(ndr) Rilanciamo la nota emessa dal Movimento Trieste Libera a seguito di un’altra puntata della battaglia che oppone questo Movimento ai politici che controllano e gestiscono attualmente il mondo istituzionale locale. Il Movimento è impegnato nella difesa/valorizzazione del Porto Franco Internazionale di Trieste, sul quale né il Governo italiano né le Autorità istituzionali locali potrebbero esercitare la loro sovranità se non in via provvisoria ed in forma di amministrazione fiduciaria, vincolata da un Trattato di Pace non decaduto, che istituì il Territorio Libero di Trieste e il suo Porto Franco Internazionale. L’ennesima nota del Movimentoè stata emessa a seguito della consulenza che un accademico ha prestato ad una commissione comunale, quest’ultima alla ricerca di punti fermi nella vicenda e nel tentativo di smontare i capisaldi del Movimento.
Va ribadito che questa vicenda, pur nelle polemiche e nei veleni in cui si consuma o si alimenta, rappresenta un unicum a livello nazionale e come tale dovrebbe essere trattata ed ampliata. Dal suo esito, poi, potrebbe effettivamente dipendere una parte consistente di futuro per la città di Trieste. C’è qualcuno che ritiene il Movimento capeggiato da un folle, lontano da una realtà che si è modificata nel tempo e nei fatti. Ma, a fronte, della copiosa documentazione e delle rintuzzanti e lucide argomentazioni che il Movimento riesce ad esibire ad ogni provocazione, ci viene difficile pensare che la follia c’entri qualcosa. Ed è per questo che rilanciamo alcuni passaggi che ritieniamo importanti di questa vera e propria Guerra di Roses, sperando per il Movimento e per il suo capo carismatico, che non diventi una Guerra dei Trenta o dei Cent’anni.
Gianfranco Biondi
la nota emessa dall’Ufficio stampa del Movimento Trieste Libera
Se i politici italiani a Trieste trovano rassicurante continuare ad eludere anche il dovere di studiare seriamente la questione del Territorio Libero e del suo Porto Franco internazionale facendosi invece ripetere da accademici le solite interpretazioni italiane illusorie del Trattato di pace, sono padroni di farlo, ma non risolveranno nulla e finiranno per mettersi nei guai.
É appena successo di nuovo il 15 maggio con l’iniziativa patetica di una Commissione comunale che, stando alle magre cronache del Piccolo, si sarebbe bevuta così una sfilza delle solite assurdità vecchie e
nuove.
L’esperto convocato avrebbe cioè detto che il Memorandum di Londra ha “revocato la costituzione del Territorio Libero”; che l’applicazione del Trattato di pace non può essere chiesta da cittadini e organizzazioni, ma solo da un altro Stato; che l’abnorme sentenza Portocittà del TAR “non è sovvertibile e fa diritto”; che la “legge Russo” permette lo spostamento del Punto Franco Nord ed è copiata da quella sentenza, e che il Punto Franco potrebbe venire spostato quando non lo si utilizza.
Ma stavolta l’accademico che avrebbe ripetuto queste assurdità sembra avervi aggiunto anche avvertimenti forse non compresi dai troppi consiglieri comunali ignoranti ed ideologicamente prevenuti sul tema. Pare abbia precisato infatti che si tratta solo di “tesi”, dunque discutibili, e che è possibile che qualche Stato si opponga allo spostamento del Punto Franco «e di conseguenza venga dichiarata l’incostituzionalità della legge Russo perché non permette
l’applicazione del Trattato di Pace».
Dunque i politici locali dovrebbero almeno aver capito che non ci possono affatto dormire sopra sonni tranquilli, e che farebbero invece bene a leggere e studiare finalmente con molta attenzione i reclami, le diffide e le denunce perfettamente elaborati e documentati che il Movimento Trieste Libera (non gli imitatori rudimentali di via Roma)
invia al Governo italiano, a loro stessi ed alla Comunità internazionale.
Potranno così scoprire finalmente come e perché, ad esempio, il Memorandum non ha revocato ma confermato la costituzione del Territorio Libero, l’abnorme sentenza TAR n. 400 del 2013 del non fa
diritto, può essere smentita da altre ed appare essa ricalcata, stranamente, sulla versione 2012 delle norme anticostituzionali poi atte approvare nel 2014 da Russo, che inoltre non “permettono” di spostare il punto franco, mentre l’applicazione del Trattato di pace, che è anche legge dello Stato italiano, può essere chiesta ed ottenuta
anche da cittadini od organizzazioni sia in nelle sedi internazionali che in quelle italiane.
E potranno anche scoprire come e perché lo spostamento, comunque illegittimo perché l’area è vincolata dal Trattato, potrebbe venire disposto soltanto per decreto del Commissario del Governo nell’esercizio dei poteri legislativi dell’amministrazione fiduciaria del Territorio Libero, smentendo ipso facto l’asserita sovranità italiana, e dunque la stessa applicabilità della tanto propagandata “legge Russo”. Che in realtà è solo una tentata truffa, e pure
maldestra, di politici tanto arroganti quanto inetti.