Quando son nato io Rocco era già… Suonava, cantava, scriveva e per questo si faceva pagare.
Lo considero il principale pilastro dell’arte contemporanea in Friuli Venezia Giulia, con la sua schiettezza spontanea riesce ad ammaliare tutti utilizzando un lessico adatto, comprensibile e idoneo, così da attrarre l’attenzione di ognuno, come se non bastasse l’esteriorità istrionica e sempre opportuna. Rocchettaro, cantautore, menestrello, attore, autore di testi e musiche, scrittore di libri, per me Rocco Burtone e Udine sono saldamente legati con cavo d’acciaio. Rimane da cinquant’anni uno dei figli di questa città più celebrati e celebranti. Un amore intelligente che, come sempre accade, può anche sfociare in rabbia, in litigio, ma pur sempre generato da sentimenti profondi. Ricambiato e utile con raziocinio, giacché ha sempre espresso i suoi pensieri in italiano, che sebbene sia globalmente considerata una lingua minoritaria, non ha paragoni col friulano.
Chi lo conosce sa che Rocco non si alza troppo presto al mattino, giacché buona parte delle serate finiscono tardi al lavoro. Dietro la facciata ridente, curata e divertente, c’è un lavoro immane per la preparazione degli eventi, delle manifestazioni, dei concerti, sempre con lo scopo primario di ripudiare il banale. Una presentazione del suo libro uscito recentemente (Nessun colpevole, giallo hippy spilimberghese) è sempre occasione di stupore, con poeti che intervengono in fiere letture delle loro opere, percussionisti suonano le botti mezze vuote, monologhisti esternano pensieri estemporanei, pittori e ritrattisti indaffarati a sostituirsi ai fotografi e tutti ne escono satolli di arte, soddisfatti e contenti delle sorprese inusitate.
Da ottobre a giugno ci sono le serate nell’antico Caffè Caucigh, situato all’inizio di Via Gemona a Udine, in pieno centro storico cittadino, offre la possibilità di arrivare anche in auto, se hai la fortuna di trovare il parcheggio, ovvero c’è Piazza Primo Maggio, “il Giardin Grande” di Udine, con la nuova e polemizzata struttura sotterranea sempre libera, con due passi si arriva a uno dei caffè “storici” di Udine. Tutti i venerdì da oltre trent’anni, c’è la musica Jazz. Il giovedì spesso la serata dedicata alle espressioni artistiche al femminile. Il mercoledì, quasi sempre, c’è l’aperitivo per i giovani con DJ, musica per animare tutto il vecchio borgo Gemona.
Presso il borgo medioevale de “la Casaccia” di Faedis (Udine), ogni settimana è buona per organizzare una manifestazione, un concerto, la presentazione di un libro, un poeta o uno spettacolo. La Casaccia è il nome scelto per indicare il complesso di Borgo Scubla, nel Comune di Faedis (Ud) che è stato oggetto d’interventi di recupero strutturale e restauro filologico. La struttura è parte integrante del tessuto storico originario di Borgo Scubla, insediamento di origine medioevale funzionalmente collegato ai vicini castelli di Zucco e di Cucagna. Il corpo di fabbrica originario, la cui epoca di costruzione è presumibilmente databile intorno al 1100, è nei secoli stato oggetto di numerosi interventi di ampliamento, rifacimento e modifica. Tuttavia, nonostante le alterazioni che si sono susseguite, risulta ancora perfettamente leggibile l’originaria funzione di “Casa-Fortezza”. Rocco invita personaggi emergenti o scafati e navigati artisti per serate all’insegna dello spettacolo in condivisione, con i soliti sprazzi d’improvvisazione.
L’estate 2017, in agosto, sarà il momento per generare collegamenti tra il passato e il futuro. Udinera sarà l’occasione per considerare la storia intesa come esperienza e sfruttarla per migliorare il presente. Non vivere nelle tradizioni, ma ricordare com’eravamo con le testimonianze personali, per esempio parlando del cinema Asquini, oggi diventato Visionario, del ferroviario (Dopo Lavoro Ferroviario) e quindi ci sarà una serata dedicata al cinema. Un’altra serata di teatranti e teatri e anche qui tutto è preparato e coordinato fra l’associazione Musicisti Tre Venezie e gli attori o comunque i protagonisti, ma lasciando sempre aperta una porta all’improvvisazione.
Gente di Tavagnacco sarà la prossima proposta per l’estate con tre appuntamenti che hanno a che fare con i cittadini, ma anche con persone che magari non risiedono più lì, ma hanno fatto qualcosa a o per Tavagnacco anche qui ci saranno degli ospiti che non saranno i soliti, non solo persone famose, importanti, che abbia fatto un film piuttosto che fortuna all’estero. Grazie a una ricerca in corso di svolgimento, che dovrebbe concludersi a giorni, troveranno personaggi come un minatore, che ha lavorato quaranta anni nelle miniere del Belgio, proveniente da Tavagnacco, che verrà a raccontarci la sua storia. Storie vere, vissute dalla gente di Tavagnacco, storie importanti. Questa manifestazione si chiamerà Gente di Tavagnacco. Uniranno il racconto del personaggio o dei personaggi, come lo scrittore famoso e il minatore, dell’esempio, con i musicisti che naturalmente in mezzo al racconto faranno delle musiche cercando di abbinarle a quello che racconteranno. Decine di piccoli concerti, di piccole storie, piccoli avvenimenti con presentazioni di libri, come l’ultimo scritto da Rocco Burtone: andrà a presentare Nessun Colpevole.
Poi l’estate finirà e l’autunno verrà, come ogni anno con l’inizio di novembre e l’ormai tradizionale festa a Rivignano Teor: Festival Mondiale della Canzone Funebre. Giunto ormai alla 7^ edizione, il festival sta perdendo la sua connotazione di gara, la competizione sta lasciando lo spazio all’esibizione, alla commemorazione, non solo dei defunti, bensì anche degli artisti che negli anni scorsi si sono impegnati per realizzare musiche e canzoni per partecipare a questo festival. Il 2 novembre 2017 sarà quindi l’occasione per risentire e rivedere dal vivo i migliori partecipanti del Festival Mondiale della Canzone Funebre a Rivignano Teor.
Marco Mascioli