10/09/2024

La Giuria del Premio Nonino, presieduta da Antonio Damasio, e composta da Adonis, Suad Amiry,
John Banville, Luca Cendali, Mauro Ceruti, Jorie Graham, Amin Maalouf, Claudio Magris,
Norman Manea ed Edgar Morin ha così assegnato i Premi Nonino Duemilaventiquattro:
PREMIO NONINO RISIT D’AUR BARBATELLA D’ORO 2024 ad Angelo Floramo e COOPERATIVA INSIEME ‘Frutti di Pace’(Ediciclo, Bottega Errante) PREMIO INTERNAZIONALE NONINO 2024 ad ALBERTO MANGUEL (Sellerio, Vita e Pensiero, Einaudi), PREMIO NONINO 2024 a RONY BRAUMAN per MÉDECINS SANS FRONTIÈRES e PREMIO NONINO 2024 ‘MAESTRO DEL NOSTRO TEMPO’ a NAOMI ORESKES
(Bollati Boringhieri).
La consegna dei premi e le celebrazioni per i Cinquant’anni della creazione del Monovitigno ®

Nonino, la Rivoluzione della Grappa 1973-2023 avranno luogo presso le Distillerie Nonino a Ronchi di Percoto, sabato 27 Gennaio 2024 alle ore 11.00.

La cerimonia di assegnazione dei premi sarà trasmessa in live streaming su grappanonino.it dalle ore 12.15.


MOTIVAZIONI

PREMIO NONINO RISIT D’AUR – BARBATELLA D’ORO 2024 ad
ANGELO FLORAMO e COOPERATIVA INSIEME ‘Frutti di Pace’
Angelo Floramo, accademico, storico, medievalista e consulente scientifico della Biblioteca Guarneriana di SanDaniele del Friuli è, come ama definirsi, “figlio della frontiera”. Nel suo peregrinare per motivi di studio tra le più antiche biblioteche, borghi e monasteri in Italia e in Europa ricerca da sempre i fili che legano la cultura friulana a quella slovena dove le due culture si fondono (Balkan Circus 2013 e La Veglia di Ljuba 2018 edizioni Ediciclo e Bottega Errante).
Alla ricerca delle radici comuni attraverso le “madri” – le “majke” – che legate alle loro terre diventano canto nel più profondo senso dell’esistere, si è imbattuto nella cooperativa INSIEME delle donne di

Bratunac e Srebrenica, donne di Bosnia come amano definirsi, non Serbe, Croate, Bosgnacche, non musulmane, cattoliche, ortodosse, ebree. Donne e basta. Queste donne dimostrano che si può ricostruire un’identità collettiva contro le divisioni imposte dalla guerra e hanno avviato un processo di elaborazione del lutto basato sul riconoscimento del valore del dolore dell’altro, non più inteso come nemico ma come vittima della stessa violenza. Questo è il valore etico incalcolabile della cooperativa INSIEME “Frutti per la pace” creata nel 2003 da un gruppo di“pacifiste in pratica”, come la loro presidente, Radmila Zarkovic.


PREMIO INTERNAZIONALE NONINO 2024
ad ALBERTO MANGUEL

Alberto Manguel è un vero uomo del Rinascimento. Scrittore brillante, narratore di talento, traduttore, curatore e appassionato sostenitore del potere dei libri e della lettura, crede che i libri servano essenzialmente per farci comprendere noi stessi e il mondo che ci circonda. Ha dedicato la sua vita a promuovere l’amore per la lettura e le biblioteche e a rendere i libri accessibili a tutti. Alberto Manguel è un maestro della saggistica, la sua scrittura è sempre penetrante, stimolante e meravigliosamente realizzata, ha il dono di riunire culture e prospettive diverse e aiutarci a vedere il mondo in un modo nuovo e inaspettato. In questi tempi caotici, di conflitti e volgarizzazione della cultura, Alberto Manguel si batte per la spiritualità e l’affezione verso la cultura, rafforza il suo prestigio come figura di spicco nel mondo delle idee e della letteratura. Le sue opere sono pubblicate in Italia da Sellerio, Vita e Pensiero ed Einaudi.

PREMIO NONINO 2024 a
RONY BRAUMAN per MÉDECINS SANS FRONTIÈRES


Rony Brauman ha dedicato la propria vita al servizio della sofferenza umana. Per dodici anni è stato l’anima di«Medici senza frontiere», l’organizzazione umanitaria premio Nobel fondata a Parigi nel 1971 e attiva in 75 paesi con un organico di oltre 68.000 persone, che presta soccorso alle vittime di guerre, razzismo e repressioni nel mondo intero. Brauman, medico francese nato a Gerusalemme, ha denunciato con coraggio le persecuzioni subite dai palestinesi e i suoi interventi pubblici ci permettono di comprendere meglio la tragedia attuale di cui sono vittime le popolazioni di Gaza e Cisgiordania. Per queste ragioni, rappresenta una grande coscienza umanista del nostro tempo che la Giuria del Premio Nonino è orgogliosa di onorare. Consegna il premio Edgar Morin.

PREMIO NONINO ‘MAESTRO DEL NOSTRO TEMPO’ 2024 a
NAOMI ORESKES

Naomi Oreskes, professoressa all’Università di Harvard e Fellow dell’American Association for the Advancement of Science, è una scienziata della Terra di fama mondiale, storica e divulgatrice con un’indole da filosofa e un amore per la letteratura. È una delle più importanti intellettuali pubblicamente impegnate sul ruolo della scienza nella società e sulla realtà del cambiamento climatico antropogenico. Autrice di libri scientifici e divulgativi – Perché fidarsi della Scienza? Bollati Boringhieri 2021 – con i suoi scritti ha messo in luce il consenso scientifico sui cambiamenti climatici causati dall’uomo e ha attirato l’attenzione sugli sforzi delle aziende americane per minare questa conoscenza; usa la ragione per combattere la negazione del cambiamento climatico e le campagne di delegittimazione della scienza.

Angelo Floramo (nato a Udine nel 1966) si è laureato in Storia con una tesi in filologia latina medievale, dal 1992 è cultore della materia presso l’Università di Trieste. Dal 2012 collabora con la Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli (la più antica biblioteca friulana e una delle prime biblioteche pubbliche d’Europa, sorta nel 1466) in veste di consulente scientifico per la sezione antica, manoscritti e rari. Socio fondatore di MediEuropa MediAetas, Centro Internazionale di Studi Medievali per l’Europa Centrale, Orientale e Sud Orientale, organizza e partecipa a numerose attività di ricerca e divulgazione scientifica. Dal 2020 insegna antropologia dell’Immagine alla Accademia di Belle Arti Tiepolo di Udine e dal 2023 è docente incaricato di Storia dell’Alimentazione presso l’Università degli Studi di Udine. Si considera da sempre un figlio della frontiera, di questa terra plurale che si sviluppa nelle intersezioni, e che sa cogliere la differenza degli accenti, dei sapori, delle alchimie. Friulano da parte di madre, da parte di padre è invece sangue misto, variegato, di lontana e meticcia ascendenza, cresciuto in un villaggio sloveno, Sveto, tra le vigne dell’altopiano carsico che unisce Gorizia a Trieste. Per motivi di studio e di ricerca ha visitato e continua ancora ad esplorare le più antiche biblioteche di conservazione in Italia e in Europa, perdendosi spesso nella fascinazione di monasteri nascosti agli occhi del mondo.
Autore di una collana di libri sul Friuli, la sua storia e le sue genti, in cui ha svelato come questa terra apparentemente marginale sia stata per secoli il cuore di un’Europa plurale, di popoli, lingue e culture che qui si sono incontrati; fra questi Storie Segrete della Storia del Friuli (2018) e Breve Storia del Friuli (2020) editi da Newton Compton.
Da sempre interessato alla storia dei Balcani, intesi come epicentro quasi mitico di un’Europa ancora tutta da esplorare, ogni anno accompagna i suoi studenti ad esplorarne le anime tra osterie e piazze, fra la gente comune, dove incontra i testimoni e le testimoni di vicende spesso dimenticate. Dando seguito al suo interesse ha scritto Balkan Circus (Ediciclo 2013), un libro che a metà tra reportage narrativo e mappa dell’anima, racconta un’esperienza, un viaggio nel respiro di un mondo colorato e strabiliante e La Veglia
di Ljuba (Bottega Errante 2018), un viaggio che attraversa continuamente le frontiere fra Italia e Jugoslavia, e racconta il destino di bambini, uomini e donne che si sono ritrovati in un posto giusto in tempi spesso sbagliati. Fra le altre sue innumerevoli opere ricordiamo: Guarneriana segreta (2015), l’Osteria dei passi perduti (2017), Come Papaveri Rossi (2021), Vino e Libertà (2023) tutti editi da Bottega Errante.
Ha pubblicato inoltre numerosi saggi e articoli specialistici aventi per oggetto il Medioevo e i suoi sogni. Vive a San Pietro di Ragogna in Friuli ed è insegnante di Lingua e Letteratura Italiana e Storia nelle scuole di secondo grado.

Angelo Floramo ogni anno accompagna i suoi alunni e alunne a visitare la Srebrenica, una delle zone più colpite dalla guerra in Bosnia tra il ’92 e il ’95. Lì le milizie del generale Ratko Mladic hanno ucciso tutti i maschi che avessero un’età compresa tra i sedici e i sessantacinque anni. Ogni donna che vive in questa regione ha perso qualcuno: un fratello, un padre, un figlio. Il corpo di queste donne è diventato campo di battaglia in cui imprimere ferite, sevizie e violenze. Chi ci viveva, o ha visto quella terra dopo lo scempio, capisce di quale miracolo stiamo parlando… Donne di Bosnia, come amano chiamarsi loro. Non Serbe, Croate, Bosgnacche. Non musulmane, cattoliche, ortodosse, ebree. Donne e basta. Queste donne hanno dimostrato che si può ricostruire un’identità collettiva contro le divisioni imposte dalla guerra.

Hanno capito subito che per far vincere la pace non bastava ricostruire tetti sotto i quali abitare o chiese e moschee dove pregare ma era necessario ricostruire le condizioni per vivere,prima tra tutte il lavoro, da condividere nella comunità ricomposta. Per sconfiggere

la cultura della guerra, hanno avviato un processo di elaborazione del lutto basato sul riconoscimento del valore del dolore dell’altro, non più inteso come nemico ma come vittima della stessa violenza. Questo è il valore etico incalcolabile della cooperativa INSIEME del progetto “Frutti di pace”, creata nel 2003 da un gruppo di “pacifiste in pratica”, come la loro pres-idente, Radmila (Rada) Zarkovic. Il primo scopo della Cooperativa – fondata da Rada insieme a Skender Hot – è stato quello di unire le famiglie più deboli, offrendo loro la possibilità di coltivare frutti di bosco. In dieci anni la cooperativa INSIEME è passata da 10 a 500 soci. Dà lavoro direttamente a più di 20 persone reduci dal massacro e vedove che cercavano una soluzione per vivere in un paese fortemente inasprito dai conflitti ma che restava la loro casa. Negli anni la Cooperativa è riuscita ad acquistare attrezzature per la produzione di succhi e marmellate. Per far parte della Cooperativa sono richiesti una piccola dimensione dell’azienda, fondata su base familiare, nella quale la titolare lavora direttamente la terra e controlla ogni fase dell’attività produttiva, l’uso di varietà di frutta non modificate geneticamente e, quando possibile, la scelta di varietà di frutta locali e tradizionali, con l’impiego di metodi di coltura, lavorazione, trasformazione e stagionatura rispettosi della salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente, adottando tecniche di coltivazione eco-sostenibili. Prima della guerra, Bratunac era una delle zone di maggior raccolta di piccoli frutti, soprattutto lamponi, dell’intera ex-Jugoslavia. Ed è proprio sul ritorno alla lavorazione di questi prodotti tradizionali che il progetto punta per favorire il rientro di profughi e sfollati, dando loro un lavoro che potesse permettergli di sostenersi economicamente e reinserirsi in un tessuto sociale devastato dai lunghi anni di conflitti. Oggi la Cooperativa riesce a sostenere i contadini nella fase della produzione e si occupa della raccolta, della surgelazione, della trasformazione e della vendita di prodotti derivati da piccoli frutti, prodotto tipico dell’agricoltura tradizionale dell’area.
‘Per un mondo migliore non basta sognare con i frutti di pace lo puoi cambiare’ è scritto
su ogni vasetto: è dalla volontà di uscire dall’incubo della guerra e ritornare alla propria terra che nasce questo vasetto, frutto del ricamo minuzioso, vaso per vaso, delle donne di Bratunac e Srebrenica. La dignità umana ritrovata attraverso il lavoro che unisce le persone e ricostruisce la pace. I prodotti della cooperativa INSIEME si trovano in vendita in Italia presso la rete COOP. Ronchi di PeRcoto.

Alberto Manguel è nato a Buenos Aires nel 1948 ed è cresciuto a Tel-Aviv, dove suo padre è stato il primo
ambasciatore argentino in Israele. All’età di sette anni, quando la sua famiglia tornò in Argentina, imparò a parlare correntemente lo spagnolo, le sue prime lingue furono l’inglese e il tedesco (che parlava con la sua governante). A sedici anni, mentre lavorava presso la libreria Pigmalion di Buenos Aires, Jorge Luis Borges, ormai cieco, gli ha chiesto di leggere per lui ad alta voce a casa sua. Per Manguel il loro rapporto è stato fondamentale: ha letto a Borges dal 1964 al 1968. A Buenos Aires ha frequentato il Colegio Nacional de Buenos Aires dove, grazie al fatto che la scuola era amministrata dall’Università, ha avuto come insegnanti alcuni Illustri professori universitari.

Manguel ha lasciato l’Argentina per l’Europa prima che iniziassero gli orrori dei “desaparecidos”, all’inizio del 1969. Severo Sarduy, Héctor Bianciotti, Julio Cortázar e Geneviève Serre au, tra gli altri, hanno contribuito a facilitare la sua transizione verso la vita all’estero e il vivere di scrittura. Negli anni ‘70, Manguel ha vissuto una vita peripatetica in Francia, Inghilterra, Italia e Tahiti, rivedendo, tra ducendo e facendo da curatore. Nel 1980 Manguel, insieme a Gianni Guadalupi, ha scritto il Dizionario dei luoghi fantastici (Archinto 2010), un catalogo completo e celebrativo di ambientazioni fantasy della letteratura mondiale. La pubblicazione del libro ha segnato l’inizio della lunga collaborazione di Manguel con l’editore Louise Dennys. Nel 1982 Manguel si è trasferito a Toronto, in Canada, dove è vissuto e ha cresciuto i suoi tre figli per quasi vent’anni. Durante il suo primo anno nel suo nuovo paese, Manguel ha curato l’innovativa antologia Black Water: The Book of Fantastic Literature. È diventato cittadino canadese e continua a identificare la sua nazionalità innanzitutto come canadese.

Manguel ha contribuito regolarmente ai giornali canadesi e alla Canadian Broadcasting Corporation, nonché al Times Literary Supplement, The New York Times, The Village Voice, El País, La Repubblica e Svenska Dagbladet. Nel 1992 il romanzo di Manguel, News from a Foreign Country, vinse il Premio McKitterick. Ha diretto per cinque anni il Maclean Hunter Arts Journalism Program presso il Banff Centre for the Arts in Canada ed è stato nominato Distinguished Visiting Writer nel programma Markin-Flanagan presso l’Università di Calgary. Nel 2000 Manguel, assieme a un socio, ha acquistato e ristrutturato un presbiterio medievale nella regione francese di Poitou-Charentes per ospitare i loro numerosi libri. Hanno lasciato la Francia per New York nel 2015. Manguel ha ricevuto numerosi premi, una Guggenheim Fellowship e dottorati onorari dalle Università di Liegi in Belgio, Anglia Ruskin a Cambridge, Regno Unito, e York e Ottawa in Canada. È Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres (Francia) e Ufficiale dell’Ordine del Canada. Dal 2016 al 2018 è stato direttore della Biblioteca Nazionale dell’Argentina. Dal 2020 è direttore dell’Espaço Atlântida, il Centro di ricerca sulla storia della lettura a Lisbona, Portogallo. Tra le sue opere pubblicate in Italia ricordiamo: Con Borges (Adelphi 2005), Diario di un lettore (2006), La biblioteca di notte (2007) e Dizionario dei luoghi fantastici (nuova edizione 2010) con Archinto, Una storia naturale della curiosità (Feltrinelli 2015), Vivere con i libri (Einaudi 2018), Una storia della lettura (nuova edizione Vita e Pensiero 2023), Don Chisciotte e i suoi fantasmi (Sellerio 2023).


Rony Brauman, nato il 19 giugno 1950 a Gerusalemme, è un medico francese specializzato in malattie tropicali. Conseguito il diploma di maturità nel 1967 studia medicina, da sempre la sua passione. Nel 1975 diviene medico di bordo su una nave porta-cavi, in seguito, nel 1975-76 parte per il Benin per lavorare con Medicus Mundi in qualità di responsabile medico di un piccolo ospedale cattolico nella foresta. Al suo ritorno in Francia nel 1978, diventa uno dei primi membri di Medici Senza Frontiere. Nel 1980 interviene in Ciad durante la guerra, quindi si reca in Uganda, allora colpita dalla guerra e dalla carestia.
Presidente di Medici senza frontiere Francia dal 1982 al 1994, Brauman ha supervisionato l’espansione finanziaria e operativa del movimento, compresa la creazione di nuovi centri operativi in tutto il mondo.

Nel 1994 ottiene l’incarico di professore associato presso l’Istituto di Studi Politici di Parigi (1994-1997) e partecipa ai lavori di CRASH, il Centro di riflessione sull’azione e la conoscenza umanitaria.
Nel 1999, assieme al regista israeliano Eyal Sivan, dirige un documentario (1999) e un libro sul processo ad Adolf Eichmann (1961) basato sul libro di Hannah Arendt del 1963 Eichmann in Jerusalem. Il libro Adolf Eichmann e il documentario sono usciti in cofanetto in Italia per l’editore Einaudi nel 2003. Brauman è ora consulente scientifico della scuola di affari internazionali di Scienze Politiche, direttore della ricerca della Fondazione MSF e Direttore del Humanitarian and Conflict Response Institute (HCRI) all’Università di Manchester. Ha pubblicato numerosi libri e articoli fra cui Guerre humanitaires: Mensonges et Intox (2018), La Médecine Humanitaire (1994), Penser dans l’urgence (2006) e Utopie Sanitarie pubblicato in Italia da Feltrinelli (2002).


Médecins Sans Frontières [Medici senza frontiere] è un’organizzazione medico-umanitaria, internazionale e indipendente focalizzata sul fornire soccorso sanitario e assistenza medica alle popolazioni in pericolo, indipendentemente dall’appartenenza etnica, religiosa o dal credo politico, in tutti i luoghi del mondo in cui il diritto alla cura non è garantito. Le sue azioni sono guidate dall’etica medica, dai principi di imparzialità, indipendenza e neutralità.
L’organizzazione, fondata a Parigi nel 1971 da un gruppo di medici e giornalisti, è attiva in 75 paesi con un organico di oltre 68.000 persone tra impiegati e volontari. I donatori privati forniscono il 97% del finanziamento dell’organizzazione, mentre le donazioni aziendali forniscono il resto. MSF offre cure mediche nei contesti di crisi. In particolare le attività spaziano dalla risposta alle emergenze come terremoti, tsunami e uragani ai conflitti armati, come in Afghanistan o Iraq, dove vengono costruiti ospedali, supportati quelli esistenti o allestiti punti medici vicino alle linee del fronte. MSF interviene in caso di epidemie curando i malati ed effettuando campagne di vaccinazione di massa.
MSF gestisce inoltre programmi per l’HIV/AIDS e la tubercolosi e cura le malattie tropicali dimenticate.

Nel 1993 viene aperta la sezione italiana – Missione Italia. Per il suo operato è stata insignita del Premio Nobel per la pace nel 1999.

Naomi Oreskes è Professoressa Henry Charles Lea di Storia della Scienza e Professoressa affiliata di Scienze della Terra e Planetarie presso l’Università di Harvard. È una scienziata della terra di fama internazionale, storica e autrice di libri e articoli sia accademici che divulgativi sulla storia della terra e delle scienze am-bientali, tra cui, il più recente, Perché Fidarsi della Scienza? (Bollati Boringhieri 2021) e Science on a Mission: How Military Funding Shaped What We Do and Don’t Know about the Ocean (2021).

I suoi articoli di opinione sono stati pubblicati nei principali mezzi di comunicazione di tutto il mondo, tra cui The New York Times, The Washington Post, The Times (Londra) e il Frankfurter Allgemeine. Nel 2015 ha scritto l’Introduzione all’edizione Melville House dell’Enciclica Papale sui cambiamenti climatici e la disuguaglianza, Laudato Si.
La professoressa Oreskes è una voce di spicco sulla realtà del cambiamento climatico di origine antropica e sulla storia degli sforzi per indebolire l’azione per il clima. Il suo saggio del 2004, “The Scientific Consensus on Climate Change” (Science vol. 306, p. 1686), è stato ampiamente citato anche nella pubblicazione della Royal Society, “A Guide to Facts and Fictions about Climate Change”, e nel film vincitore del premio Oscar, Una Scomoda Verità.

Il suo libro del 2010 con Erik M. Conway, Mercanti di Dubbi (Edizione Ambiente 2019), è stato tradotto in nove lingue, ha venduto oltre 100.000 copie, e da esso è stato tratto un film documentario. È membro eletto della Geological Society of America, dell’American Geophysical Union, dell’American Academy for the Advancement of Sciences, dell’American Academy of Arts and Sciences e dell’American Philosophical Society.

È diventata Guggenheim Fellow e nel 2019 è stata insignita della Medaglia della British Academy per “il suo impegno nel documentare il ruolo delle aziende nel distorcere le scoperte scientifiche per fini politici”. Il suo nuovo libro con Erik Conway, The Big Myth: How American Business Taught Us to Loathe Government and Love the Free Market, è stato pubblicato da Bloomsbury Press nel febbraio 2023.

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