22/08/2024

La sanità in Italia è, per molti aspetti, invidiata in tante parti del mondo. I cittadini contribuiscono a mantenere una struttura che, sebbene finisca sulle cronache sia per disservizi sia per sprechi inimmaginabili, fornisce una sicurezza disponibile ventiquattro ore al giorno. Ci sono notevoli differenze tra un nosocomio e l’altro, normalmente sono sempre gli stessi a essere sotto accusa. Cattiva gestione, pazienti ricoverati in corridoio, malasanità, errori grossolani di medici e infermieri che troppo spesso sono accusati di negligenza e in numero sottostimato rispetto alle esigenze.

Gli italiani, nella stragrande maggioranza dei casi, si recano al pronto soccorso se davvero succede loro qualcosa di grave o per emergenze fuori orario. Per il resto dei casi c’è il medico di fiducia (o di famiglia che dir si voglia) al quale rivolgersi per una visita, una prescrizione o un controllo.

ERN IMG_9744Quando andiamo al pronto soccorso, siamo comunemente sicuri si tratti di emergenza, di necessità di cure o esami che vanno oltre lo stetoscopio dicendo trentatré. Allora sorgono i problemi perché scopriamo che i Pronto Soccorso, anche negli ospedali migliori d’Italia, sono luoghi multirazziali di convegno, dove persone provenienti da ogni parte del mondo attendono il loro turno, magari per due linee di febbre.

La domanda sorge spontanea: ma gli immigrati hanno diritto all’assistenza sanitaria, la tessera regionale e il medico di fiducia?

Il cittadino straniero residente in Italia con regolare permesso di soggiorno ha diritto all’assistenza sanitaria assicurata dal Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.), con parità di trattamento e uguaglianza di diritti rispetto ai cittadini italiani. Ha diritto di scegliere il medico di famiglia e il pediatra, ottenere certificati medici e richieste per esami e visite specialistiche, richiedere l’assistenza a domicilio, eseguire le vaccinazioni obbligatorie, tanto quanto gli italiani che pagano tasse e contributi al servizio sanitario nazionale.

Con la copia del permesso di soggiorno, del codice fiscale e il certificato di residenza o l’autocertificazione, può richiedere la tessera sanitaria. L’assistenza sanitaria spetta anche ai familiari che convivono con il richiedente e sono a suo carico, sempre che siano regolarmente presenti in Italia. In questi casi per la loro iscrizione basterà presentare l’autocertificazione dello stato di famiglia e quella attestante la condizione di familiare a carico.

Anche nel caso di cittadini stranieri detenuti, l’iscrizione al servizio sanitario è automatica per il periodo di detenzione, siano essi regolari o clandestini e sono esclusi dal pagamento del ticket, compresi i detenuti in semilibertà o coloro che sono sottoposti a misure alternative alla pena.

La norma prevede inoltre che se il cittadino straniero non rientra nelle categorie per le quali è obbligatoria l’iscrizione, deve comunque assicurarsi contro il rischio di malattie e infortuni. Può scegliere di stipulare o una polizza sanitaria con una compagnia assicurativa oppure iscriversi al SSN. Questo riguarda chi è regolarmente in Italia e lavora.

Il pagamento del ticket non è dovuto se tra lo stato di provenienza del cittadino straniero e lo stato italiano esiste una convenzione che prevede il riconoscimento dell’assistenza sanitaria. In tal caso il cittadino straniero, prima di effettuare la prestazione dovrà esibire il modello specifico rilasciato dall’autorità sanitaria competente del suo Paese. Per tutti gli altri l’iscrizione al SSN è possibile previo il pagamento di un contributo pari a 388.00 Euro. Per gli studenti il contributo è pari a 149,77.

L’iscrizione al SSN è gratuita se il cittadino straniero è disoccupato con permesso di soggiorno e iscritto alle liste di collocamento; è rifugiato con regolare certificato attestante lo status di rifugiato e richiedente asilo; è coniugato ed è a carico di un cittadino italiano; è minore con genitore residente in Italia e appartenente a una delle categorie sopraelencate.

Il cittadino straniero sprovvisto di un permesso di soggiorno o scaduto da oltre sessanta giorni, ha diritto comunque alle cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti o essenziali, anche se continue, per malattia e infortunio, nelle strutture pubbliche o convenzionate. Per ricevere le cure mediche è necessario richiedere presso qualsiasi Asl un tesserino, chiamato STP, valido sei mesi ma rinnovabile. Sufficiente una dichiarazione d’indigenza nella quale si attesta di non possedere risorse economiche sufficienti. Non è necessario esibire un documento d’identità ma è sufficiente una dichiarazione delle proprie generalità. Possibile anche chiedere che il tesserino sia rilasciato senza l’indicazione del nome e del cognome. 

L’accesso alle strutture sanitarie non può comportare alcun tipo di segnalazione alle pubbliche autorità, salvo che la prestazione sanitaria si è resa necessaria in relazione a reati penali (es. ferita da arma). Con il tesserino S.T.P. si ha diritto all’assistenza sanitaria di base, ai ricoveri urgenti e non e in regime di day-hospital. In particolare si ha diritto alle cure ambulatoriali e ospedaliere, urgenti o comunque essenziali, anche se continue, per malattie o infortunio.

Interventi di medicina preventiva e prestazioni di cura a essi legati, a tutela della salute individuale o collettiva come la tutela della gravidanza e della maternità, la tutela della salute del minore, le vaccinazioni, gli interventi di profilassi internazionale, diagnosi e cura delle malattie infettive, la prevenzione, la cura e la riabilitazione di stati di tossicodipendenza.

Sebbene la percentuale d’immigrati clandestini nella regione Friuli Venezia Giulia sia fondamentalmente irrisoria, ecco spiegato per quale motivo le code al pronto soccorso sono spesso infinite e si vedono tantissimi stranieri. Soprattutto i clandestini e gli immigrati senza permesso di soggiorno hanno diritto ad accedere gratuitamente alle cure solo tramite pronto soccorso.

TELESCA

Nell’intervista all’assessore regionale alla sanità, Maria Sandra Telesca, ho chiesto come sia possibile che, quando si sta male, al pronto soccorso si trovino code interminabili di immigrati?

Con Insiel la Regione FVG ha mette a disposizione tramite internet (https://servizionline.sanita.fvg.it/psonline ) la situazione aggiornata in tempo reale delle code presso i pronto soccorso dei vari nosocomi del Friuli Venezia Giulia, compresi i Punti di Primo Intervento di Grado, Lignano, Cividale, Maniago, Gemona e Sacile, strumento utilissimo se potessimo prevedere quando staremo male. Oppure il pronto soccorso è diventato un ufficio per il disbrigo di pratiche sanitarie?

Marco Mascioli

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