che un certo ruolo comporta? veniamo ai fatti. Ore 11.00 del 18 luglio, aeroporto di Brindisi. 200 passeggeri in partenza per Venezia dal soleggiato Salento attendono il volo FR8878 Ryanair operato da Air malta su aereo Boeing 737. L’aereo atterra in orario rispetto alle consuete operazioni di imbarco e dell’orario di ripartenza con destinazione Venezia , come da programma previsto alle 11.55. Il gate apre e iniziano le operazioni ma, ad un certo punto, tutto si blocca. Aereo fermo in pista e passeggeri in aeroporto. Sul tabellone vengono annunciati due slittamenti di orario che portano il ritardo della partenza ad oltre due ore. Intanto i passeggeri in fila si organizzano con i soliti bivacchi: i giovani a terra e i meno giovani cercano di recuperare qualche sedia. Ad un certo punto tutto si sblocca d’incanto e riprendono frettolosamente le operazioni di imbarco,
Una volta tutti in aereo arriva l’annuncio. Uno stewart si scusa con i passeggeri a nome dell’equipaggio (e lo farà nuovamente anche all’arrivo a Venezia), perché il comandante ha deciso di abbandonare l’aereo per raggiungere la moglie, entrata in travaglio, lasciando solo il primo ufficiale pilota a scaldare il sedile. Volendo sperare che il comandante abbia chiesto il permesso alla compagnia prima di lasciare il servizio, viene da chiedersi quale solido principio sostenga la decisione da parte di comandante e compagnia di
lasciare a terra circa 200 passeggeri per oltre due ore, in attesa di un comandante sostituto, senza minimamente calcolare eventuali conseguenze per disagi, urgenze e coincidenze perse. Il travaglio è motivo sufficiente? non sta a me sentenziarlo ma penso a quante occasioni simili non hanno permesso al futuro genitore di assitere ai momenti topici della nascita del proprio figlio o figlia. In futuro il comandante, che umanamente capisco pur non condividendone il comportamento per aver agito emotivamente in relazione alle sue responsabilità, potrà anche raccontare divertito alla figlia o figlio, di aver bloccato un aereo intero pur di assitere a travaglio e parto… sempre che conservi il posto, il comandante. Ma anche la compagnia che probabilmente lo ha autorizzato dovrebbe giustificarsi in qualche modo. Altrimenti potrebbe diventare prassi abbandonare aerei, autobus, navi, torri radar o, magari, la sala controllo di una centrale nucleare, per accorrere dalla moglie o compagna con le doglie. Mi dispiace, ma quanto accaduto rimane un’assurdità.

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