12/09/2024

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L’esteso cordoglio bi-partisan di questi giorni , rimbalzato quotidianamente sui media, per la morte di Ettore Romoli, figura di grande rilievo nella vita politica ed istituzionale del Friuli Venezia Giulia, morte sopraggiunta per malattia all’Ospedale di Udine, a pochi giorni dalla sua nomina a Presidente del Consiglio regionale, dopo disperati tentativi di salvargli la vita con più interventi chirurgici, non poteva che riflettersi totalmente negli affollati e commoventi momenti delle esequie, che si sono svolte nella cattedrale di Sant .Ignazio a Gorizia, officiate dall’arcivescono Radaelli e alla presenza di numerosi rappresentanti del mondo politico, istituzionale, civile e militare. Una folla che ha fatto da contrappunto alla inqualificabile presa di posizione di Forza Italia di espellere Romoli dal partito (di cui, tra l’altro, Romoli è stato co-fondatore) mentre era in terapia intensiva, colpevole di essere troppo indipendente e di aver rinnovato fino a novembre il contratto del capogabinetto uscente della precedente giunta Serracchiani, Giorgio Baiutti, scelta dettata probabilmente da libere valutazioni sulle accreditate competenze di quest’ultimo piuttosto che su miseri giochi di bandiera, come era nello stile di Romoli.

Il 17º arcivescovo metropolita di Gorizia, Carlo Roberto Maria Radaelli si è richiamato nella sua omelia alla libertà che ciascuno di noi ha di poter amare o non amare o addirittura odiare. Riferendosi a Romoli, Radaelli ha sottolineato che occorre guardare con stima a chi ha il coraggio di entrare nelle responsabilità amministrative e politiche se lo fa senza secondi fini ma assumendo la complessità del compito e la finalità di essere di servizio agli altri. A noi non tocca il giudizio ma il ringraziamento per quanto il Signore ci ha dato – ha aggiunto l’Arcivescovo – attraverso l’impegno di questa persona, che ha messo in gioco la propria libertà per amore (ndr.verso la comunità che ha servito).

Toccanti i passaggi degli interventi del Presidente della Giunta regionale , Massimiliano Fedriga, del Sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna, che a stento è riuscito a completare il suo intervento per la commozione e del figlio di Romoli, Andrea che, parlando anche a nome della sorella Francesca, ha salutato il Leone di Gorizia, riconoscendolo come punto di riferimento indiscusso ed ampiamente testimoniato nel momento dell’estremo saluto, di una grande famiglia, la collettività, che è stata causa di un rapporto padre-figlio, talvolta conflittuale. Di tutti e tre gli interventi vi proponiamo una una sintesi audio…nel video alcune delle fasi salienti del corteo funebre…

testi montaggio e riprese
a cura di Gianfranco Biondi

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