23/07/2024

La regione Friuli Venezia Giulia è da sempre dimenticata, se non sconosciuta, da buona parte dei cittadini italiani. Solo coloro che stanno studiando la geografia conoscono le province, gli altri le hanno dimenticate, come hanno dimenticato buona parte delle città.

Grado dev’essere vicino a Belgrado (comunque in Russia), Gorizia in verità si chiama Nova Goriza perché è una città Yugoslava e tra le poche cose che sanno la maggior parte degli italiani al di fuori della regione, forse è che Trieste adesso è in Italia, poi c’è Udine con Gemona del Friuli grazie al Terremoto.

Un po’ come chiedere ai friulani il capoluogo di regione del Molise o della Basilicata (ma non sono la stessa cosa?)

Scherzi a parte, tutta questa noncuranza nei nostri confronti potrebbe giocare a nostro favore: se con un colpo di spugna riuscissero ad eliminare le UTI e ripristinare le province così come la costituzione italiana detta, probabilmente nessuno si renderebbe conto di quanto siamo diversi, di cosa il precedente governo regionale ci ha regalato senza che chiedessimo nulla.

Il governatore Massimiliano Fedriga, dopo averlo ripetuto in ogni occasione durante la campagna elettorale, ha confermato ora la sua intenzione di coinvolgere il più possibile tutti i corregionali nelle decisioni da prendere e, proprio in relazione alle province da riproporre, non solo vuole sentire il parere di tutti, ma data l’opportunità della Regione a Statuto Speciale, con la sua autonomia, addirittura vorrebbe che gli enti intermedi (tra la Regione e i Comuni), fossero retti da persone scelte dai cittadini che rispondano direttamente agli elettori del loro operato.

Negli anni scorsi infatti, i precedenti governi nazionali, avevano già inficiato le norme che regolano le elezioni degli amministratori provinciali, impedendo di fatto ai cittadini di esprimere le loro idee, delegando ai sindaci la decisione. Poi ci fu il referendum per abolire le province a livello nazionale e qualche altro ente di cui pochi conoscevano l’esistenza, ma l’esito lo ricordiamo tutti. Compresa la mal velata volontà d’imbavagliare gli elettori, evitando d’interpellarli per scegliere chi debba governare le province, magari avrebbero voluto togliere di mezzo questa rottura delle elezioni, scegliendo direttamente loro per noi. Così non avremmo rischiato di avere fascisti e nazionalisti al governo.

Questa è acqua passata, ora hanno solo la possibilità di lamentarsi raccogliendo l’approvazione di chi  ha solo voglia di lamentarsi come loro. I mugugni ora, dopo anni di danni, non servono a nessuno.

Certo qualcuno ci resterà davvero male a sentire le parole di Fedriga, quando annuncia che le UTI, con tutti i sindaci che prima urlavano il nome della Serracchiani, a breve spariranno e comunque non saranno più agevolati diversamente dai Sindaci “No UTI”. Qui non esistono solo gli amministratori, ci sono anche i cittadini che, dopo aver pagato le tasse e i balzelli alla Regione e ai Comuni, si sono visti dichiarare di “serie A e di serie B” in funzione dell’area di appartenenza del proprio Sindaco.

Se tornassimo a essere come le altre Regioni d’Italia, con le nostre belle province e addirittura tornassimo a votare noi i presidenti e gli assessori provinciali, senza fare tanto i diversi, forse nessuno al di fuori dei corregionali se ne accorgerebbe di quanti soldi sono stati buttati con queste Unioni Territoriali Intercomunali, ricordando anche il personale che dalle province chiuse è passato all’amministrazione regionale.

Marco Mascioli

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